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Piemonte in bici o a piedi nel Grand Tour Unesco

di Lucilla Incorvati

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Da un canovaccio di 600 km si possono creare percorsi di poche ore o di qualche giorno: perfetta unione di storia, cultura e natura

15 novembre 2021
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4' di lettura

Il profumo di castagne e le giornate calde d’autunno, quando le foglie si infuocano e si preparano ai primi freddi, sono un invito a percorrere in sella a una bici (più facile se e-bike) uno degli itinerari che si snodano lungo sentieri, canali, borghi medievali, giardini botanici e oasi naturalistiche del Grand Tour Unesco del Piemonte, un anello di 600 km al cui centro c’è Torino. Il Piemonte ha un concentrato di riconoscimenti: ai cinque siti (Regge Sabaude,I Sacri Monti, Siti palafitticoli preistorici dell'arco alpino,I Paesaggi Vitivinicoli Langhe-Roero e Monferrato, Ivrea Città Industriale del XX Secolo si aggiungono Torino Creative City per il Design, Alba Creative City per la Gastronomia e Biella Creative Cities of Crafts&Folk Art, il Geoparco Sesia Val Grande, tre biosfere ( Ticino Val Grande Verbano , Monviso, Collina Po) e nel patrimonio immateriale Unesco ci sono anche L'Arte della costruzione in pietra a secco, L'Alpinismo, L'Arte musicale dei suonatori da caccia.

Il Grand Tour Unesco

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Lo si può percorrere in piccole e grandi tappe: dal centro della città sabauda, dopo aver visitato alcuni dei suoi palazzi più belli e consumato una deliziosa Merenda Reale (ottima quella ai Musei Reali) si arriva alla Reggia di Venaria in meno di due ore di pedalata facile. Mentre con un tour di quattro giorni si raggiungono, sempre da Torino, Oropa e Biella, percorrendo oltre 160 km. Anche da Vercelli a Casale Monferrato e Racconigi, compiendo l'Arco delle Colline e delle città del Vino, la strada da fare richiede un certo impegno (circa 150km).

Grand Tour Unesco Piemonte

32 foto

L’alternativa alla bicicletta

Per chi non ama la bicicletta c’è un’alternativa: grazie a un reticolo di stazioni ferroviarie (Ivrea, Biella, Santhià, Casale Monferrato, Asti, Alba, Bra, Racconigi, Savigliano, etc) si raggiungono quasi tutte le destinazioni dell’anello. L’esperienza (anche quando non la si percorre con il vento in faccia) è unica per l’altissimo concentrato di storia, cultura e natura e soprattutto per il loro perfetto mix: la Reggia di Venaria, tripudio di sfarzo, arte e colori non sarebbe tale senza i bellissimi giardini che per chilometri fanno compagnia introducendo ai 3mila ettari del selvaggio Parco della Mandria dove il tempo sembra essersi fermato. Nel tour da Torino a Biella non sono da meno la maestosità del Castello di Agliè - con il suo parco nel quale perdersi tra i profumi di rose, camelie, ortensie - e di quello di Rivara che da decenni presta il suo antico abito all’arte contemporanea. Il binomio natura e storia dà il meglio quando ci si immagina pellegrini nelle atmosfere di luoghi simbolo come il Sacro Monte di Oropa che ancora custodisce il mistero della Madonna Nera. Allo stesso modo ci si sente veri viandanti (in bici o a piedi) percorrendo la Via Francigena Morenico–Canavesana, che s’irradia nella conca attorno a Ivrea.

L’architettura

L’architettura è una grande protagonista del Grand Tour: la si scopre ai margini di aree protette come gli antichi opifici non lontani dall’Oasi Zegna nel Biellese, vicino alla Riserva Naturale delle Baragge e al Parco del Po. A Torino, città creativa Unesco, accanto al barocco che la rende imponente e talvolta austera, la storia contemporanea rivive nelle ex Ferriere Fiat, Teksid e negli altri ex impianti che fanno il grande Parco Dora. Oppure nelle ex concerie Durio tornate a nuova vita con la Biblioteca Calvino. Di quello che erano un tempo le fabbriche, centri di produzione e vita, è un esempio nel Canavese l’ex Manifattura di Cuorgnè, un borgo che esprime bene quel travagliato rapporto tra agricoltura e industria. Non si immagina, poi, che nel cuore della Fabbrica Olivetti a Ivrea (Patrimonio Unesco come città industriale del XXI secolo) accanto alla mensa, ai depositi e ai luoghi della socialità ci sia una chiesa del ’400 (San Bernardino) con intatti gli affreschi cinquecenteschi di Gian Martino Spanzotti. Che spettacolo! Tra gli altri tesori nascosti da (ri)scoprire ci sono piccole chiesette di campagna come quella Romanica di San Martino a Ciriè o San Giorgio a Valperga.

Arte contemporanea

Ad Alba, non lontano dalle vecchie fabbriche della Ferrero, meritano i musei di arte contemporanea diffusi a cielo aperto come quelli che si affacciano sui vitigni del Nebbiolo sulla collina di San Licerio, a Guarene, dove la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo promuove un inedito programma di arte contemporanea ospitando le sculture di promettenti giovani artisti. E se una tappa obbligata per gli amanti dell’arte contemporanea è il Castello di Rivoli, a Biella (città creativa Unesco) lo è la Fondazione Pistoletto con la visita alle opere Terzo Paradiso e Tavolo del Mediterraneo negli spazi dell’ex Lanificio Giuseppe Trombetta. «L’anello è solo un canovaccio - ricorda l’urbanista Andrea Rolando (Osservatorio E-Scapes PoliMI) che ha ideato e realizzato il progetto a cura di VisitPiemonte, Regione Piemonte e Unioncamere -. Ognuno può costruire il proprio itinerario in cerca di quella bellezza immortalata dai luoghi Unesco ma anche di molto altro vista la ricchezza che offre il territorio in ogni stagione dell’anno, in modo slow anche da chi non è un amante delle bici». Se, infatti, il foliage d’autunno impreziosisce i giardini, non sono da meno a maggio i meleti in fiore ai piedi delle prealpi biellesi oppure le risaie allagate che rendono affascinante e unica la pianura del Vercellese. Provare per credere.

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