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«L’Europa traina i conti di Vf e l’Italia diventa strategica»

di Giulia Crivelli

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Il presidente dell’area Emea Martino Scabbia Guerrini spiega la visione per il futuro del gruppo americano che ha in portafoglio marchi come Vans, The North Face e Timberland

15 agosto 2022
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2' di lettura

L’esercizio fiscale di Vf è iniziato bene: nel primo trimestre, chiuso il 2 luglio, il gruppo americano di casual e sportswear è cresciuto del 7% a 2,3 miliardi di dollari, trainato dai suoi quattro marchi di punta (The North Face, Vans, Timberland e Dickies) e dai mercati Emea, che hanno chiuso il periodo aprile-giugno sfiorando i 600 milioni di dollari, con un balzo del 24% rispetto al primo trimestre fiscale dell’esercizio precedente. A spiegare l’ottimo andamento dell’Europa è Martino Scabbia Guerrini, executive vicepresident del gruppo e presidente per l’area Emea.

Insieme al Nord America, l’Europa ha compensato il calo di vendite in Asia-Pacifico. Vi aspettavate questo ribilanciamento?

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I segnali erano arrivati dallo scorso esercizio fiscale, chiuso il 2 aprile a 11,8 miliardi di dollari di fatturato, in crescita del 28% sull’esercizio 21-22: negli Stati Uniti la crescita era stata del 33%, a 6,18 miliardi, al secondo posto l’area Emea, a 3,34 miliardi (+30%) e poi l’Asia-Pacifico, che aveva già iniziato a rallentare, crescendo “solo” a una cifra. Ma come sappiamo nella prima parte di quest’anno in Cina sono proseguiti i lockdown e c’è molta incertezza, nell’area, sul futuro a breve. In Europa, almeno fino a questo punto, i consumatori hanno continuato a riassaporare la libertà riconquistata e a riabbracciare la vita all’aperto. I nostri marchi, non solo i quattro di punta, sono perfetti per questa scelta: The North Face, che da solo vale quasi mezzo miliardo di dollari di ricavi, è cresciuto del 37% a livello globale. Timberland ha chiuso il trimestre a 270 milioni (+17%), e questi due marchi del gruppo Vf sono, non a caso, tra quelli di maggior successo in Europa.

Come procede l’integrazione tra negozi fisici e web?

I mesi più difficili della pandemia ci hanno permesso di riflettere sui progetti di medio e lungo termine, visto che l’operatività giornaliera era forzosamente ridotta. Forse più di altre aziende abbiamo accelerato sulla digitalizzazione, che va ben oltre l’e-commerce, sull’evoluzione dei negozi e sulla sostenibilità. La crescita
a due cifre indica che stiamo raccogliendo i frutti
degli sforzi economici e di evoluzione della cultura aziendale in tutti i campi.

Il format del flagship di Milano, aperto alla fine del 2020, sarà applicato anche altrove?

Il grande negozio di via Orefici 11 (foto in alto) è diventato una destinazione per i clienti locali e per chi viene da fuori proprio perché è una vetrina di prodotti e forse ancora di più di idee, con un calendario di eventi e iniziative, e dove ci sarà sempre più rotazione tra i brand meno conosciuti di Vf. Una formula che stiamo estendendo ad altre città: come spesso accade nel nostro mondo, quel che funziona in Italia può funzionare ovunque.

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