di Paolo Pombeni
Giovanni Sartori (Ansa/A. Garcia)
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La scomparsa di Giovanni Sartori può ben essere rubricata come quella di un “maestro”. A lui infatti si deve la rifondazione della scienza politica italiana nel secondo dopoguerra. Sarebbe accaduto a Firenze, in quel “Cesare Alfieri” che era stata la prima scuola di scienze politiche fondata nel 1875.
Sartori era partito da studi filosofici e la sua scienza amava le analisi articolate che portavano a definizioni e a modelli interpretativi.
Alle definizioni è legata almeno per un pubblico più vasto la sua notorietà: da quelle più scientifiche, come “pluralismo polarizzato” per spiegare il sistema politico italiano, a quelle più icastiche e diventate etichette correnti, come “Mattarellum” e “Porcellum” per le due leggi elettorali.
Il suo spirito “toscano” ne aveva fatto un polemista brillante, mai però dimentico che le polemiche si fanno sui ragionamenti e non sulle battute.
Paolo Pombeni
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