di Chiara Beghelli
Le maglie di Wuuls sono prodotte con lana di pecore allevate in Abruzzo
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Secondo Joseph Schumpeter l’innovazione è saper fare le cose vecchie in modo nuovo. In questo senso le start up che stanno ripensando settori storici del made in Italy come quello del tessile-moda sono fra le più reali fonti di innovazione. Dai materiali ai processi produttivi, fino ad arrivare al prodotto finale, a guidarle è la ricerca della sostenibilità, uno dei driver principali dell’industria della moda: sostenibilità che può significare tutelare filiere a rischio estinzione (come fa il progetto Wuuls con la lana abruzzese), dare nuova vita a materiali di scarto (che diventano scarpe di lusso con Prota Fiori nelle Marche, o nuovo tessuto di cashmere con Refabrics nel distretto di Prato), valorizzare piccole realtà artigiane grazie all’e-commerce (lo scopo di Ob Fashion, piattaforma basata in Umbria), sostituire le tinture chimiche con quelle derivanti da piante e fiori (come fa Eleonora Riccio a Roma).
Le start up che lavorano sulla sostenibilità sono anche sempre più ricercate e in certi casi sostenute da grandi gruppi e aziende del settore a caccia di idee innovative, come ha sottolineato di recente l’edizione 2021 del report Global Powers of Luxury Goods di Deloitte. Secondo il recente Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano, il 31,1% delle start up innovative italiane si trova nelle regioni del Centro: il Lazio è la seconda regione del Paese (dopo la Lombardia, che ne raccoglie il 26,8%) con una quota dell’11,6%, seguito da Emilia Romagna con il 7,8% e dalla Toscana con il 4,7%.
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Proprio dai distretti della moda di questa regione provengono alcune delle start up più interessanti per il settore, coinvolte, tramite il Museo del Tessuto di Prato che ne è partner, nel progetto europeo Stand Up!, lanciato nell’ambito dell’Eni Cbc Med, programma di cooperazione transfrontaliera nell’area del vicinato mediterraneo: attivo per tutto il 2022, rivolto principalmente a imprenditori under 35 e a donne, e con un fondo di 3,7 milioni di euro, sostiene la crescita di start up impegnate nella moda sostenibile e circolare. Sempre in Toscana, il Murate Idea Park, incubatore di impresa della Scuola Scienze Aziendali e Tecnologiche Industriali “Pietro Baldesi” di Firenze, si occupa della necessaria formazione digitale di aziende artigiane della città e tramite il bando Call for Fashion sta seguendo la crescita del brand di sneaker vegane Id Eight, attivo fra Firenze e il distretto calzaturiero delle Marche.
Nel Lazio lo scorso novembre il Consiglio Regionale ha approvato una legge che stanzia 1,9 milioni di euro per il 2022 e il 2023 proprio per sostenere il sistema moda della Regione e che prevede anche percorsi di formazione dedicati a studenti incentrati su produzioni di eccellenza del territorio come l’alta sartoria. Durante la prossima edizione di AltaRoma, prevista dal 2 al 5 febbraio, saranno rivelati anche i vincitori del concorso Roma Young Talents, progetto sviluppato insieme alla Camera di Commercio per supportare i giovani designer dell’area metropolitana di Roma.
Chiara Beghelli
Redattore
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