di Andrea Gagliardi
Mascherine ancora al chiuso ma addio al green pass
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Nei luoghi di lavoro, pubblici e privati - tranne ospedali e Rsa - non è stato prorogato l’obbligo di utilizzo delle mascherine, dispositivi che sono solo raccomandati. L'ordinanza firmata il 28 aprile dal ministro Speranza, e in vigore dal primo maggio, infatti, prevede che è solo «raccomandato indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie in tutti i luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico». Compresi dunque i luoghi di lavoro.
Anche se qui è necessario chiarire meglio: per il settore privato ci sarà un incontro il 4 maggio tra imprese e sindacati per decidere il destino dei protocolli anti Covid e quindi anche della mascherina. Attualmente il protocollo anti-Covid negli ambienti di lavoro firmato dalle parti sociali prevede che «in tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, al chiuso o all’aperto, è comunque obbligatorio l’uso delle mascherine chirurgiche o di dispositivi di protezione individuale di livello superiore». Il 4 maggio la regola potrebbe essere confermata oppure il protocollo potrebbe essere aggiornato in chiave di una mera raccomandazione, lasciando la “libertà” alle singole aziende di trasformare a loro volta la raccomandazione in obbligo.
Per gli uffici pubblici, sulla base dell'ordinanza emanata dal ministro della Salute, il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha firmato una circolare indirizzata a tutte le amministrazioni pubbliche. Sarà cura di ogni amministrazione «impartire tempestivamente le necessarie misure operative, tenendo conto delle condizioni concrete dei di lavoro e delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa dei propri dipendenti». In linea di massima però l'uso delle mascherine FFP2 è raccomandato, in particolare, per il personale a contatto con il pubblico (cosiddetto sportello) sprovvisto di idonee barriere protettive; per il personale che svolga la prestazione in stanze in comune con uno o più lavoratori, anche se si è solo in due (salvo che vi siano spazi tali da escludere affollamenti); nel corso di riunioni in presenza; per chi è in fila a mensa o in altri spazi comuni, per chi condivide la stanza con personale “fragile”, negli ascensori e nei casi in cui gli spazi non possano escludere affollamenti.
L’utilizzo non è considerato necessario in caso di attività svolta all'aperto; in caso di disponibilità di stanza singola per il dipendente; in ambienti ampi, anche comuni (ad es. corridoi, scalinate) in cui non vi sia affollamento o si mantenga una distanza interpersonale congrua.
La questione della mascherina al lavoro nel settore privato potrebbe riservare ancora qualche novità nei prossimi giorni, in vista dell'appuntamento del 4 maggio tra le parti sociali. Anche perché non tutte le associazioni di categoria potrebbero pensarla allo stesso modo: la linea generale è quella di tenere la mascherina fino a giugno nei luoghi di lavoro, ma i distinguo non mancano. A esempio la Fipe che rappresenta il mondo di bar, ristoranti, pizzerie e locali è d'accordo nel «raccomandare il suo impiego tra i lavoratori anche perché può rappresentare un segnale di attenzione per i clienti, ma - avverte Roberto Calugi direttore generale Fipe - non siamo convinti che serva ancora un obbligo vero e proprio».
Si attesta sulla linea della raccomandazione anche Confesercenti. «In attesa di informazioni più esaustive, vista anche l’attuale situazione dei contagi, consiglieremo comunque alle imprese a noi associate di continuare a fare usare la mascherina ai propri dipendenti, a tutela della loro salute e di quella della clientela» dichiara la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, avvertendo però che «i provvedimenti in zona Cesarini, che arrivano all’ultimo minuto utile o quasi, non aiutano le imprese ad avere un quadro definito».
Sembra propendere per l’obbligo Fida-Confcommercio. «In attesa dell’incontro del 4 maggio, la nostra Federazione, che rappresenta gli operatori che sono stati in prima linea per tutto il durare della pandemia, e che quotidianamente accolgono nei negozi e nei supermercati centinaia di clienti, ritiene indispensabile il mantenimento dell’uso della mascherina per i lavoratori, perlomeno fino al 15 giugno. Infatti sono ancora tantissimi i casi di positività che riscontriamo tra i nostri collaboratori e l’applicazione dei protocolli, che dovranno essere semplificati, ma certamente non aboliti, è un punto fondamentale nella tutela della salute di tutti» scrive, in una nota, Donatella Prampolini, presidente di Fida –Confcommercio.
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Andrea Gagliardi
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