di Roberto Galullo e Angelo Mincuzzi
Diego Armando Maradona
5' di lettura
Il 17 agosto 2020, tre mesi prima di morire, Diego Armando Maradona ha firmato una licenza – valida per 15 anni e rinnovabile – per lo sfruttamento commerciale dei suoi diritti di immagine. Le firme (si veda foto) sono quelle del fuoriclasse argentino morto un anno fa, dell’avvocato di Buenos Aires Matias Edgardo Morla e di Stefano Ceci, imprenditore campano, da tempo residente in Dubai.
L’atto è autenticato, registrato e apostillato dal notaio argentino Sandra Veronica Iampolsky. L’apostilla è una procedura di autenticazione di un documento che gli conferisce valore legale in tutti i Paesi firmatari della Convenzione dell’Aia del 1961. Sembra un passaggio superfluo e invece – come sottolinea l’avvocato Sandro Censi, che ha seguito Ceci nella stipula del contratto – è un passaggio molto delicato, che coinvolge anche i canali diplomatici.
Il documento di appena cinque pagine – più alcuni allegati – è ampiamente descritto nel libro “Il tesoro di Maradona” (in edicola per un mese e dal 2 dicembre nelle librerie e store online) che racconta il suo percorso professionale e quello da imprenditore e uomo d’affari. Nel libro – che contiene aspetti finora mai resi noti o conosciuti – un’ampia parte è dedicata alla guerra per l’eredità, che ruota soprattutto intorno alla titolarità dei marchi, che nascono come funghi e che garantiscono rendite milionarie. In un solo mese, in Argentina, sono state depositate circa 150 domande all’ufficio per la proprietà intellettuale. Il libro dà conto del fiorire di questi marchi e dei contenziosi legali che trascinano con sé. Molte domande (descritte nel libro) sono state presentate proprio dall’avvocato Morla e da Ceci.
Non solo il libro. Apple podcast ospita anche la serie podcast “Il Tesoro di Maradona”, dove è possibile ascoltare le otto puntate dedicate al pibe de oro.
ASCOLTA IL PODCAST: La guerra a tutto campo per l'eredità
A leggere il contratto in lingua spagnola, con a fronte la traduzione in inglese – di cui il Sole 24 Ore è entrato in possesso – si legge che Morla e la sua società Sattvica Sa e Ceci, in proprio o attraverso le società da lui possedute o partecipate, possono ricorrere a persone, caricature, foto, video, audio, autografi, oltre al nome e al cognome di Diego Armando Maradona per una serie molto ampia di categorie commerciali. Nell’elenco troviamo vestiti, scarpe, giochi anche d’azzardo, lotterie, gratta-e-vinci e perfino giochi che prevedano il ricorso a criptomonete.
Ciascuno dei soggetti autorizzati opera per proprio conto in modo distinto e separato anche se è logico, come conferma lo stesso Ceci al Sole-24 Ore, che «non è interesse di nessuno sovrapporsi nelle iniziative». Ceci, raggiunto telefonicamente nel suo ufficio di Dubai, chiarisce anche di non essere socio dell’avvocato Morla come pure qualcuno, soprattutto in Argentina, tende a far credere: «Non abbiamo alcun rapporto. Ho cominciato a lavorare con Maradona nel 2012 quando Morla neppure esisteva».
Nessun limite è previsto per lo sfruttamento commerciale nelle categorie indicate dal contratto, visto che il documento siglato prevede anche il ricorso a sublicenze o a soci e terzi, senza l’autorizzazione del fuoriclasse e dopo la sua morte – di conseguenza – senza quella degli eredi.
Un solo obbligo è previsto: quello di versare il 50% dei diritti a Maradona e, visto che questo non è più possibile, per il momento vanno versati nel conto corrente indicato dal Tribunale di Buenos Aires e gestito dall’avvocato argentino Baglietto, nominato amministratore giudiziale dell’eredità.
L’avvocato Sandro Censi di Bologna – che ha assistito Ceci per la stipula del contratto – ne spiega il valore: «Il contratto firmato da Diego contiene sia l’autentica notarile che l’apostilla, che mette fine alle chiacchiere sulla presunta incapacità di intendere e di volere, all’epoca, di Diego». Al momento, Ceci non solo ha effettuato la rendicontazione trimestrale prevista ma ha anche versato sul conto corrente argentino gestito da Baglietto 123.600 dollari, che rappresentano il 50% di un contratto – il primo – chiuso da Ceci successivamente al 17 agosto 2020.
Il resto lo leggerete nel libro “Il tesoro di Maradona” o lo ascolterete scaricando il podcast su Apple podcast.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Il sottoscritto avvocato, in nome e per conto del sig. Alfonso De Prisco nella qualità di legale rappresentante della società APP.LOVE SOFT S.r.l.s., in relazione all'articolo dal titolo “Ecco il contratto che lega Maradona, l'avvocato Morla e l'imprenditore Ceci”, pubblicato sul quotidiano online facente capo al Sole 24 Ore in data 23.11.2021 a firma Roberto Galullo e Angelo Mincuzzi chiede che sia pubblicata, ex art. 8 della legge 8.2.1948 n. 47, una rettifica delle notizie riportate nel suddetto articolo.
In tale articolo, infatti, si afferma che “Il 17 agosto 2020, tre mesi prima di morire, Diego Armando ha firmato una licenza – valida per 15 anni e rinnovabile – per lo sfruttamento commerciale dei suoi diritti di immagine. Le firme (si veda foto) sono quelle del fuoriclasse argentino morto un anno fa, dell'avvocato di Buenos Aires Matias Edgardo Morla e di Stefano Ceci, imprenditore campano, da tempo residente a Dubai“ e che “A leggere il contratto in lingua spagnola, con a fronte la traduzione in inglese – di cui il Sole 24 Ore è entrato in possesso – si legge che Morla e la sua società Sattvica Sa e Ceci, in proprio e attraverso le società lui possedute o partecipate, possono ricorrere a persone, caricature, foto, video, audio, autografi , oltre al nome e al cognome di Diego Armando Maradona per una serie molto ampia di categorie commerciali. Nell'elenco troviamo ……… giochi anche d'azzardo ………”.
I temi di tale notizia, dal contenuto ingannevole e gravemente lesivi degli interessi commerciali della società APP.LOVE SOFT S.r.l.s., risultano privi di fondamento in quanto il contratto esibito dal signor Stefano Ceci non risulta idoneo a produrre tutti gli effetti giuridici elencati nell'articolo.
Sul punto specifico risulta invero necessario evidenziare come in data 14 agosto 2020 – e quindi in epoca anteriore al documento posto in visione ai giornalisti del Sole 24 Ore - sia stato stipulato tra i signori Diego Armando Maradona, Matias Edgardo Morla e Stefano Ceci – quali concedenti – ed il signor Alfonso De Prisco in qualità di legale rappresentante della società APP.LOVE SOFT S.r.l.s. – quale concessionario - un contratto di concessione allo sfruttamento dei diritti di immagine del sig. Diego Armando Maradona in esclusiva nazionale ed internazionale per i settori: giochi – giochi da intrattenimento – giochi di azzardo – applicazioni software e altro (si confronti il contratto che si allega in copia alla presente).
Il contratto sottoscritto dal signor Alfonso De Prisco risulta inoltre regolarmente autenticato, registrato e apostillato dal notaio argentino Sandra Veronica Iampolsky.
La circostanza che il contratto sottoscritto dal signor Alfonso De Prisco risulti stipulato precedentemente a quello esibito dal signor Stefano Ceci, in occasione dell'intervista rilasciata in data 23.11.2021, risulta pacificamente comprovata dal numero cronologico della registrazione notarile che risulta anteriore – n. 160 – rispetto a quella di cui al contratto mostrato dal signor Stefano Ceci – n. 161 -.
Non corrisponde pertanto a verità l'asserzione contenuta nell'articolo afferente l'intervista rilasciata dal sig. Stefano Ceci secondo cui “Nessun limite è previsto per lo sfruttamento commerciale nelle categorie indicate nel contratto” atteso che nei settori dei “giochi – giochi da intrattenimento – giochi di azzardo – applicazioni software e altro” l'esclusiva nazionale ed internazionale allo sfruttamento dei diritti di immagine del sig. Diego Armando Maradona spetta in via esclusiva al sig. Alfonso De Prisco nella qualità di legale rappresentante della società APP.LOVE SOFT S.r.l.s.
Federico Di Blasi
Roberto Galullo
caporedattore-inviato
Angelo Mincuzzi
Caporedattore e inviato
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