di Sofia Gnoli
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Un paio di stivali arrampicati in alto ¬ino a metà coscia. Un abito cut out. Per dare vita a un intero immaginario alle volte basta un tocco. Quando, nella prima scena di Pretty Woman (1990), Julia Roberts sale con la sua svelta falcata sull'auto del miliardario triste Richard Gere, i cuissard (dal francese cuisse, “coscia”) di vernice nera che indossa raccontano più di ogni altra cosa.
Stivali in camoscio con suola in cuoio e dettagli in gomma, HERMÈS (1.400 €, le ghette in cashmere e maglia di seta tecnica con lavorazione effetto pizzo sono state create per lo show.
Adesso da dominatrice, in perfetto stile bondage (Emporio Armani), con punte così affusolate da fare invidia a Peter Pan (Balenciaga), ma anche in gomma dall'aria sportiva (Chanel), gli stivali continuano la loro lunga marcia. Non c'è sneaker, décolleté o ballerina che tenga. I campioni d'inverno continuano a essere loro.
Stivale alto al ginocchio, con tacco in pelle, suola in cuoio e costruzione Blake, DOUCAL'S (540 €).
Da sempre circondati da un'aura di magia, sono loro a rendere invincibili i protagonisti di fiabe come il Gatto con gli stivali o Pollicino (raccolte alla fine del Seicento dallo scrittore francese Charles Perrault). E sempre loro a donare alla donna, come sostiene Valerie Steele – storica americana della moda, nota anche come “Freud della moda” – nel suo ormai storico volume Shoes. A Lexicon of Style (1998): “Quell'aura di potere fallico che li rende doppiamente sexy”. Con la loro peculiarità di nascondere e, al tempo stesso, di svelare le gambe solleticando la fantasia, gli stivali sono connessi da secoli all'idea di seduzione.
Stivale in pelle con gamba svasata e arricciata sulla caviglia, punta affilata e tacco sottile, BALENCIAGA.
Inoltre, continua Steele: “Veicolano un messaggio molto diverso rispetto a qualsiasi altro tipo di calzatura perché non solo coprono il piede, essi hanno anche una ‘gamba' che arriva almeno alla caviglia, che sale spesso fi no al polpaccio, al ginocchio, al massimo a metà coscia. Le gambe non sono soltanto organi di locomozione, sono anche la strada che conduce ai genitali; per questo sono a tutti gli e etti una zona erogena”.
Stival con plateau invisibile e tacco ricoperto in pelle, CASADEI (1.200 €).
Legati inizialmente all'abbigliamento maschile (già diffusi tra gli antichi romani con il nome di calcei), a parte alcune eccezioni, come quella di Giovanna d'Arco, gli stivali hanno iniziato l'ascesa nel guardaroba di lei nel corso del Settecento, per vivere uno dei loro periodi d'oro il secolo successivo quando, in pieno clima vittoriano, le gambe dovevano essere invisibili. Era il momento in cui “tra i pizzi vaporosi della biancheria intima” – nota il sociologo francese Philippe Perrot (Il sopra e il sotto della borghesia. Storia dell'abbigliamento nel XIX secolo, 1981) – “si celava un capitale erotico i cui profitti si misurano in proporzione al culto del polpaccio e all'eccitazione che allora suscitava la visione di una caviglia”.
Stivali a calza in nappa, BURBERRY.
Fu così che stivaletti stringati come corsetti si trasformarono nell'accessorio indispensabile dell'armamentario di femme fatale e “grandi orizzontali”. Allora, ispirandosi probabilmente al fascino di Lola Montez, cortigiana ed esotica danzatrice, Baudelaire scrisse La Fanfarlo, racconto in cui parla dell'attrazione di un malinconico dandy per una disinibita ballerina che “calzava senza pudore la sua gamba adorabile; le sue mani facevano giocare attraverso gli occhielli i lacci degli stivaletti come un'agile spoletta e non si curava della sottana che bisognava riabbassare. Quella gamba era l'oggetto di un desiderio incessante. Lunga, fi ne, forte, aveva tutta l'impeccabilità del bello e l'attrattiva libertina del piccante”.
Stivale alla pescatora, in gomma con profili e suola a contrasto, CHANEL (2.200 €).
In seguito, a parte i graziosi stivali delle ragazze della Belle Époque o quelli massicci da cowboy alla Calamity Jane, hanno vissuto un periodo di declino. Poi, negli anni Sessanta, nonostante gli ammonimenti di una maestra del gusto come Geneviève Antoine Dariaux che, sulle pagine di Elegance (1964) – agile manuale con tutte le dritte per essere perfette in ogni occasione – li definiva “un accessorio superfluo, più adatto all'armadio di una studentessa che al guardaroba di una donna elegante”, sono tornati. All'epoca della Swinging London, non più muniti di allusivi labirinti di lacci, ma lisci, o al massimo stretti da un elastico o chiusi da una lampo, la moda li ha riportati in voga.
Stivali in vernice sintetica elasticizzata e punta rotonda coordinati alla piccola sporta MyEA, EMPORIO ARMANI.
Da allora, alla caviglia come quelli che Anello & Davide avevano realizzato per i Beatles, a metà polpaccio, alla maniera di Nancy Sinatra quando cantava These Boots Are Made for Walking (1966) o interminabili, come quelli di Jane Fonda in Barbarella (1968) di Roger Vadim, non sono più scomparsi, trasformandosi in un classico senza tempo, costantemente reinterpretato.
Stivale in pelle con tacco Baguette intagliato, FENDI (1.350 €);
Ne sono prova le versioni di questo autunno-inverno: Fendi esplora il tacco intagliato; Casadei e Burberry rivisitano il modello a calza, l'uno con un plateau “invisibile” e l'altro con l'avvolgenza della nappa. Hermès ammorbidisce l'allure del cuissard, con una combinazione di stivali e ghette, mentre Doucal's propone la sua versione più rassicurante: linee pulite e tacco comodo.
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