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Superbonus: dalle case popolari al sismabonus, come potrebbe cambiare il decreto

Sportello superbonus: il decreto legge e i conti pubblici

Il relatore del decreto De Bertoldi: serve un grande sforzo anche da parte delle banche

1 marzo 2023
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2' di lettura

La maggioranza e il governo sono pronti a dare risposte su alcuni aspetti del decreto legge del 16 febbraio che ha bloccato il superbonus e le sue costose - per lo Stato - cessioni dei crediti. Lo ha assicurato Andrea de Bertoldi (Fdi), relatore del provvedimento alla Camera, intervenendo allo Sportello Superbonus del Sole 24 Ore. L’esponente di Fratelli d’Italia ha fatto riferimento alla cosiddetta edilizia libera, alle onlus e alle case popolari e al sismabonus. Il termine per la presentazione degli emendamenti è lunedì 6 marzo e l’esame entrerà nel vivo poco prima della fine del mese.

Edilizia libera

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«Stiamo ascoltando le parti in causa, abbiamo rilevato delle problematicità, come quella della cosiddetta edilizia libera: il cittadino che ha non fatto il 110% ma ha cambiato i serramenti o la caldaia sfruttando il bonus 50% con il decreto, così come è scritto, potrebbe incontrare delle difficoltà. In questi casi, infatti, l'inizio dei lavori avviene a valle del percorso: prima si fa il contratto, poi viene versato l’acconto (di solito del 50%) e solo dopo due o tre mesi si avvia l’esecuzione del lavoro. Con ragionevole ottimismo posso dire che il problema dovrebbe risolversi».

Sisma bonus

«Risposte confortanti» sono state annunciate da de Bertoldi anche per gli interventi legati al sismabonus. Il decreto ha effetti anche sulle pratiche ancora da presentare nelle aree colpite dal terremoto del 2016: sono 25mila, poco meno della metà delle 52mila complessive.

Case popolari e onlus

Risposte positive verranno date anche alle case popolari e alle onlus per dare incontro a chi «non avendo capacità fiscale avrebbe maggiori problemi dall’applicazione di questo decreto. Stiamo studiando per trovare le coperture».

Crediti 2022 ancora da cedere

De Bertoldi ha detto di lavorare anche per una soluzione per i detentori dei crediti 2022 che non hanno ancora potuto cederli. «Posto che per ragioni tecniche non è possibile prevedere un’ulteriore proroga dopo quella dal 16 marzo al 31 marzo, parte di questi crediti rischiano di non essere ceduti in tempo utile e quindi di essere utilizzabili solo in detrazione da parte del detentore che potrebbe avere il cassetto pieno. Senza arrivare alla cessione effettiva potrebbe esserci una soluzione. Serve però un grande impegno delle banche».

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