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Concorrenza, giovedì primo test al Senato. Il nodo balneari

di Carmine Fotina

Spiagge, ecco cosa cambia: dalle gare, ai canoni, alla proroga delle concessioni a fine 2023

La Lega, ma anche pezzi del Pd, hanno già fatto capire di volere correzioni all’intervento che fissa al 31 dicembre 2023 la chiusura delle attuali concessioni

4 marzo 2022
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3' di lettura

Tra una settimana sulla legge per la concorrenza, in commissione Industria al Senato, si farà sul serio e si misureranno le intenzioni dei partiti rispetto a decine di audizioni che hanno fatto a pezzi l’impianto del provvedimento. Se anche le forze di maggioranza decidessero di accogliere la decima parte delle richieste di modifica arrivate dalla categorie il disegno di legge varato a novembre dal governo Draghi scricchiolerebbe lentamente fino a rischiare di sbriciolarsi al suolo.

Le spinte nella maggioranza

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La commissione di Palazzo Madama ha fissato per le 12 di lunedì 14 marzo sia il termine per la presentazione degli emendamenti sia quello per i subemendamenti al testo di modifica del governo sulle concessioni balneari. È diventato fin troppo facile pronosticare che proprio sulle spiagge ci sarà un serio test di prova nel confronto tra Palazzo Chigi e la maggioranza, perché la Lega, ma anche pezzi del Pd, hanno già fatto capire di volere correzioni all’intervento che fissa al 31 dicembre 2023 la chiusura delle attuali concessioni e delinea i principi da seguire per le nuove gare. Potrebbe essere richiesto un allungamento del termine.

Confronto preventivo sui temi prioritari

E non è l’unico punto critico. Il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, si è accodato al presidente Pd dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, per lamentare una scarsa attenzione agli investimenti dei concessionari uscenti chiedendo che il valore aziendale rientri tra i parametri per calcolare gli indennizzi. I balneari rubano l’attenzione in platea ma dietro le quinte ci si aspetta ben altre tensioni. Due giorni fa in un vertice a Palazzo Chigi tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti e il viceministro dello Sviluppo Gilberto Pichetto, che seguirà il provvedimento per il ministero, si è messo a punto un metodo per cercare di neutralizzare in anticipo i punti di attrito attraverso un confronto preventivo sui temi prioritari degli emendamenti.

Dai farmaci generici al riordino dei taxi

«A seguito di interlocuzioni con il governo e i gruppi - ha detto il presidente della commissione Industria, Gianni Girotto - è stata valutata la possibilità di svolgere riunioni tematiche di confronto sul provvedimento». Giovedì 10 marzo in commissione i relatori del provvedimento - Stefano Collina del Pd e Paolo Ripamonti della Lega - sottoporranno ai gruppi i primi temi da affrontare. Gli articoli sui vincoli all’in-house nei servizi pubblici locali, e in particolare nel trasporto, sull’accesso alla rimborsabilità dei farmaci generici (con l’abrogazione del cosiddetto patent linkage), sul riordino dei taxi potrebbero essere in cima alle attenzioni. Insieme, sicuramente, alle concessioni idroelettriche. L’argomento portato in audizione dalle società del settore, cioè la mancata reciprocità rispetto ad altri paesi Ue che non hanno indetto gare, sembra avere incontrato la sensibilità di diversi senatori.

Giorgetti: rinnovo o proroghe a condizioni di mercato

Ma bisogna capire come questo possa tradursi in eventuali correzioni. Di sicuro il ministro dello Sviluppo Giorgetti, nel corso di un’audizione che si è svolta sul Piano di ripresa e resilienza, ha fatto capire che il tema delle proroghe sollecitate dagli operatori è sul tavolo. Sempre che si rivedano i canoni che versano alle Regioni. «Gli oneri di concessione devono essere adeguati - ha detto -. Se dobbiamo parlare di possibilità di rinnovo o di proroghe devono essere a condizioni economiche che devono essere di mercato, certamente non a quelle scritte in concessioni di 50 o 60 anni».

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