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Sanremo 2023, tutte le canzoni ascoltate in anteprima (con pagelle)

di Francesco Prisco

Sanremo 2023, cosa abbiamo capito dalle canzoni ascoltate in anteprima

Dal 7 all’11 febbraio si svolgerà la quarta edizione diretta da Amadeus. Da Mengoni ai Cugini di Campagna ecco come ci sono sembrati i 28 brani in gara

16 gennaio 2023
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7' di lettura

Ci sono i nomi da battere, ma anche alcune possibili sorprese. Abbondano quindi gli «oggetti misteriosi», strane operazioni di commistione che per adesso non sai ma, una volta approdate in Riviera, chissà... Queste le sensazioni che si colgono subito dopo l’ascolto in anteprima delle 28 canzoni in gara a Sanremo 2023, quarta edizione consecutiva diretta da Amadeus, in programma dal 7 all’11 febbraio. Se guardiamo all’apparato spettacolare, sarà il festival dei vecchi leoni (Morandi, Ranieri, Al Bano, Pooh) e delle influencer (Chiara Ferragni), del ritorno degli ospiti internazionali (Black Eyed Peas) e della parentesi geopolitica (Volodymyr Zelensky in videocollegamento per la finale), poi ci saranno novità anche sul piano del regolamento: al tradizionale ballottaggio a tre della finale si sostituisce un ballottaggio allargato a cinque concorrenti. Ecco l’idea che ci siamo fatti sulla gara, dopo i pre-ascolti stampa effettuati presso la sede Rai di via Mecenate a Milano.

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Gianluca Grignani (Getty)

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Gianluca Grignani, «Quando ti manca il fiato» 5-

È un festival di ritorni. Come te lo giochi il ritorno sul palco dell’Ariston? Gianluca Grignani ci prova con una ballad grignaniana su uno dei temi più cari agli italiani: il rapporto genitore-figlio. Nel suo caso, trattasi del controverso rapporto con il padre: «Ciao papà/ o addio papà/ io ti perdono/ le mie lacrime sono sincere/ ma c’è chi non lo farà». In lizza come sottofondo per C’è posta per te.

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Colapesce e Dimartino (Getty)

Colapesce e Dimartino, «Splash» 6-

Potrebbe essere un outtake dell’album Una donna per amico il pezzo della seconda apparizione sanremese di Colapesce e Dimartino: intro acustico che si sveltisce in un ritornello parecchio ritmato («Ma io lavoro per non stare con te/ Preferisco il rumore dei cantieri infiniti/ a quello del mare»). Ai ragazzi piace spiazzare, ma al contrario di Musica leggerissima stavolta sembra un rischio calcolato.

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J-Ax degli Articolo 31 (Getty)

Articolo 31, «Un bel viaggio» 5

Come tornare all’Ariston, capitolo 2: gli Articolo 31. J-Ax e Dj Jad scelgono la via dell’autocelebrazione. Brano in bilico tra la ballata e il rap che parla della loro carriera e delle difficoltà di diventare grandi («Non volevamo crescere/ ma è successo tutto a un tratto/ e fai tutte le cose che giuravi non avresti fatto»). Che poi, grandi, lo sono mai diventati?

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Gianmaria (Getty)

Gianmaria, «Mostro» 5

L’ex biondino di XFactor 2021 passato per Sanremo Giovani rappa su una cassa in quattro quarti fino a un astuto ritornello: «Ma che ti sembro un mostro?/ Guarda che sono a posto/ Che mi sono perso/ Ero solo distratto/ Da me». Poco ispirata, ma ai più giovani potrebbe piacere.

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Anna Oxa (Getty)

Anna Oxa, «Sali» 5-

Come tornare all’Ariston, capitolo 3: Anna Oxa. L’icona anni Ottanta dalla voce inarrivabile si è fatta scrivere un pezzo ipersofisticato da Francesco Bianconi e Kaballà. Tra strombazzamenti, tambureggiamenti e una prova vocale da guinnes dei primati, si parla di massimi sistemi: «Bocche piene di flasità che nutre il mondo/ Mani prive di dignità, votate a Dio/ Sali, uomo, sali e dimentica/ Sali e ritorna alla (tua) nascita». Sali, nel senso dei sali di cui abbiamo avuto bisogno per riprenderci dopo l’ascolto.

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Mr. Rain (Getty)

Mr. Rain, «Supereroi» 4

Quasi quasi porto a Sanremo un pezzo urban costruito sulla struttura di una ballad pianistica. Ne escono a centinaia ogni anno di pezzi così, vuoi che non funzioni al festival? Il ragionamento che sembra stare dietro Supereroi di Mr. Rain potrebbe essere stato questo. Quanto al testo, vi basti questo verso: «Siamo angeli con un’ala soltanto e riusciremo a volare/ solo restando l’uno accanto all’altro». Ci dispiace, ma l’aveva già detto Luigino, il poeta di Così parò Bellavista.

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Rosa Chemical (Ansa)

Rosa Chemical, «Made in Italy» 3,5

Dove si balla l’anno scorso è andata fortissimo, poteva mai mancare un pezzo tunz-tunz a Sanremo 2023? Ci pensa Rosa Chemical, ma siamo a livelli molto meno raffinati di Dargen D’Amico: «Ti piace/ che sono perverso e non mi giudichi/ se metterò il rossetto/ in ufficio lunedì/ Da due passiamo a tre/ più siamo meglio è». Offerta speciale.

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Giorgia (Getty)

Giorgia, «Parole dette male» 6-

Come tornare all’Ariston, capitolo 4: Giorgia. Che ne dite se ci facciamo un bel giro nella macchina del tempo, destinazione anni Novanta? «E tu alla fine eri una bella canzone/ la prima fuga al mare in moto d’estate/ le tue risate e fare i cretini nei prati/ andare a dormire ancora bagnati». White soul onesto, ma manca il guizzo.

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Lda (Getty)

Lda, «Se poi domani» 3

Non ci stancheremo mai di ripeterlo: certi giri armonici telefonati andrebbero proibiti per regolameno ché sennò si ha sempre la sensazione di ascoltare l’Aria del sabato sera. E invece Lda, the artist formerly known as D’Alessio figlio, si butta esattamente su un giro così per la sua ballatina: «Oh oh dammi le mani/ ma solo se tu rimani/ sai penso a te». Dimenticabile.

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Lazza (Getty)

Lazza, «Cenere» 6,5

Confezione sontuosa per l’idoletto urban che per parlare al pubblico generalista si fa dare una mano da Dardust e Davide Petrella: «Aiutami a sparire come cenere/ mi sento un nodo alla gola/ nel buio balli da sola». Non esattamente la nostra tazza di te, ma può funzionare molto bene. In chiave gara e non solo.

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Ariete (Getty)

Ariete, Mare di guai 7-

Dove era finito Calcutta? Una prima risposta a questo interrogativo sta qui: è coautore del pezzo di Ariete, ballad graziosa dal ritornello catchy («Uniamo i respiri sento caldo la mattina/ tu buttati con me, mare di guai/ non so nuotare in una vasca piena di squali»). Ingenua al punto giusto: potrebbe essere una bella sorpresa.

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Sethu (Getty)

Sethu, Cause perse 4-

Il maledettismo di provincia è un vizio della musica italiana vecchio almeno di mezzo secolo. Stavolta prende le sembianze di una cavalcata urban: «Triste vedere niente cambia col tempo». Non avremmo saputo dirlo meglio.

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Tananai (Getty)

Tananai, «Tango» 4,5

Non di soli tormentoni vive Tananai: stavolta presenta in gara una ballata tutta cuoricini e fiamme: «Amore tra le palazzine a fuoco/ la tua voce riconosco/ noi non siamo come loro». Ci piacerebbe dargli ragione, ma sembra esattamente come tutti gli altri.

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Levante (Getty)

Levante, «Vivo» 6,5

Levante parla di un tema delicato come la depressione post parto. Non perde la sua consueta raffinatezza:« Vivo come viene/ vivo il male, vivo il bene/ Vivo come piace a me/ Vivo per chi resta e chi scompare». Se messa in scena per bene, questa canzone può arrivare in zona podio.

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Leo Gassman (Getty)

Leo Gassmann, «Terzo cuore» 6-

La faccia è sempre stata quella giusta. Il pedigree, d’altra parte, non è un dettaglio. A Leo Gassmann finora sono mancate le canzoni: per Sanremo 2023 è stato sottoposto alla cura Pinguini Tattici Nucleari con il brano scritto dal frontman della band Riccardo Zanotti e da Marco Paganelli dei Rovere («So che hai riso quando ho detto che io ho/ tre cuori dentro al petto/ ma ora no/ Non so quale inseguirò»). Finalmente il figlio e nipote d’arte ha un potenziale tormentone per le mani. Chissà se ne farà buon uso.

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Modà (Getty)

Modà, «Lasciami» 5,5

Non è una canzone d’amore, ma un brano che parla della depressione che ti perseguita restandoti attaccata addosso: «Lasciami... ma regalami un giorno.../ Lasciami... quando poi farà buio e vai via di nascosto...» Pop orecchiabile che potrebbe finire alto in classifica, non un brano epocale.

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Marco Mengoni (Getty)

Marco Mengoni, «Due vite» 6-

Tutto lascia presagire che sarà questa la canzone da battere. Per costruzione del prodotto (cavalcata pop orecchiabile nel ritornello), curriculum e attitudine festivaliera dell’artista. «Se questa è l’ultima/ canzone e poi la luna esploderà/ Sarò lì a dirti che sbagli e lo sai/ Qui non arriva la musica». Mengoni fa Mengoni: la cosa che gli riesce meglio.

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Shari (Ansa)

Shari, «Egoista» 3

Frammenti di un discorso amoroso urban: «Ci fossi tu qua con me/ Mi sentirei un po’ meno egoista/ Mentre stappo sta birra che sa di the». Ci fosse stato lui con lei là, forse non avremmo sentito questa canzone. Chi può dirlo.

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Paola e Chiara (Getty)

Paola e Chiara, «Furore» 4

Come tornare all’Ariston, capitolo 5: Paola e Chiara si buttano sul revival discopop anni Novanta. «In questa notte di sole/ furore, furore/ amarsi e fare rumore/ nel mio respiro tu». Fossimo negli anni Novanta questo brano potrebbe essere sul podio al Festival, riempipista in discoteca e sigla tv di una seconda serata. Ma gli anni Novanta sono finiti da 24 anni.

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I Cugini di Campagna (Getty)

Cugini Di Campagna, «Lettera 22» s.v.

Curioso esperimento crossgenerazionale con i Cugini di Campagna che cantano un brano scritto da la Rappresentante di Lista. La mano della band tosco-siciliana si coglie nel ritornello, dal momento che la strofa odora di Pooh. Bello il titolo vintage, per il resto operazione ingiudicabile.

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Olly (Getty)

Olly, «Polvere» 3

Altro reduce di Sanremo Giovani, altro pezzo tutto tunz tunz e ingenuità: «Io/ Innamorato/ come i ciechi con gli odori/ come i muti coi rumori/ Come gli altri, come noi». Poveri noi.

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Ultimo (Getty)

Ultimo, «Alba» 6-

Ultimo punta su una ballad pianistica abbinata a un testo introspettivo («Amo l’alba perché è come fosse solo mia/ Mi rilassa respirare l’aria pure tua/ Amo l’alba perché è come fosse una bugia/ Mi rilassa quanto basta, ma tu poi vai via»). Tutt’altro che semplice da cantare ma, se azzecca l’interpretazione, può migliorare il secondo posto del 2019.

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Madame (Getty)

Madame, «Il bene nel male» 7-

Rispetto a due anni fa, la talentuosa artista urban prova a essere un pizzico meno criptica e un pelino più mainstream: «Amore, tu sei/ Sei l’errore piu cattivo che ho commesso nella vita/ Amore, tu sei/ Sei lo sbaglio più fatale che ho commesso nella vita». Possibile sorpresa.

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Will

Will, «Stupido» 5-

Vetrina festivaliera anche per quest’altro prodotto pop di Sanremo Giovani: «Ma a volte io mi sento stupido/ volevo tutto il pianeta/ stringerlo in una mano/ volevo fare il poeta/ ora l’essere umano». Nel suo caso facciamo valere l’attenuante della modestia.

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Mara Sattei (Getty)

Mara Sattei, «Duemilaminuti» 7,5

Un dream-team di autori al servizio di Mara Sattei: c’è Damiano dei Maneskin, c’è Enrico Brun, versatile producer di casa Sony, c’è ovviamente Thasup che di Mara Sattei è il fratello. Ne esce fuori un pop efficace vestito di urban: «Ma dimmi se c’è stato amore tra quelle parole/ e poi dammi duemila minuti anzi duemila ore». Anche in questo caso sorpresa potenziale.

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Colla Zio (Getty)

Colla Zio, «Non mi va» 7-

La giovane band milanese tenta la via dell’Ariston con un indie pop provocatorio al punto giusto («Mi piace la tua bocca e “La spada nella roccia”»). L’evoluzione melodica è interessante: bravi e simpatici.

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Coma Cose (Getty)

Coma Cose, «L’addio» 6,5

I Coma Cose hanno ormai trovato casa nel pop contemporaneo, meglio se sotto forma di ballata: il loro secondo passaggio sanremese porta la targa di una ballata sul lasciarsi oppure no: «Comunque andrà/ L’addio non è una possibilità». Selvaggi e sentimentali.

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Elodie (Getty)

Elodie, «Due» 5,5

Pop costruito con furbizia: «Sapessi dirti basta/ ma il cuore danza/ per me le cose sono due/ lacrime mie o lacrime tue». Chiedete conferma agli psicologi del linguaggio: i numeri, nei titoli, funzionano sempre.

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