Superbonus, Giorgetti cita Draghi: "Problema sistema cessione"
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I partiti vanno in pressing sul Superbonus. E non solo dall’opposizione, anche Forza Italia che è in maggioranza parla apertamente della necessità di interventi migliorativi in corso di approvazione. Per lunedì pomeriggio sono stati chiamati dal governo i i presidenti delle categorie interessate dalle norme che bloccano la cessione dei crediti dei bonus edilizia. La convocazione inviata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano è indirizzata direttamente ai presidenti dell’Ance Federica Brancaccio, di Confindustria Carlo Bonomi, di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, di Confapi Cristian Camisa e dell’alleanza delle Cooperative Italiane Maurizio Gardini.
«Molti hanno passato il cerino a quelli che venivano dopo, il governo Meloni ha dovuto scegliere, non si poteva rinviare». Così il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, sulla sospensione della cessione dei crediti del Superbonus, rispondendo a una domanda al Tg Fvg Rai, a margine della presentazione del libro di Giulio Tremonti, ieri sera a Pordenone. Per Ciriani «alcune modifiche si potranno fare ma il problema è gigantesco, non poteva essere accantonato. I conti pubblici sono minacciati da una voragine di 110 miliardi di debito generati dal Superbonus. Questa è una questione dolorosa che andava affrontata».
«Non si deve porre la fiducia e servono modifiche. Si tratta di andare con buon senso verso il nuovo regime. Devi stabilizzare un bonus che non può essere al 110%, ma all’80 o al 90», dice secco il vicepresidente azzurro della Camera Giorgio Mulè, ospite di Rainews24. «Bisogna intervenire in Parlamento, depositeremo gli emendamenti, da giovedì il testo è alla Camera». E aggiunge: «Le modifiche parlamentari sono per quanto ci riguarda non solo necessarie, ma irrinunciabili».
Sono gli effetti depressivi a preoccupare. Secondo il presidente dei deputati di Forza Italia Alessandro Cattaneo, «il conto non possono pagarlo famiglie e imprese. Togliere il Superbonus potrebbe determinare anche una frenata dell’economia. Forza Italia lavorerà per una soluzione. Occorreva mettere il punto a una situazione che ci avrebbe portato al default. Ora bisogna sbloccare i crediti maturati una volta per tutte».
La minoranza si scaglia contro forma e sostanza della decisione presa dall’esecutivo. «I modi sono sciagurati, non si fa così, è un modo incomprensibile, surreale e irresponsabile di procedere perché io guidando la Regione da otto anni non mi sono mai permesso di prendere una decisione senza prima convocare le parti sociali, anzi noi tutto decidiamo confrontandoci con le parti sociali a volte anche partendo da punti di vista differenti». Per il presidente dell’Emilia Romagna e candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini «si è presa una decisione unilaterale mettendo in ginocchio, in difficoltà, nei prossimi mesi le imprese e i lavoratori. Basta guardare la reazione dei sindacati e delle associazioni di impresa. Ma che modo è? Ma che modo è quello di procedere senza neanche un confronto con i protagonisti nel bene e nel male e toccati nel vivo da questa misura, facendo il contrario di quello che avevano detto. Si può prendere qualsiasi misura l’importante è non procedere in questo modo».
«Ieri abbiamo cercato di capire bene il problema. Oggi Italia Viva e Azione propongono al governo Meloni una modifica del decreto dell’altro ieri per venire incontro a famiglie e imprese. Prima di tutto, ribadiamo quanto già detto. L’origine del problema fu la scellerata idea del M5S del maggio 2020 sulla cessione libera e incontrollata. E ora - alla luce anche della decisione Eurostat - intervenire era inevitabile». Lo scrive sui social il deputato del Terzo Polo Luigi Marattin. «Tuttavia ci sono 2 cose che si possono fare. La prima è spostare dal 17 febbraio al 30 marzo la data entro la quale avere Cilas e delibera di condominio per poter accedere alla cessione del credito. È giusto infatti dar modo a chi aveva già programmato i lavori di usufruire del regime che lo Stato gli aveva promesso. La seconda riguarda la massa del pregresso. Che, molto probabilmente, verrà comunque conteggiata nel deficit 2022. Per liberare capienza fiscale per le banche, occorre consentir loro di compensare i crediti attualmente in pancia con gli F24 della clientela. In questo modo si può liberare capienza fiscale e il sistema può ripartire. È una proposta che avevamo già fatto in Legge di Bilancio, ma che ci era stata bocciata. Come tutte le altre (su Industria 4.0, su welfare, su caro-energia, su Pnrr ecc). Facciamo queste due proposte alla maggioranza, per modificare il decreto legge nella fase di conversione. È stato giusto intervenire, ma facciamolo minimizzando i danni su famiglie e imprese».
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