di Angelo Flaccavento
Armani Privé AI 23-24
2' di lettura
«Poche delle cose che sto vedendo a Parigi in questi giorni mi paiono degne di essere definite haute couture», dice Giorgio Armani, pungente e sferzante come sempre. Suo bersaglio sono certamente l'ingente ed evidente spettacolarizzazione, giunta ormai alle battute finali e quindi logora, esausta - ugualmente consunto e risibile è il freak show di influencer e pseudo clienti altamente visibili ma forse poco spendenti - ma soprattutto il diffuso bisogno di realismo che si traduce, se non in normalità, nel suo equivalente da passerella, che è una sorta di prêt-à-porter elevato.
27 foto
Fin qui la stagione parigina appare in effetti concreta, rassicurante, e per questo a tratti noiosa. La risposta di Armani è una fioritura di rose rosse e laccate, e una nuova insistenza sul glamour, sorprendente da queste parti anche se ammantata di esotismo come da copione, che accompagna la usuale teoria di tailleur pantaloni e asciuttezze in una versione particolarmente scintillante e serica. Armani sembra proprio legare la sua idea di couture a questo continuo brillare, abbagliare: una luce forte, che a tratti si fa soverchia e sintetica, nascondendo la purezza delle linee.
20 foto
Da Chanel, Veronique Viard rinuncia all'artificio e sfila en plein air, su una riva lungo la Senna, con vista sulla Tour Eiffel e finti chioschetti di cartoline e memorabilia da cui gli ospiti possono cogliere a piene mani. Il cliché parigino incornicia una collezione che accelera in molte direzioni, dalla madame all'hippie chic, senza coagulare da nessuna parte, e che nel tentare una strada più fresca e giovane appare invece claudicante e retriva - il passo pesante sul selciato e i mezzi tacchi certo non aiutano. La mano di Viard è ora greve, ora inapparente, anche se i capi hanno un che di possibile e vero, in linea con il generale bisogno di sicurezza.
È a suo modo rassicurante anche Alexandre Vauthier. La sua idea affilata e seduttiva di French touch, in bilico sempre tra tailoring irremissibile e flou bombardone, ha il potere di rigenerarsi ogni stagione, sempre uguale e sempre diversa, che poi è una metafora appropriata per definire i cicli della moda, che a questo giro certamente annoia, ma magari, già domani, no. E via andare.
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy