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Addio a Giovanni Sartori, la scomparsa di un “maestro”

di Paolo Pombeni

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Giovanni Sartori (Ansa/A. Garcia)

Giovanni Sartori (Ansa/A. Garcia)

4 aprile 2017
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1' di lettura

La scomparsa di Giovanni Sartori può ben essere rubricata come quella di un “maestro”. A lui infatti si deve la rifondazione della scienza politica italiana nel secondo dopoguerra. Sarebbe accaduto a Firenze, in quel “Cesare Alfieri” che era stata la prima scuola di scienze politiche fondata nel 1875.

Sartori era partito da studi filosofici e la sua scienza amava le analisi articolate che portavano a definizioni e a modelli interpretativi.

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Alle definizioni è legata almeno per un pubblico più vasto la sua notorietà: da quelle più scientifiche, come “pluralismo polarizzato” per spiegare il sistema politico italiano, a quelle più icastiche e diventate etichette correnti, come “Mattarellum” e “Porcellum” per le due leggi elettorali.

Il suo spirito “toscano” ne aveva fatto un polemista brillante, mai però dimentico che le polemiche si fanno sui ragionamenti e non sulle battute.

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