di R.Fi.
(LAPRESSE)
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Una vicenda durata anni, che ha creato - come tante simili - problemi politici e soprattutto di bilancio. Una vicenda che finalmente è stata risolta: Regione Siciliana - Assessorato all’Economia, Nomura International, Bank of America Europe, Banca nazionale del lavoro, Deutsche Bank Ag London e Unicredit hanno infatti trovato un accordo che chiude il lungo contenzioso legato ai derivati venduti dalle banche alla Regione. Dopo anni di battaglie legali, le parti hanno infatti convenuto di risolvere, nel reciproco interesse, le controversie relative ai contratti stipulati nel 2005 e nel 2006 a copertura di tre titoli di debito a lungo termine della Regione. Si chiude così un capitolo durato quasi 20 anni.
La vicenda dei derivati ha coinvolto molti Enti locali italiani, non solo la Regione Sicilia. I derivati sono contratti tra l’Ente locale e le banche, creati per coprire alcuni rischi derivanti dall’emissione di un prestito obbligazionario. Per esempio il rischio valutario, se il bond è emesso in valuta straniera. Oppure il rischio che i tassi salgano o scendano. Esistono vari tipi di derivati, che hanno proprio l’obiettivo di assicurare - dietro il pagamento di un prezzo - il rischio che l’Ente non vuole correre.
Il problema - come emerso in varie inchieste della magistratura e in vari articoli di giornale (a partire dal Sole 24 Ore) - è che molto spesso questi derivati venduti dalle banche agli Enti locali erano costruiti in modo tale da dare all’Ente locale un beneficio immediato, a fronte però di rischi futuri ingigantiti. Il problema era insomma il pricing di questi derivati, che esponeva gli Enti locali a perdite molto probabili negli anni successivi. Questo imponeva poi continue rinegoziazioni, a condizioni - in molti casi - sempre peggiorative per gli Enti locali. Una storia comune a molte Regioni e Comuni italiani.
La Regione Sicilia è uno di questi Enti rimasti incastrati nei derivati. Ma ieri il problema è stato risolto. Senza alcuna ammissione di responsabilità, le Parti hanno infatti raggiunto un accordo per risolvere consensualmente e anticipatamente le residue operazioni di swap. Capitolo chiuso, come accaduto in molte altre Regioni e Comuni d’Italia.
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