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Esoscheletri, app e realtà virtuale: Lecco punta all’eccellenza per la riabilitazione

di Alessia Maccaferri

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Politecnico di Milano, Cnr e istituti di ricovero hanno contribuito al progetto Empatia. Al centro della ricerca soluzioni da utilizzare a domicilio

21 gennaio 2022
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2' di lettura

Laboratori per sperimentare tecnologie al servizio dei bambini, esoscheletri leggeri ed economici per pazienti con arti compromessi, tour virtuali per il recupero respiratorio. Con il progetto Empatia@, Lecco si conferma come distretto di avanguardia per la riabilitazione nel panorama italiano. In particolare negli ultimi quattro anni, accademici e clinici hanno lavorato assieme per studiare e sviluppare soluzioni facili da usare anche a domicilio, mettendo al centro il coinvolgimento imprescindibile del paziente.

Il Progetto Empatia@Lecco, avviato nel 2017, è il terzo capitolo del progetto più ampio del distretto che mette al centro la riabilitazione neuromuscolare e prevede azioni di innovazione tecnologica finalizzate all’empowerment del paziente, con sviluppo di prototipi di dispositivi e metodi di valutazione innovativi.

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Un progetto territoriale

Il progetto Empatia si è sviluppato grazie a un'ampia collaborazione di organizzazioni che vede l’associazione territoriale Univerlecco come capofila e coinvolge il polo di Lecco del Politecnico di Milano, il polo Cnr a Lecco, l’Ircc “Eugenio Medea”, l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Inrca, Ospedale Valduce (Centro di Riabilitazione “Villa Beretta” di Costa Masnaga) e l’Ats Brianza e l’Asst Lecco. «L'esperienza del distretto della riabilitazione ci dimostra oggi che lavorare su priorità condivise permette nel tempo di generare un valore tangibile per la vita delle persone e dei territori» ha detto Giovanni Fosti, presidente Fondazione Cariplo alla presentazione dei risultati. La fondazione che ha sostenuto il progetto - assieme a Regione Lombardia - sta valutando l’ipotesi di un rifinanziamento.

Dagli esoscheletri alla realtà virtuale

Tra i numerosi risultati raggiunti spiccano:

1) esoscheletri indossabili leggeri con tecnologie “economiche” che consentono di essere utilizzati a domicilio

2) l’impiego della realtà virtuale per la riabilitazione respiratoria dei pazienti anziani che vengono coinvolti attivamente e in modo empatico: la tecnologia motiva con esercizi precisi ed efficaci e coinvolgenti

3) lo sviluppo di un ambiente tecnologico per la valutazione dell'interazione madre-bambino e per il supporto alla riabilitazione in bambini affetti da disabilità del neurosviluppo

4) realtà virtuale immersiva per la riabilitazione dell'arto superiore in pazienti post-ictus

5) App per il supporto alla riabilitazione in bambini affetti da disabilità del neurosviluppo

6) un laboratorio per studiare l’efficacia delle tecnologie di riabilitazione rivolte ai bambini

Oltre ai risultati tecnologici, Empatia presenta due aspetti innovativi. Ben prima della pandemia ha colto il bisogno di fornire servizi domiciliari alle persone. Inoltre ha messo in campo non solo soggetti differenti ma team multidisciplinari con compentenze molto diverse; ingegneri, medici, fisioterapisti, designer, psicologi. «Il distretto della riabilitazione, e in particolare il progetto Empatia, rappresentano l'esempio concreto di come operare insieme porta a moltiplicare risultati e raggiungere obiettivi che vanno a vantaggio di chi ha bisogno di aiuto - ha affermato Vico Valassi, presidente di Univerlecco - serve una regia per tenere uniti e coordinare molti attori, ma l'apporto che ciascuno può offrire si colloca come un tassello fondamentale nel mosaico».

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