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Italia prima nell’Ue post-Brexit per i progetti di ricerca da commercializzare

di Eugenio Bruno

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(IMAGOECONOMICA)

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Il nostro Paese si aggiudica 21 grant «Proof of concept» dell’Erc da 150mila euro, meglio di noi fa solo la Gran Bretagna con 22

7 febbraio 2022
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2' di lettura

Il 2022 inizia con una buona notizia per la ricerca italiana. Su 166 grant “Proof of concept” assegnati dall’European research of center (Erc) agli studi da provare a commercializzare ben 21 riguardano il nostro Paese. Un risultato che ci rende primi nella classifica dell’ue post-Brexit. E secondi in quella generale visto che meglio di noi ha fatto solo la Gran Bretagna. In totale sono stati distribuiti dall’Erc 25 milioni e ogni ricercatore vincitore si vedrà assegnare 150mila euro

I progetti premiati

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I 166 ricercatori premiati con le borse di ricerca “Proof of Concept” sono tutti già stati precedentemente finanziati dal Consiglio europeo della ricerca, tramite le sovvenzioni di avvio, consolidamento, avanzato o sinergia. Queste ulteriori borse serviranno a verificare la fattibilità pratica di concetti scientifici, esplorare opportunità commerciali o preparare domande di brevetto. Diverse le idee in campo: un modello biopsicosociale per scoprire e comprendere i percorsi causali dei comportamenti dannosi degli adolescenti, utilizzare il potere delle bolle per ottenere un trattamento più sostenibile delle acque reflue e un processo per aiutare i medici a leggere e analizzare il Dna in tempo reale, una App che consenta agli artisti di fare musica insieme anche da remoto.

L’identikit dei vincitori

I 166 progetti premiati (e selezionati su 348 idee candidate) appartengono per il 54% al campo delle scienze mediche e ingegneristiche, per il 33% alle scienze della vita e per l’11% alle scienze sociali e umanistiche. Quanto alle differenze di genere sono 48 le ricercatrici vincitrici. A proposito della ripartizione per Paese di Regno Unito e Italia si è detto; alle loro spalle troviamo il tandem Spagna-Israele con 18 progetti premiati, l’Olanda con 16, la Francia con 15 e la Germania con 13.

I quattro vincitori dell’Iit

Dei 22 scienziati che proseguiranno le loro attività in Italia 4 lo faranno all’Istituto italiano di tecnologia (Iit): Ilka Kriegel, Monica Gori, Paolo Decuzzi e Antonio Bicchi. E, come sottolinea una nota dell’Istituto, «i loro progetti hanno in comune l’importanza di sviluppare nuove tecnologie che possano avere un impatto positivo nella società, soprattutto dove emergono delle fragilità. Da una parte, si avranno invenzioni in grado di rispondere a quelle alterazioni che influenzano la salute delle persone, come l'insorgenza di tumori, cecità e amputazioni degli arti, dall'altra nuove tecniche per sostituire le materie prime utilizzate dall’industria elettronica e che potrebbero non essere più disponibili in futuro».

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