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Polizia e militari non vaccinati, 50mila a rischio di sospensione

di Marco Ludovico

Oms Europa: obbligo vaccinale da considerarsi come ultima opzione

L’effetto annuncio del decreto legge sul super Green pass, voluto dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha fatto però partire la corsa alle prime dosi anche tra i dubbiosi con le stellette

8 dicembre 2021
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3' di lettura

Il nodo dei militari e poliziotti no vax o senza vaccino è ormai al pettine. In ballo sono circa 50mila addetti del comparto Difesa, sicurezza e soccorso pubblico. Appartengono alla Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza; l’Esercito, la Marina e l’Aeronautica; i Vigili del Fuoco. A percentuali variabili, la quota di chi è senza vaccino non è comunque marginale: l’ordine di grandezza è di migliaia di unità. Tutti ora sottoposti all’obbligo vaccinale con una scadenza incombente: dal 15 dicembre chi non decide di rispettarlo rischia la sospensione dal servizio.

Situazione in miglioramento

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I ministri Lorenzo Guerini (Difesa) e Luciana Lamorgese (Interno) sono in allerta. Proprio ieri al dipartimento Ps guidato dal prefetto Lamberto Giannini si è svolto un vertice con i sindacati di polizia. Per definire la gestione dal 15 dicembre in avanti. Non sarà facile. L’effetto annuncio del decreto legge sul super Green pass, voluto dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha fatto però partire la corsa alle prime dosi anche tra militari e agenti dubbiosi. Va anche detto che i numeri di no vax e non vaccinati sono alti ma vanno depurati da una cifra ancora ignota, cioè chi ha fatto il vaccino in autonomia senza partecipare alla profilassi d’ufficio.

Tra i carabinieri il 90,9% è vaccinato, restano fuori circa 5mila militari. Per la Polizia di Stato cifre non ufficiali un po’ più alte, tra i 5 e i 7mila agenti non coperti. Nelle Forze armate la percentuale di vaccinati almeno con una dose è circa l’87%. Va sottolineato un miglioramento netto rispetto a un paio di mesi fa quando la quota media di non vaccinati nel comparto era peggiore: circa il 20%, numero scritto anche in documenti ufficiali.

Pressing sui dubbiosi

La scommessa ora nel settore è di ridimensionare al minimo gli irriducibili e convincere tutti i dubbiosi. Nella riunione al Viminale sono state discusse le procedure da adottare. È in arrivo una circolare del Dipartimento Ps: tutti i poliziotti saranno chiamati a confermare con i propri documenti l’avvenuta adesione al vaccino. Poi sarà contattato chi non risponde, interpellato se è vaccinato o no, in quest’ultimo caso invitato ad adempiere all’obbligo.

«Entro cinque giorni dovrà comunicare la prenotazione, fatto il vaccino entro 15 giorni avrà la certificazione verde - spiega Felice Romano (Siulp) - fino alla data della vaccinazione dovrà fare a sue spese un tampone antigenico quotidiano o molecolare ogni 48 ore, così potrà continuate a lavorare. Abbiamo però chiesto - sottolinea Romano - che una volta fatto il vaccino i tamponi successivi siano fatti a carico dell’amministrazione». Per chi non si vaccina, oltre alla perdita dello stipendio c’è l’obbligo di riconsegnare pistola, manette e tesserino. «Abbiamo chiesto il potenziamento della rete degli psicologi per la Polizia di Stato - sottolinea Romano - proprio per fugare ogni ansia e sostenere le incertezze di chi è più fragile».

L’esempio del comparto Sanità

Qualche lezione può arrivare dal comparto della sanità, il primo a essere sottoposto all’obbligo di vaccino che ora è stato prorogato anche per la terza dose. Tra medici, infermieri e altri operatori sanitari è rimasto uno zoccolo duro di no vax, ma si tratta di un fenomeno molto ridotto. Finora secondo l’ultimo monitoraggio dell’Ordine dei medici (la Fnomceo) sono stati 2365 i medici o gli odontoiatri sospesi (su una pletea di 468mila iscritti), di questi però un 25% si è ravveduto vaccinandosi e così al momento i camici bianchi sospesi sono 1767. Tra gli infermieri le sospensioni sono state complessivamente 6mila, ma 2 mila nel frattempo si sono vaccinati.

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