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La scommessa sul bio-gpl bio per Socogas è cominciata la scorsa estate, quando ha costituito la Green Lg Energy GLGE, joint venture diretta allo sviluppo di nuove tecnologie destinate appunto alla produzione e distribuzione di gpl (gas petrolio liquefatto) derivato da biogas, insieme a Agn Energia, Beyfin, gruppo Cavagna, Veroniki Holding/Butangas. L’obiettivo è costruire il primo prototipo di impianto per la produzione di bio-gpl entro il 2024. È in atto la ricerca di un sito adatto.
La tecnologia Cool Lpg, oggetto della sperimentazione, consente di recuperare il biogas derivante da discariche, impianti agricoli, impianti di trattamento delle acque reflue e rifiuti urbani, convertendolo in bio-gpl, rinnovabile al 100% per il trasporto, il riscaldamento, l'industria. Un prodotto compatibile con l’infrastruttura già esistente, e con ridotte emissioni.
Socogas, fondata nel 1967, con quartier generale a Fidenza (Parma). Movimenta e commercializza 280mila tonnellate di gpl e circa 150mila metri cubi di carburanti all’anno destinati alla propria rete di distributori stradali e di serbatoi per uso civile ed industriale. È attiva nella progettazione di depositi e punti vendita di gpl e nella distribuzione di lubrificanti. Fornisce metano, energia elettrica e gpl da combustione. Nel 2021 ha realizzato un fatturato di 620 milioni, aumentato nel 2022. Con 270 dipendenti.
«Oggi stiamo attraversando un passaggio generazionale, da azienda familiare a gruppo capace di guardare ai mercati globali e competere con i player del settore energia», racconta Patrizia Zucchi ad gruppo, nonché figlia del fondatore Renzo. «Crediamo nei biocarburanti: sono e saranno il prodotto che più di tutti ci traghetterà verso la transizione. E in particolare nel bio-gpl, che è il prodotto che ancora non esiste. Ma ha un mercato potenziale: pensiamo ai 1.300 comuni non collegati alla rete metano e ai 2,5 milioni di automobilisti che già usano il gpl. In prospettiva abbiamo un ulteriore mercato da sviluppare: 24 milioni di vetture che vanno da euro 0 a euro 4, le più datate e inquinanti, con una spesa minima potrebbero essere convertite a gpl, per poi utilizzare la versione bio. I biocarburanti possono essere la via italiana alla neutralità climatica. Se si sostenessero con forza, anche l’Europa se ne accorgerebbe», commenta Zucchi.
Il riferimento è al bando europeo dei motori endotermici dal 2035, con l’ultimo aggiornamento che ha visto Bruxelles accogliere una deroga per i carburanti sintetici promossi dalla Germania, ma non quelli bio patrocinati dall’Italia.
Oltre la scommessa sul bio-gpl, Socogas immagina uno sviluppo della distribuzione dei vettori energetici. «Abbiamo deciso di crescere nel settore luce e gas metano e abbiamo deciso di investire nei distributori stradali», spiega Zucchi. «Qualunque sarà il prodotto della transizione, le stazioni di servizio rimarranno i luoghi nei quali tutti andranno a rifornirsi. Stiamo valutando una sere di operazioni: abbiamo già 90 stazioni di servizio multicarburante. Contiamo di arrivare a 200 in 5 anni», conclude Zucchi.
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