Tecnologia
Pubblicità

Tecnologia

Marte sempre più lontano per l’Europa: sospesa la missione Exomars 2022

di Leopoldo Benacchio

Spazio, l'occhio del Perceverance cattura un'eclissi su Marte

La missione, che costa 1300 milioni di euro, ha già accumulato ritardi. Alla Russia sarebbe spettato il razzo vettore, la piattaforma per il rover marziano e il superparacadute, ma Roscosmos non collabora più

25 maggio 2022
Pubblicità

3' di lettura

Marte sempre più lontano per l'Europa e soprattutto per l'Italia. Non stiamo parlando di astronomia, ma delle conseguenze della guerra russo-ucraina: le sanzioni imposte alla Russia hanno portato alla cessazione immediata delle collaborazioni in campo spaziale fra l'Agenzia russa Roscomos e quella europea Esa e anche fra i singoli stati componenti, fra cui il nostro. Fra i tanti esperimenti sospesi, o eliminati del tutto, certamente la vittima eccellente è Exomars 2022, ambiziosa missione marziana di Esa che dovrebbe portare sul pianeta rosso un sofisticato rover per le analisi fisico-chimiche del terreno di quel pianeta. Solo che, già in ritardo di due anni sulla tabella di marcia, ora non partirà se non, forse, a fine decennio, a tutto vantaggio di Usa e Cina.

Exomars, una vicenda travagliata e costosa per l’Italia

Pubblicità

A settembre doveva infatti partire la seconda parte di questa complessa e costosa missione europea, 1.300 milioni di euro di cui quasi una metà versata dal nostro Paese che ne è stato il principale supporter. Una prima parte si era avuta nel 2016 e l'esito non era stato positivo al 100%, dato che il satellite madre che doveva rimanere attorno al pianeta rosso era andato in orbita perfettamente, e ancora è lì, mentre la parte che doveva arrivare al suolo per effettuare misure per qualche decina di minuti ha avuto un impatto violento ed è andata subito persa. La seconda parte, Exomars 2022, doveva portare sul suolo marziano il rover europeo, dedicato a Rosalind Franklin, una chimica britannica il cui lavoro è stato fondamentale per lo studio del Dna. È un vero e proprio laboratorio semovente con anche un preziosissimo e sofisticato trapano, di ideazione e fattura italiana, capace di arrivare a due metri di profondità, dove nessuno finora è riuscito ad andare.

L'Europa però, partita col progetto molti anni fa, si è trovata, dopo il parziale insuccesso del 2016, completamente in panne a causa del blocco delle collaborazioni con la Russia, che, per inciso, fortunatamente non ha toccato la Stazione Spaziale Internazionale.

La spiegazione è semplice: il rover lo doveva portare sino a Marte un razzo vettore Proton, russo, partenza stabilita per settembre di quest'anno, ma il contributo di Roscosmos andava oltre. È russa, infatti, la piattaforma su cui doveva essere alloggiato il rover Rosalind Franklin nel viaggio fino a Marte e poi nella discesa fino al suolo e il tutto, piattaforma più rover, era previsto essere frenato nella discesa, di fatto la parte pericolosa della missione, da uno speciale paracadute supersonico sempre russo. Ora è il responsabile dello slittamento dal 2020 a quest'anno, dato che ha avuto necessità di ulteriore tempo di sviluppo, e infine per sopperire energia e calore la Russia ci forniva anche una batteria al plutonio.

L'intervallo di due anni è dovuto alla mutua posizione fra la Terra e Marte, che si allontanano fra loro fino a 200 milioni di chilometri per poi arrivare al punto di massima vicinanza, 50 milioni di chilometri, buono per programmare il viaggio.

Ora mancano i contributi di Roscosmos

Oggi quindi non abbiamo razzo vettore, né piattaforma e paracadute né pila atomica. Di fatto la missione è impossibile, all'Agenzia spaziale europea si stanno concentrando per trovare una soluzione, che potrebbe passare anche attraverso un accordo con Nasa, ma le bocche sono cucite e si spera di avere un report sulle possibili soluzioni quest'estate. Certo è che il 17 maggio in una conferenza stampa il direttore generale di Esa, Joseph Aschbacher, aveva ipotizzato il 2026 come possibile obiettivo, specificando che comunque si trattava di una data molto ardita da raggiungere. Proprio in questi giorni fonti della stessa Agenzia lasciano intendere che si può parlare del 2028.

Le altre missioni marziane

Su Marte intanto continuano a fare un ottimo lavoro il rover Perseverance di Nasa, col suo simpatico e molto interessante minielicottero marziano, e la stazione fissa di analisi chimico fisica e geodesia Insight, sempre dell'Agenzia americana. Nel frattempo, poi i cinesi sono riusciti un anno fa ad arrivare al suolo marziano con il loro rover al primo tentativo, Zhurong il suo nome, antico dio del fuoco.

La domanda è se ce la faremo a far arrivare al Pianeta Rosso questa missione, piena di tecnologia e lavoro italiano, nonostante il ritardo, che la farà partire, nel migliore dei casi, alla fine del decennio, quando è prevista un'altra missione fondamentale, congiunta fra Nasa ed Europa: riportare sulla Terra campioni di suolo marziano.

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy