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All’asta il volantino delle BR che annunciò il rapimento di Aldo Moro, già valutato 7.000 euro

di Franco Sarcina

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La pagina web della casa d’aste che ha messo in vendita il volantino delle BR

La pagina web della casa d’aste che ha messo in vendita il volantino delle BR

Polemiche sui social. Il ministero della Cultura ha aperto un’indagine di verifica. L'ex BR Persichetti: non è uno degli “originali”

5 gennaio 2022
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3' di lettura

Fioccano le polemiche sui social dopo che la casa d’aste Bertolami Fine Arts di Roma ha messo in vendita, inserito nel lotto numero 43 del catalogo “Autografi & Memorabilia”, una copia del volantino ciclostilato dalle Brigate Rosse che annunciava il rapimento di Aldo Moro il 16 marzo 1978. Il volantino, partito da una base d’asta di 700 euro, è già quotato 7.000 euro, e con ogni probabilità la cifra è destinata a salire ulteriormente, visto che l’asta si concluderà il 18 gennaio.
Questa la prima parte del testo che accompagna la vendita all’asta del volantino: «Volantino originale distribuito all’indomani del rapimento di Aldo Moro, ad opera delle Brigate Rosse. Questo fu il primo di una serie di comunicati che seguirono fino all’epilogo con la soluzione finale della vicenda Moro. Drammatico testo di propaganda, redatto e fatto perveninre (sic, ndr) alle organizzazioni giornalistiche perché divulgassero le motivazioni del rapimento, e le ragioni politiche di lotta di classe che spingevano la rivoluzione brigatista negli anni ’70 ad essere così violenta».

Il volantino è stato il primo di una serie di nove comunicati delle Brigare Rosse, fino all’assassinio di Moro il 9 maggio 1978.

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La prima parte del volantino messo in vendita da Bertolami Fine Arts. (Immagine tratta dal sito)

Oltre a generare ovvie polemiche sui social circa l’opportunità di battere all’asta un documento storico di questa importanza, testimone di una tragedia ancora viva nella coscienza di molti, l’asta ha anche attirato l’attenzione del ministero della Cultura guidato dal ministro Dario Franceschini, che ha comunicato di aver disposto una verifica sul ciclostile del “Comunicato n.1” delle BR, «al fine di verificarne la peculiarità e l’interesse. Nel fascicolo “Moro uno” della Corte di Assise di Roma, studiato e digitalizzato dalla stessa DG Archivi nell’ambito del “Progetto Moro”, risultano già presenti infatti 41 esemplari» del comunicato. Alcuni risultano incompleti e non tutti sono nello stesso stato di conservazione.

L’ex BR Persichetti: «Non è uno dei comunicati “originali”»

Il volantino di rivendicazione del sequestro Moro messo all'asta «non è uno dei nove comunicati originali stampati con la famosa Ibm a testina rotante in light italic fatti ritrovare a Roma il 18 marzo 1978 dalle Brigate Rosse», ma un testo ciclostilato di cui esistono «centinaia di copie». Lo scrive sul suo blog Insorgenze.net Paolo Persichetti, ex BR e oggi ricercatore storico e autore di libri e inchieste sul caso Moro.

In particolare, Persichetti, spiega: «Bruno Seghetti, Adriana Faranda e Valerio Morucci, che si occuparono della diffusione dei primi comunicati e delle lettere scritte dal prigioniero, il giorno dopo il rapimento lasciarono in un plico nascosto dietro una macchinetta per le fototessere collocata nel sottopassaggio di piazza Argentina (oggi non più esistente) le prime 5 copie originali della rivendicazione del sequestro e la foto polaroid di Moro. Tuttavia il giornalista del Messaggero che era stato contattato per il recupero non riuscì a trovarlo. Per questa ragione il primo comunicato brigatista arrivò con 48 ore di ritardo. Ricontattato nuovamente con istruzioni più dettagliate lo stesso cronista prese finalmente il plico il sabato successivo, 18 marzo. A quel punto i brigatisti diffusero altri 4 originali in piazzale Tiburtino, via Parigi, via Teulada, via di Ripetta». Solo «a partire dal lunedì 20 marzo», dunque, ricostruisce Persichetti, «la colonna romana si mobilitò per una diffusione più larga del comunicato nel frattempo ritrascritto con un'altra macchina e ciclostilato: 96 copie vennero rinvenute in via Casilina. Il 21 marzo fu la volta delle periferie e delle scuole: 66 copie furono ritrovate nella zona di villa Gordiani (via Albona, via Pisino, via Rovigno d'Istria), 15 in via s. Igino Papa a Primavalle, 7 davanti al liceo Lucrezio Caro, 1 all'Armellini (dove evidentemente erano andate a ruba), 9 ancora a Primavalle, in via Boromeo davanti l'istituto professionale commerciale, e poi ancora centinaia di copie furono diffuse nei giorni e settimane a venire per tutta la città come si può leggere nel rapporto redatto dalla questura il 29 aprile 1978, quando la diffusione del primo comunicato lasciò il posto agli altri».

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