di Emiliano Sgambato
Niko Romito ottiene il punteggio più alto nella guida “I Ristoranti d’Italia” del Gambero Rosso
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Tutti i big delle “Tre Forchette” confermati, con 4 novità. La presentazione “dal vivo” della 32esima edizione dei “Ristoranti d’Italia 2022” del Gambero Rosso si tinge di un particolare significato se messa in relazione con il lungo periodo di crisi che il settore della ristorazione ha dovuto attraversare. Tra l’altro in un momento in cui i contagi stanno tornando a crescere, ma ovviamente tutti si augurano che il periodo delle chiusure possa rimanere solo un brutto ricordo e che questa guida, come le altre della “concorrenza” possano essere di buon auspicio per consolidare a ripresa.
Sul podio ci sono tre campioni assoluti come Niko Romito del Reale (96 punti) a Castel di Sangro (L’Aquila), Massimo Bottura con Osteria Francescana (95 punti) a Modena e Heinz Beck e La Pergola (95 punti) dell’Hotel Rome Cavalieri. Nelle prime posizioni non mancano poi Antonino Cannavacciuolo nel dream team con Villa Crespi (93 punti) a Orta San Giulio a Novara, Gennaro Esposito alla Torre del Saracino (92 punti) a Vico Equense (Napoli). Davide Oldani e il suo ristorante D’O (91 punti) a Cornaredo (Milano), Gianfranco Vissani di Casa Vissani (91 punti) a Baschi (Terni), e Carlo Cracco, premiato come “il ristoratore dell’anno”.
I nuovi ingressi sono tutti al Centro-Sud. Ottengono le ambite “Tre Forchette” i ristoranti Dani Maison a Ischia (Napoli), Idylio by Apreda del The Pantheon Iconic Rome Hotel nella Capitale, Andreina a Loreto (Ancona), Enoteca La Torre a Villa Laetitia a Roma.
In tutto sono state segnalati 2.700 esercizi e 245 novità. Aumentano gli esercizi segnalati con “Tre Gamberi” che passano a 32 e salgono a 42 i Premi speciali. Tra questi, cuoco emergente è stato designato Luigi Salomone di Re, Santi e Leoni a Nola (Napoli), “Bu:r” a Milano è premiato per l’innovazione in cucina, mentre “Dalla Gioconda” a Gabicce Mare (Pesaro Urbino) è la novità dell’anno.
Ancora nelle Marche Uliassi a Senigallia (Ancona), oltre alle Tre Forchette con 94 punti è premiato per il “menu degustazione dell’anno”. Doppietta, sempre a Senigallia, anche per Madonnina del Pescatore (93 punti) con Moreno Cedroni vincente anche per il servizio di sala. “Le Calandre” a Rubano (Padova) ha le Tre Forchette con 94 punti per la cucina di Massimiliano Alajmo e la miglior carta dei distillati. Sempre 94 punti per le Tre Forchette a Piazza Duomo a Alba (Cuneo) premiato anche per la mglior proposta al bicchiere al ristorante. Si scende in Lucania per Tommaso Foglia di Don Alfonso 1890 - San Barbato a Lavello (Potenza) per il pastry chef dell’anno, per raggiungere poi le Eolie dove il Signum a Salina (Messina) è il ristorante con la miglior proposta di bere miscelato. Miglior sommelier è Gianni Sinesi del Reale a Castel di Sangro.Guida ristoranti Gambero Rosso, settore è volano made Italy
Voti e classifiche «vogliono essere uno stimolo – ha detto la curatrice Laura Mantovano, alla presentazione a Roma – per alzare ulteriormente l’asticella. La ristorazione italiana può tornare ad essere un volano per tutto l’agroalimentare italiano, grazie ad un vero gioco di squadra e all’indispensabile supporto delle istituzioni. Intanto, per uscire dalla convalescenza post pandemia i migliori interpreti della cucina italiana contemporanea hanno trovato la chiave di volta per (ri)conquistare la fiducia con attenzione ai distanziamenti e alla salvaguardia dei clienti, ma anche con piatti “semplici”, piatti comfort, impressi nella memoria e nel lessico di tutti, preparazioni che regalano gioie al palato e al cuore: sapori netti, riconoscibili, che mettono a proprio agio».
Per Paolo Cuccia, presidente di Gambero Rosso, si fotografa un anno importante per la ristorazione italiana che «ha dimostrato grande capacità di evoluzione e di adattamento. Da quest’anno, – ha annunciato – i vertici delle nostre guide sono invitati a far parte del Comitato Scientifico organizzato dalla Fondazione Gambero Rosso, senza scopo di lucro, che attraverso studi e ricerche sulle prospettive occupazionali individua le esigenze di formazione per la creazione personale altamente qualificato in tutti i campi del comparto agroalimentare».
Emiliano Sgambato
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