Meloni: "Traffico esseri umani reato universale; verrà perseguito anche fuori Italia"
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Arrivi record di migranti verso l’Italia. Oltre 4mila in quattro giorni. In nottata un’imbarcazione con 500 migranti è attraccata nella notte al porto di Crotone. Sbarcata a Reggio Calabria la nave Dattilo della Guardia costiera con a bordo 584 migranti. Ed è di una bambina di 5 o 6 anni il corpo recuperato stamane a Steccato di Cutro. Si tratta della 74ma vittima del naufragio del barcone carico di migranti schiantatosi contro una secca lo scorso 26 febbraio. Intanto dal governo è arrivato apprezzamento per le parole del presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, che ha chiesto di “lavorare insieme per prevenire le tragedie», come quella di Cutro. «Quanto affermato dal presidente Michel è in piena sintonia con l’azione del governo italiano in Europa», è la risposta italiana. Ma procediamo con ordine.
La Guardia Costiera ha salvato, nelle ultime ore, oltre 1.200 migranti. Sono ancora in corso i soccorsi coordinati dal Centro Nazionale del Soccorso Marittimo della Guardia Costiera delle due imbarcazioni intercettate ieri a oltre 100 miglia “al traverso della cose di Roccella Ionica” in acque Sar Italiane.
Alarm Phone ha segnalato intanto Twitter di aver contattato un barcone alla deriva con 47 migranti a bordo nel Mediterraneo centrale proveniente dalla Libia, segnalando la necessità di soccorsi immediati per via delle condizioni meteo «estremamente pericolose». Il Mediterraneo centrale è stata la rotta più attiva nei primi due mesi di quest’anno per gli arrivi irregolari di migranti, con quasi 12mila attraversamenti, il doppio rispetto a un anno fa (+116%). Solo a febbraio, il numero di rilevamenti su questa rotta è triplicato rispetto a un anno fa, raggiungendo quota 7.000, riferisce Frontex nel suo bollettino.
Intanto il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha inviato una lettera alla premier italiana, Giorgia Meloni: «L’attuazione delle conclusioni del Consiglio europeo di febbraio è ora fondamentale. Non abbiamo tempo da perdere ed è per questo che la Presidenza svedese del Consiglio e la Commissione ci informeranno sui progressi finora compiuti già durante la prossima riunione del 23 e 24 marzo. La rapida attuazione delle misure concordate è una priorità per tutti noi e su questo punto conto fermamente sull’Italia. Lavorando insieme e agendo con decisione dobbiamo evitare che si ripetano tragedie così terribili come quella al largo della Calabria».
A stretto giro è arrivata la risposta del governo italiano. «Palazzo Chigi esprime sentito apprezzamento per le parole rivolte all’Italia dal Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel - si legge in una nota -. Quanto affermato dal Presidente Michel è in piena sintonia con l’azione del governo italiano in Europa volta a una migliore gestione della migrazione e al contrasto del traffico di migranti».
Intanto è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto legge sui flussi migratori approvato dal Cdm ieri a Cutro dopo la firma del presidente della Repubblica, Sergio MattarellaIla.
Con una novità. Niente più protezione speciale per i vincoli familiari del richiedente asilo. È quanto prevede l’articolo 7 del decreto migranti pubblicato in G.U. La norma cancellava la possibilità di espellere una persona «qualora esistano fondati motivi di ritenere che l’allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare». Per valutare questo, la norma prevedeva che si tenesse conto «della natura e della effettività dei vincoli familiari dell’interessato, del suo effettivo inserimento sociale in Italia, della durata del suo soggiorno nel territorio nazionale nonche’ dell’esistenza di legami familiari, culturali o sociali con il suo Paese». La misura faceva anche parte della proposta della Lega all’esame della Camera
A essere mobilitata è anche la Difesa. «Il ministero della Difesa sta dando tutto il supporto possibile al Viminale attraverso la Marina e l’Aeronautica per affrontare la drammatica situazione in corso a Lampedusa ed in mare aperto, nel canale di Sicilia». Così il ministro Guido Crosetto in un tweet.
Malgrado la stretta del governo sugli scafisti e sugli arrivi irregolari con il decreto-Cutro, negli ultimi giorni si è registrato un boom di partenze verso l’Italia: circa 4.600 in 48 ore. E la macchina del soccorso in mare si è mossa con un imponente spiegamento di forze per salvare tre barconi sovraccarichi - con oltre 1.300 persone a bordo - nel mare Jonio. Ieri è intervenuta anche una nave della Marina Militare, chiamata dalla Guardia costiera viste le troppe persone da mettere al sicuro. Complessivamente sono state attivate cinque motovedette, tre navi e un aereo: altre tragedie non sono infatti ammissibili mentre infuriano ancora le polemiche per il mancato intervento sul caicco che si è frantumato a pochi metri dalla costa calabrese facendo 73 vittime. Si va verso la primavera - e condizioni meteo più favorevoli ai viaggi - con numeri che preoccupano il Viminale: gli arrivi del 2023 sono a già a quota 17.500, il 194% in più dell’anno scorso.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dopo le visite in Tunisia, Libia e Turchia, ha in programma nelle prossime settimane puntate anche in Costa d’Avorio (è il Paese di provenienza del maggior numero di migranti quest’anno, 2.383) e Egitto, per sensibilizzare entrambi a contrastare le partenze. C’è la rotta del Mediterraneo Centrale, essenzialmente da Libia a Tunisia, che continua ad essere attraversata da decine e decine di barchini.
A Lampedusa ieri ne sono arrivati ben 41, un record. L’hotspot dell’isola è strapieno, con oltre tremila ospiti a fronte di una capienza di 400 posti. La nave Diciotti della Guardia costiera, proprio mentre trasportava 180 persone prelevate da Lampedusa, ha soccorso oltre 480 migranti: arriveranno in giornata mattina a Reggio Calabria.
Il Viminale è impegnato a svuotare il centro con una serie di trasferimenti verso la terraferma. Altri mille sono stati riportati indietro dalla Guarda costiera tunisina. La maggior parte sono originari dell’Africa subsahariana. Paese già in forte crisi economica, la Tunisia fatica a contenere le centinaia di migliaia di immigrati presenti sul suo territorio per tentare la traversata verso l’Europa.
Cresce però anche la rotta orientale, quella che parte dalla Turchia, da dove proveniva il barcone di Cutro. Eagle 1, lo stesso aereo dell’operazione congiunta Themis di Frontex che per primo ne aveva segnalato la posizione alle autorità italiane, ieri ha avvistato i tre barconi sovraccarichi nel Mar Jonio. Uno con circa 500 a bordo a 70 miglia a sud di Crotone; gli altri due, con complessivi 800 passeggeri circa, a 100 miglia a sudest di Roccella ionica. In serata i mezzi italiani sono arrivati sul posto ed hanno avviato le operazioni di trasbordo, rese «particolarmente complesse - spiega la Guardia costiera - per il numero elevato di persone presenti sulle imbarcazioni alla deriva». E sono proprio gli arrivi massicci, concentrati in poco tempo, a mettere in difficoltà sia il sistema di soccorso in mare che quello dell’accoglienza. Con centinaia di imbarcazioni - molte alla deriva - sparse dal Canale di Sicilia allo Jonio, non è semplice organizzare i salvataggi.
E così ieri in una giornata campale come quella di oggi la Guardia costiera - responsabile delle operazioni Sar - ha chiesto il supporto della Marina Militare, che ha mandato verso il mar Jonio “alla massima velocità” - fa sapere il ministero della Difesa - la nave Sirio, pattugliatore d’altura di 90 metri. In una bozza del decreto approvato ieri a Cutro era inserito un articolo che assegnava un ruolo importante proprio alla Marina Militare per il potenziamento della sorveglianza marittima. L’articolo è stato poi cassato come ha spiegato ieri la premier Giorgia Meloni. Ma è il segnale che al Governo c’è comunque una riflessione in atto sull’organizzazione degli interventi ed il coordinamento delle diverse forze che operano in mare. Anche in vista della bella stagione, che si annuncia complicata su fronte sbarchi.
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