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Luiss, non rinnovato l’accordo per l’Osservatorio sulla sicurezza guidato da Orsini

Orsini, la collera di Conte: "Mai parlato con lui, mai discusso una sua candidatura"

La comunicazione dell’ateneo. L’ultima polemica sul professore per le sue parole sulla Seconda guerra mondiale

30 aprile 2022
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2' di lettura

La Luiss ha fatto ha fatto sapere che «l’accordo di collaborazione con Eni per la realizzazione dell’Osservatorio sulla sicurezza internazionale, affidato dall’ateneo al professor Alessandro Orsini, è giunto a scadenza da circa due mesi e non sarà rinnovato. Per questa ragione i canali di comunicazione dell’Osservatorio, incluso il sito internet sicurezza internazionale, da oggi non sono più attivi». La precisazione dell’ateneo è arrivata alla fine di una giornata di polemiche intorno al docente universitario, professore associato al dipartimento di Scienza politiche, criticato per le sue analisi in tv sulla guerra in Ucraina.

La polemica sulla seconda guerra mondiale

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A far discutere è stata la sua ultima partecipazione ad Accordi & Disaccordi, sul Nove: per spiegare perché l’ingresso di nuovi Paesi nella Nato rappresenterebbe a suo avviso un pericolo, il professore ha usato un paragone con la seconda guerra mondiale, affermando che Hitler non voleva certo scatenarla, ma che fu colpa degli accordi tipo “articolo 5” del patto della Nato.

Le critiche sui social

Per tutta la giornata i social hanno riportato forti critiche sulle parole di Orsini. Claudio Velardi, già capo dello staff di Massimo D’Alema durante il suo periodo a Palazzo Chigi, ha annunciato: «Da molti anni insegno in un Master Luiss, vergognandomene un po’ perché non mi sento mai all'altezza, ma piuttosto fiero di essere parte di un network di qualità. Ho deciso di non farlo dal prossimo anno. È il momento di compiere qualche piccolo gesto di ribellione civile». Franco Bassanini risponde: «Encomiabile, caro Claudio. Ma forse il problema è a monte. La libertà di pensiero va tutelata e difesa sempre, innanzitutto in una università. Ma non si può restare neutrali tra i principi delle Dichiarazioni dei Diritti dell'Uomo e la loro esplicita e conclamata negazione”. Più secco il collega Gianni Riotta che scrive «Un errore amico mio».

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