Moda
Pubblicità

Moda

Dal Lazio alla Toscana crescono le start up della moda sostenibile

di Chiara Beghelli

Immagine non disponibile
Le maglie di Wuuls sono prodotte con lana di pecore allevate in Abruzzo

Le maglie di Wuuls sono prodotte con lana di pecore allevate in Abruzzo

Lana locale, tinture vegetali, recupero di scarti: si moltiplicano anche nelle regioni del Centro i progetti per rendere la moda più green, sempre più ricercati anche dai grandi gruppi del lusso

21 gennaio 2022
Pubblicità

2' di lettura

Secondo Joseph Schumpeter l’innovazione è saper fare le cose vecchie in modo nuovo. In questo senso le start up che stanno ripensando settori storici del made in Italy come quello del tessile-moda sono fra le più reali fonti di innovazione. Dai materiali ai processi produttivi, fino ad arrivare al prodotto finale, a guidarle è la ricerca della sostenibilità, uno dei driver principali dell’industria della moda: sostenibilità che può significare tutelare filiere a rischio estinzione (come fa il progetto Wuuls con la lana abruzzese), dare nuova vita a materiali di scarto (che diventano scarpe di lusso con Prota Fiori nelle Marche, o nuovo tessuto di cashmere con Refabrics nel distretto di Prato), valorizzare piccole realtà artigiane grazie all’e-commerce (lo scopo di Ob Fashion, piattaforma basata in Umbria), sostituire le tinture chimiche con quelle derivanti da piante e fiori (come fa Eleonora Riccio a Roma).

Oltre il 31% delle start up innovative nelle regioni del Centro Italia

Pubblicità

Le start up che lavorano sulla sostenibilità sono anche sempre più ricercate e in certi casi sostenute da grandi gruppi e aziende del settore a caccia di idee innovative, come ha sottolineato di recente l’edizione 2021 del report Global Powers of Luxury Goods di Deloitte. Secondo il recente Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano, il 31,1% delle start up innovative italiane si trova nelle regioni del Centro: il Lazio è la seconda regione del Paese (dopo la Lombardia, che ne raccoglie il 26,8%) con una quota dell’11,6%, seguito da Emilia Romagna con il 7,8% e dalla Toscana con il 4,7%.

Moda, 10 start up sostenibili da tenere d'occhio

10 foto

Wuuls (Abruzzo)  Il progetto di Emanuela e Francesco Picchini vuole valorizzare la lana prodotta in Abruzzo, tosata da un incrocio fra la pecora sopravissana e la merinos, grazie a un progetto avviato dall'Università dell'Aquila. La filiera è interamente italiana, fra l'Abruzzo, l'Umbria e Biella, e le tinture sono fatte con pigmenti vegetali. I capi genderless sono pensati per ogni stagione. Wuuls è anche impegnato in progetti di difesa della flora e della fauna del Parco Nazionale del Gran Sasso. Wuuls.org 
Eleonora Riccio (Lazio) Nel suo atelier di Roma l'eco-stilista Eleonora Riccio tinge e decora tessuti con piante e vegetali, anche di scarto, e ne fa abiti e accessori “botanici”. In collaborazione con la Riserva Naturale di laghi Lungo e Ripasottile, nel reatino, sta conducendo un progetto del recupero del guado, antica pianta tintoria: un abito colorato del suo tipico blu, ma anche con acero, prunus, rosa ed eucalipto, ha sfilato sul red carpet dell'ultima Mostra del cinema di Venezia Instagram @eleonora.riccio 
ZeroW (Toscana)  Basata a Scandicci e fondata da Gabriele Rorandelli e Leonardo Eclizietta, Zerow è una piattaforma collaborativa di aziende e artigiani che promuove il riutilizzo degli scarti di pelli, legno tessuti e metalli attraverso un network circolare, per facilitare la trasformazione degli scarti in prodotti. Questi sono poi venduti in uno speciale marketplace, dedicato alle piccole realtà artigiane, e un motore di ricerca facilita l’incontro della domanda e dell’offerta degli scarti. zerow.it 
Altoricamo (Lazio) Gli abiti da sposa firmati da Flavia Piendibene non sono solo realizzati con tessuti sostenibili e certificati, ma sono ideati per moduli, formula che li rende scomponibili e dunque riutilizzabili anche dopo le nozze. Gli abiti sono realizzati su misura e progettati con il software Clo3d, che consente di ridurre al minimo gli sprechi di tessuto. Con il progetto Armonia, inoltre, la stilista vuole dar vita a una filiera di piccole realtà artigiane specializzate nella moda sposa. flaviapiendibene.it 
Design Italian Shoes (Marche) I fratelli Carpineti, insieme a Michele Luconi, sono i fondatori di Future Fashion, azienda di servizi digitali dedicati alla moda e hanno lanciato il loro brand, Dis, nel 2015: grazie a una piattaforma tecnologica e con l'ausilio di un configuratore 3D fotorealistico, i clienti possono creare la propria scarpa personalizzata fra differenti modelli, dando vita a oltre 50 milioni di diverse combinazioni. Le scarpe sono realizzate dai laboratori artigiani delle Marche in 10 giorni, grazie all'integrazione di tutta la filiera nella piattaforma. designitalianshoes.com  
Refabrics (Toscana)  Vecchi maglioni e scarti tessili, in cashmere, vengono recuperati da un network di artigiani basati nel distretto tessile di Prato. Suddivisa per colore, la fibra non ha bisogno di essere nuovamente tinta, ma solamente trasformata in nuovo filato. Nata nel 2019 e basata a Carmignano, Refabrics valorizza anche l'antica figura dei “cenciaioli”, storico mestiere artigiano del distretto, per la selezione del cashmere migliore.  refabrics.it 
Id.Eight (Toscana) Foglie di ananas, raspi e semi d’uva, bucce e torsoli di mele, cotone biologico e plastica riciclata sono le materie prime che compongono le sneakers Id.Eight, marchio fondato nel 2020 da Dong Seon Lee e Giuliana Borzillo. La scarpe sono prodotte nel distretto calzaturiero marchigiano e anche il packaging è totalmente riciclato. Nella scatola, i clienti possono trovare una bomba di terra ricoperta di argilla con all'interno semi di fiori da piantare dove si preferisce. www.id-eight.com  
Ob Fashion (Umbria) Nato da un blog nel 2015, Ob Fashion è una piattaforma digitale che unisce un web magazine, un e-boutique e un’agenzia di servizi. Le fondatrici Laura Pellegrino e Giulia Fucile vogliono dare spazio ai giovani creativi e ai piccoli artigiani del lusso, a partire dalle realtà basate in Umbria (Ob Fashion ha sede a Perugia), portando le loro creazioni nel mondo. Oggi sono oltre 80 i marchi in vetrina, suddivisi anche nelle categorie genderless e sustainable. ob-fashion.com 
Prota Fiori (Marche) Il marchio Prota Fiori, che vuol dire “proteggi i fiori”, produce nel distretto calzaturiero delle Marche scarpe da donna di lusso in materiale vegano, derivato da scarti delle mele e dell'uva o poliuretano. Il progetto è della statunitense Jennifer Stucko, manager della moda (ha lavorato fra gli altri anche per Armani, Valentino e a. Testoni), che ora punta alla certificazione B Corp e a utilizzare per le sue scarpe anche materiali derivanti dallo zucchero. www.protafiori.com 
Lia Pantzer (Toscana) La giovane designer Lia Pantzer è basata a Firenze ed è impegnata da tempo nella progettazione e realizzazione di tessuti e accessori sostenibili (nella foto, cuffie in canapa). È interior designer di Rifò, azienda di Prato specializzata nel recupero e nella rigenerazione di filati, e fra i suoi progetti c'è anche Clipclappers, marchio di moda per bambini che sarà componibile e interattivo e si baserà su una filiera interamente basata in Toscana. www.liapantzer.com 

I progetti in Toscana

Proprio dai distretti della moda di questa regione provengono alcune delle start up più interessanti per il settore, coinvolte, tramite il Museo del Tessuto di Prato che ne è partner, nel progetto europeo Stand Up!, lanciato nell’ambito dell’Eni Cbc Med, programma di cooperazione transfrontaliera nell’area del vicinato mediterraneo: attivo per tutto il 2022, rivolto principalmente a imprenditori under 35 e a donne, e con un fondo di 3,7 milioni di euro, sostiene la crescita di start up impegnate nella moda sostenibile e circolare. Sempre in Toscana, il Murate Idea Park, incubatore di impresa della Scuola Scienze Aziendali e Tecnologiche Industriali “Pietro Baldesi” di Firenze, si occupa della necessaria formazione digitale di aziende artigiane della città e tramite il bando Call for Fashion sta seguendo la crescita del brand di sneaker vegane Id Eight, attivo fra Firenze e il distretto calzaturiero delle Marche.

Nel Lazio la prima legge che sostiene il sistema moda regionale

Nel Lazio lo scorso novembre il Consiglio Regionale ha approvato una legge che stanzia 1,9 milioni di euro per il 2022 e il 2023 proprio per sostenere il sistema moda della Regione e che prevede anche percorsi di formazione dedicati a studenti incentrati su produzioni di eccellenza del territorio come l’alta sartoria. Durante la prossima edizione di AltaRoma, prevista dal 2 al 5 febbraio, saranno rivelati anche i vincitori del concorso Roma Young Talents, progetto sviluppato insieme alla Camera di Commercio per supportare i giovani designer dell’area metropolitana di Roma.

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy