di Marzio Bartoloni
Al via la quinta dose con nuovi vaccini Covid, prima i fragili
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Dopo il via libera dell’americana Fda lo scorso giugno è arrivato anche l’ok dell’Ema, l’Agenzia Ue del farmaco, al vaccino formato baby: dai 6 mesi di età ai 4 anni per «Comirnaty» ( il vaccino Biontech-Pfizer) e dai 6 mesi a 5 anni per «Spikevax» (il vaccino di Moderna). I dati valutati dall’Ema dicono che la protezione soprattutto contro le forme gravi e i ricoveri da Covid è sovrapponibile a quelli degli adulti e quindi con una efficacia superiore al 90% e con livelli di sicurezza persino superiori a quelli già rilevati per adulti e adolescenti.
Toccherà ora all’Agenzia italiana del farmaco autorizzarlo nel nostro Paese, un ok quello dell’Aifa che potrebbe arrivare già nei prossimi giorni e che dovrebbe arrivare assieme a una circolare del ministero della Salute con l’indicazione a raccomandarlo per i bimbi fragili o per i più piccoli che convivono con familiari affetti da patologie gravi (tumori, malattie cardiovascolari o polmonari) o che siano immunodepressi. Tutte condizioni queste che in caso di contagio espongono al pericolo di finire in ospedale, o peggio. Il vaccino formato baby è quello “vecchio” e cioè il mono valente studiato sul ceppo originario di Wuhan. L’Ema ha anche autorizzato nuovo vaccino adattato Spikevax (Moderna) contro le sottovarianti Omicron BA.4 e BA.5 per l'uso in persone già vaccinate di età pari o superiore a 12 anni. Nelle scorse settimane era già stato autorizzato il vaccino adattato Pfizer Biontech contro le stesse sottovarianti.
«Si tratta di vedere come utilizzarlo. Quello che è importante è che sia a disposizione - evidenzia Silvio Garattini presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs -, se poi abbiamo bimbi con alti fattori di rischio può essere ragionevole farlo. Non più una campagna di massa, quindi, e non credo che ci sarà. Ma un uso mirato ai più fragili», «Dal mio punto di vista, vale la pena ribadire che questo è un vaccino che riserverei soprattutto ai bambini che appartengono alle categorie a rischio», aggiunge Gian Vincenzo Zuccotti, preside della Facoltà di Medicina dell'Università Statale di Milano e direttore Pediatria e Pronto soccorso pediatrico dell'Asst Fatebenefratelli Sacco-ospedale dei bimbi Vittore Buzzi. «Mi preoccuperei - spiega Zuccotti - di proporre il vaccino anti-Covid ai piccoli che appartengono alle categorie a rischio, non a tutti i bambini in queste fasce d'età. Questi vaccini, infatti, si sono dimostrati importanti ed efficaci per certe categorie perché hanno ridotto la possibilità di sviluppare forme gravi e severe che portavano poi in ospedale o a ricovero in terapia intensiva. Nei bimbi questo tipo di esito fortunatamente non si registra se non in maniera sporadica e prevalentemente in bimbi con fattori di rischio. Quindi torno a dire che è sensato che vada riservato a loro».
«Io credo che questo vaccino, giusto ma nel momento sbagliato, serve a poco, in questo momento dobbiamo dedicarci alle persone anziane e fragili con quelli aggiornati. L’approvazione dell'Ema arriva dunque in un momento in cui serve davvero a poco e non credo che vada raccomandata la vaccinazione ai bambini con questo vaccino. Andava bene nel 2021, oggi mi sembra vecchio». Così Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, dopo il via libera dell'Agenzia europea del farmaco ai vaccini formato baby.«Io ho sempre sostenuto la vaccinazione per i ragazzi ma - conclude Bassetti - in un momento come questo, con il virus che causa forme meno impegnative di malattia, non mi sentirei di consigliare a tutti i bambini under 5 l'immunizzazione. Se fosse un vaccino aggiornato, potrebbe essere utile».
Marzio Bartoloni
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