di Cheo Condina ed Enrico Miele
La Borsa, gli indici del 18 novembre 2021
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - La quarta ondata del Covid, con la previsione di nuovi lockdown, innervosisce i listini azionari che chiudono in calo spiazzati dalla risalita dei contagi, con i governi di mezza Europa che già valutano chiusure mirate per tenere sotto controllo l’epidemia. Non aiuta il nervosismo di Wall Street, che attende indicazioni dal presidente Joe Biden sul nome del futuro numero uno della Fed e chiude contrastata: il Dow Jones perde lo 0,17% a 35.871,34 punti, il Nasdaq sale dello 0,45% a 15.993,71 punti mentre lo S&P 500 avanza dello 0,34% a 4.704,57 punti. Incertezze aumentate anche dalla volatilità del petrolio, con Usa e Cina sul punto di intaccare una parte delle riserve per calmierare i prezzi della benzina. E sullo sfondo restano i timori per una possibile stretta delle politiche monetarie, da parte delle banche centrali, per tenere sotto controllo l’inflazione.
In questo clima, Piazza Affari è tra le peggiori del Vecchio Continente. A zavorrare il Ftse Mib i titoli petroliferi, da Tenaris a Eni. Deboli i bancari con Bper (-1,7%) mentre Cnh Industrial non beneficia dell’ufficializzazione dello spin off di Iveco da inizio 2022.Vendite su Generali dove potrebbe uscire dal capitale De Agostini mentre Francesco Gaetano Caltagirone è salito ancora, arrivando al 7,25% della compagnia assicurativa. Chiude in rialzo Mediobanca con le indiscrezioni su Leonardo Del Vecchio che starebbe valutando di chiedere l’ok alla Bce per salire oltre il 20%. Sul fronte dei cambi, l’euro si è riportato a 1,1349 dollari (da 1,1303 ieri in chiusura). La moneta unica vale inoltre 129,73 yen (129,44), mentre il dollaro-yen è pari a 114,29 (114,53). Balla intorno alla parità il greggio sul finale di seduta, con il Wti di dicembre in calo dello 0,3% a 78,1 dollari al barile e il Brent di gennaio scambiato a 80,4 dollari (+0,1%).
Dopo una partenza poco mossa, gli indici viaggiano in altalena a Wall Street. A incidere negativamente sembra essere la nuova ondata di casi di Covid-19 in Europa, dove si registrano forti aumenti, nuove restrizioni e lockdown parziali. Il settore dei consumi discrezionali (+0,27%) è l'unico in rialzo, con il tecnologico che ondeggia intorno alla parità. In netto calo l'energetico (-1,4%), con gli investitori che temono che l'amministrazione statunitense decida di liberare una parte delle riserve petrolifere per tenere sotto controllo i prezzi del carburante. A proposito dell'aumento del prezzo della benzina, Biden ha chiesto all'agenzia antitrust di verificare eventuali comportamenti illeciti da parte delle società di petrolio e gas. In questo momento, il barile Wti è stabile a 78,40 dollari.
Negli Stati Uniti, il numero dei lavoratori che per la prima volta hanno richiesto i sussidi di disoccupazione, nella settimana terminata il 13 novembre, è diminuito di 1.000 unità a 268.000, secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro. Le attese erano per un dato a 260.000. Si tratta del numero più basso registrato dall'inizio della pandemia. Meglio delle attese, invece, le condizioni del settore manifatturiero nell'area di Philadelphia che si mantengono positive e sono in netto rialzo rispetto al mese precedente.
Sul fronte macro, nel corso della seduta è arrivata la notizia della Commissione Ue che ha imposto dazi anti-dumping definitivi in tre diversi casi a tutela dei produttori e dei lavoratori Ue, tra cui i cavi in fibra ottica importati dalla Cina. Prysmian ha chiuso lo stesso poco sotto la parità ma dallo scorso 8 ottobre il titolo hanno registrato un rialzo quasi senza interruzioni, mettendo a segno un progresso di quasi il 20%. A riaccendere i riflettori sulla società negli ultimi giorni è stata proprio l'attesa per le decisioni che l'Unione europea avrebbe preso sui dazi. Secondo Goldman Sachs, la mossa di Bruxelles “è molto importante per Prysmian”, ricordando come il business delle tlc della società abbia sofferto a causa del dumping cinese sui prezzi della fibra. Tornando invece a Cnh Industrial, la scissione di Iveco Group diventerà effettiva dal primo gennaio 2022, con l'avvio delle negoziazioni a Piazza Affari per il nuovo gruppo dal 3 gennaio 2022, prima seduta del nuovo anno. Nell’attesa, gli analisti di Mediobanca ritengono che il titolo Cnh potrebbe correre ancora, fino al target di prezzo di 19 euro (oggi ha chiuso a 16,53 euro). Gli esperti hanno dunque confermato la raccomandazione di “outperform”. Altro fronte è quello del Leone di Trieste dove Caltagirone, comprando nei giorni scorsi ulteriori 3,65 milioni di titoli, si è portato al 7,257% del capitale. Così il patto formato da lui, Del Vecchio e Fondazione CrT è salito al 14,04% della compagnia. E il mercato continua a interrogarsi sui progetti che hanno in mente Del Vecchio e Caltagirone sia per il gruppo triestino sia per il suo primo socio, Mediobanca, di cui detengono azioni. Intanto Equita raccomanda un “hold” su Generali, individuando un target di prezzo a 19,5 euro. Gli esperti della Sim consigliano di acquistare le azioni Mediobanca, per le quali hanno individuato un target di prezzo a 12,3 euro. “L'eventuale decisione di Del Vecchio di rafforzarsi ulteriormente nel capitale di Mediobanca aumenta l'appeal speculativo sul titolo, su cui restiamo positivi sulla base di fondamentali molto solidi” hanno spiegato. Fuori dal listino principale, tra i bancari perde quota anche Banca Mps.
La seduta è stata negativa per la maggior parte dei listini europei. La peggiore a fine giornata è stata la Borsa di Madrid che ha lasciato sul terreno l’1% seguita da Londra (-0,5%), Zurigo (-0,4%), Amsterdam (-0,3%), con Parigi e Francoforte entrambe a -0,2%. Le vendite degli investitori hanno penalizzato in particolare il comparto energetico, con il sottoindice Eurostoxx 600 del settore in calo dell’1,8% assieme a materie prime (-1,6%) e banche (-1%). Colpiti i titoli di tutti i big petroliferi del Vecchio Continente, da Royal Dutch Shell (-1,9%) fino a TechnipFMC (-4,1%). Seduta debole anche per i bancari con Bbva (-5,5%), Credit Suisse (-1,8%) e Santander (-1,9%). Sul listino francese ha invece brillato la maison Hermes (+3,4%) sull'ipotesi che le azioni entreranno a far parte del paniere Eurostoxx 50. Nel giro di un anno le quotazioni della società transalpina hanno praticamente raddoppiato il proprio valore e da inizio ottobre hanno allungato il passo, registrando un guadagno complessivo intorno al 37%. L'ingresso nell’Eurostoxx dovrebbe avvenire a scapito o di Flutter Entertainment Plc o di Universal Music Group Nv o di Kone Oyj. Quanto ai fondamentali della casa, la società ha archiviato i primi nove mesi del 2021 con ricavi consolidati di 6,6 miliardi di euro, in rialzo del 57% a cambi costanti e del 54% a cambi correnti rispetto allo stesso periodo del 2020. L'incremento rispetto al 2019 è stato del 35%. Nel solo terzo trimestre i ricavi consolidati hanno raggiunto i 2,367 miliardi (+31% a cambi costanti rispetto al 2020 e +40% in due anni).
Ancora segno meno per i prezzi del petrolio. «Il movimento del greggio - dicono gli analisti di Mps Capital Services - è da imputare ai timori di un rilascio delle riserve strategiche da parte dei maggiori Paesi (Cina e Usa). Un primo segnale in tale direzione è giunto stanotte dalla Cina che ha comunicato che rilascerà una parte delle riserve strategiche, ma senza fornire al momento maggiori dettagli». L’impatto sui prezzi, oltre all’effetto annuncio che già si sta vedendo, dipenderà molto dall’entità dell’operazione. «La dinamica dei prezzi
del petrolio - proseguono - sarà importante, in quanto se le quotazioni dovessero rimanere contenute (sotto gli 80 dollari al barile) anche nelle prossime settimane, questo dovrebbe portare a minori pressioni al rialzo sull’inflazione nei dati di novembre e soprattutto dicembre».
Chiusura in lieve calo per lo spread tra BTp e Bund in una giornata di acquisti sui bond dell'Eurozona. Al fine contrattazioni il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (IT0005436693) e il titolo di pari durata tedesco e' indicato a 120 punti base, dai 122 punti del closing di ieri. In lieve ribasso il rendimento del BTp decennale benchmark che si attesta allo 0,93% dallo 0,95% registrato all'ultimo riferimento della vigilia.
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Enrico Miele
Redattore Radiocor
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