di Raoul de Forcade
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L’accordo sottoscrtto da Ansaldo Energia (Aen) con Edf ed Edison sul nucleare di nuova generazione appare come un’occasione di rilancio per l’azienda genovese, alle prese con un momento difficile sotto il profilo degli ordini delle maxi turbine.
Aen, infatti, è al cospetto di un periodo di crisi determinata anche dai forti investimenti, pari a oltre 650 milioni di euro, messi sul piatto per la realizzazione delle turbine Gt36 di ultima generazione
Si tratta di un impegno in linea con un Piano energetico nazionale (Pniec) che prevedeva la chiusura, entro il 2025, delle centrali a carbone, e la loro sostituzione con quelle a gas. Un progetto che con la guerra tra Russia e Ucraina si è, di fatto, arrestato.
L’azienda, controllata all'88% da Cdp, che nel 2020 è stato l’unico socio a sottoscrivere l’aumento di capitale da 400 milioni (l’altro, Shanghai Electric, è così sceso al 12%), nel 2021 aveva registrato un ritorno agli utili dopo un precedente periodo con i conti traballanti.
Ma nel primo semestre 2022, anche per i motivi sopra descritti, Aen ha totalizzato un risultato economico negativo per 442 milioni, con un indebitamento netto in rialzo e una situazione patrimoniale che ha aperto la strada all'applicazione dell'articolo 2446 del codice civile (riduzione del capitale).
Una situazione che ha scatenato scioperi e proteste dei lavoratori lo scorso autunno. A novembre 2022 il cda di Aen ha definito un rafforzamento patrimoniale, che prevede, tra l’altro, un aumento di capitale per circa 550 milioni . E Cdp si è detta pronta a sostenere l'azienda.
Peraltro, nella bozza di piano industriale messo appunto dall’ad (ora dimissionario), Giuseppe Marino, fra i pilastri del progetto si trovano lo sviluppo di Ansaldo Green Tech e quello di Ansaldo Nucleare, anche attraverso possibili joint venture e partnership industriali nel panorama nazionale e internazionale.
In questo quadro, dunque, si inserisce la lettera di intenti appena firmata da Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare (che da gennaio ha un nuovo ad: Riccardo Casale) con Edf, Edison, per il nuovo nucleare. Domenica 5 marzo, peraltro, Cdp ha designato Fabrizio Fabbri nuovo ad di Aen, al posto dell’uscente Marino.
Una scelta che è piaciuta ai sindacati. «Riteniamo - afferma Christian Venzano, segretario generale Fim-Cisl Liguria - che il profilo di Fabrizio Fabbri abbia i requisiti giusti per l’incarico di amministratore delegato di Ansaldo Energia. Ci aspettiamo però, da Cdp, che si proceda finalmente alla ricapitalizzazione: è un passaggio fondamentale per procedere al rilancio dell’azienda».
Secondo Antonio Apa, coordinatore della Uilm Liguria, «la nomina di Fabbri alla guida di Aen, dall’1 aprile, è una buona scelta. Oltre ad avere una ampia conoscenza nel settore in cui opera Ansaldo Energia, è anche un ottimo conoscitore dei mercati a livello internazionale. Parallelamente è necessario che Cdp, entro pochissimo tempo, porti a compimento il progetto di ricapitalizzazione della società».
La Fiom-Cgil, dice il segretario genovese, Stefano Bonazzi, «prende atto della nomina del nuovo ad di Ansaldo Energia sul cui curriculum nel settore non discutiamo. Come di consueto, la Fiom valuterà l’operato del nuovo amministratore alla luce delle azioni che metterà in pratica a tutela del lavoro e dello sviluppo aziendale. Ora che è avvenuto il cambio al vertice, si deve procedere in tempi rapidissimi alla ricapitalizzazione».
Raoul de Forcade
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