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Wella chiede la riduzione dell’Iva per i parrucchieri

di Marika Gervasio

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Il taglio dal 22 al 10% serve per dare un rilancio alla categoria e si affianca alla proposta di legge alla Camera del 2020 per l'istituzione di un Albo Professionale

26 gennaio 2023
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4' di lettura

Wella scende di nuovo in campo per portare sotto la lente delle istituzioni una istanza per dare nuovo impulso al segmento dei saloni di acconciatura, un settore già ferito dalla pandemia che si trova ad affrontare un contesto di mercato stagnante. Il 30 gennaio a Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, durante la seconda edizione di “Arti e professioni dell'eccellenza italiana - Premio Wella ai migliori saloni italiani”, alla presenza di onorevoli e senatori, si parlerà, infatti, della riduzione dell'Iva dal 22 al 10% sulle prestazioni effettuate degli acconciatori che rappresenterebbe un valido intervento a favore dei saloni, innescando anche un meccanismo virtuoso per dare spinta ai consumi. L’iniziativa di affianca alla proposta di legge alla Camera del 2020 per l'istituzione di un Albo Professionale.

In altri Paesi europei come l'Olanda, ad esempio, per le prestazioni di acconciatura l'Iva è stata abbassata dal 19 al 6%, in prima battuta, per assestarsi - ad oggi - al 9% e se ne vedono i risvolti positivi: aumenti del fatturato per il settore, incrementi di posti di lavoro e importanti successi contro l'economia sommersa, fanno sapere dall’azienda. Anche in Inghilterra è recente la campagna #SaveOurSalons che chiede al Governo di ridurre l'Iva per i parrucchieri dal 20 al 5%, come ha fatto per il settore dell'ospitalità.

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E spiegano che «La richiesta di abbassare l'Iva al 10% appare quanto più urgente e allineata all'Unione Europea, che ha recentemente approvato una Direttiva con cui ha confermato la categoria dei parrucchieri tra quelle cui ciascuno Stato membro può destinare una tassazione ridotta, fino ad un massimo del 5%. La Direttiva entrerà in vigore il 1° gennaio 2025 e gli Stati dovranno recepirne le disposizioni entro la fine del 2024. Ciascuno Stato membro può accordare la riduzione rispetto a due soli servizi tra quelli individuati. I prossimi due anni sono, dunque, decisivi affinché le istanze degli acconciatori si concretizzino in un testo normativo».

Athina Nikolaidou, general manager Wella Company Italia e Grecia, delinea il quadro del comparto in Italia: «Secondo i dati di Cosmetica Italia si contano circa 100mila saloni di acconciatura che impegnano 230.000 addetti. La categoria rimane la seconda, in termini di fatturato, nel settore artigianale, dopo quella edile. La concentrazione dei saloni, per numero di abitanti, è la più alta in Europa. Il mercato dell'acconciatura ha tenuto con un 2022 che chiude, in termini di ricavi, con un leggero andamento positivo, verso il 2021, pur rimanendo ancora al di sotto del 2019 (anno di riferimento pre-covid), e confermando, ancora una volta, che la bellezza soffre meno la crisi economica e sociale rispetto ad altri settori. I saloni hanno ripreso a lavorare non appena le regole sanitarie lo hanno permesso (la categoria ha subito 2 momenti di chiusura per lockdown) ma con modalità differenti».

E continua: «Il cambio di abitudini della consumatrice, anche dettato da un nuovo stile di vita e di lavoro, ha comportato una diminuzione della frequenza di visita al salone e una minore fedeltà al salone. Una nota positiva lasciata dalle regole della pandemia è invece l'obbligo dell'appuntamento che ha migliorato l'esperienza della consumatrice nei saloni, garantita anche dalla maggiore attenzione e qualità dei servizi erogati. L'impegno del titolare del salone si è quindi rivolto all'aumento dei servizi erogati per singola visita, con un conseguente aumento del valore dello scontrino, e alla riduzione dei costi di gestione. I saloni che sono riusciti a bilanciare l'equazione costi/ricavi hanno chiuso il 2022 con un utile netto paragonabile a quello del 2019».

Cosa si potrebbe fare per sostenere il settore e qual è il suo futuro? «Le aziende, le associazioni di categoria e le istituzioni devono impegnarsi ancora di più per sostenere una categoria che svolge un ruolo essenziale nella nostra società - risponde la manager -. I costi di impresa e i costi del personale oggi incidono molto più che in passato e rendono complessa una gestione sostenibile del salone. Considerazione ancora più rilevante se si analizza che i ricavi sono assai meno del passato. Wella è al fianco dei propri clienti per aiutarli a superare questo momento difficile dando loro gli strumenti, in termini di prodotti e servizi, per fare la differenza nel mercato. Al tempo stesso siamo fortemente impegnati con le istituzioni lanciando iniziative e proposte per sostenere la categoria. Nel 2022 abbiamo presentato una proposta di legge per la costituzione dell'albo professionale dei parrucchieri e quest'anno ci facciamo portavoce della forte necessità di ridurre l'aliquota Iva. Dal canto loro gli acconciatori devono investire le giuste risorse in formazione (non solo quella tecnico-stilistica ma anche quella manageriale) e in comunicazione. Così facendo riusciranno ad avere un ruolo di primo piano nella mente delle consumatrici, saranno in grado di superare questo difficile momento congiunturale e saranno pronti per un futuro che vedrà la bellezza avere sempre un ruolo cardine nella nostra società».


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