HTSI
Pubblicità

HTSI

Chi sono i CPO e perché sono in tanti a ricorrere ai loro servizi

di Vassi Chamberlain

Immagine non disponibile
Elon Musk e il suo entourage (2019). ©Jeenah Moon/Bloomberg/Getty Images

Elon Musk e il suo entourage (2019). ©Jeenah Moon/Bloomberg/Getty Images

Sanno rimanere anonimi e possono arrivare a costare più di un milione di euro l’anno per una protezione quotidiana. I Close Protection Officer sono la versione evoluta dei vecchi bodyguard.

3 marzo 2023
Pubblicità

7' di lettura

A un primo sguardo, la luna di miele di Jennifer Lopez e Ben Affleck in Europa può essere sembrata molto romantica. Ma avvicinandosi e osservando le foto scattate dai paparazzi, la coppia non appare mai senza una guardia del corpo, se non addirittura due. Dal quadrilatero della moda alle rive del lago di Como, marito e moglie hanno un accompagnatore fisso, un uomo massiccio, rasato, che indossa una giacca sahariana: è un membro della scorta, che li ha seguiti in volo dagli Stati Uniti a Parigi, come da contratto. A J-Lo piace sentirsi protetta: ha una persona che la segue persino in palestra. Ben Affleck, invece, è meno entusiasta, ma i bodyguard sono ormai una presenza fissa anche per lui, come per moltissimi personaggi noti.

Immagine non disponibile

Lady Gaga (2021). © Gotham/GC Images/Getty Images

Pubblicità

Negli ultimi due anni le società di sicurezza privata che offrono servizi di protezione personale si sono moltiplicate. Guardando una qualunque fotografia di un personaggio pubblico, lo si vede accompagnato da una figura che sta svolgendo il suo lavoro: succede con Jennifer Lawrence, che ha assunto una serie di giganti di bell'aspetto, così come con i figli di David Beckham. Anche il duca e la duchessa di Sussex non si muovono mai soli. Re Carlo è seguito dal maggiore Johnny Thompson: era al servizio della regina Elisabetta, ora lo è del sovrano. Il primo a predisporre una difesa personale, per sé e per i propri cari, fu l'imperatore Augusto, che aveva creato la Guardia pretoriana per sfuggire ai tentativi di rapina, rapimento, omicidio e persino alla folla eccessiva. Moltissimi secoli dopo, l'industria della private security attraversa una fase più che prospera.

Immagine non disponibile

Madonna (2022) ©WavyPeter/SplashNews.com

«Parliamo di una figura che ha avuto un'evoluzione notevole», racconta una spia britannica che ha accettato l'intervista a condizione di un rigoroso anonimato. «Vent'anni fa si parlava di “gorilla” e li si considerava al pari dei mercenari. Oggi, invece, sono parte di un'impresa che opera ad ampio raggio, con una professionalità molto sofisticata». L'informatore stima che il business della protezione personale sia cresciuto del 500 per cento in due decenni. Il servizio di scorta è ormai uno standard anche per i funzionari governativi, almeno quando si recano nei Paesi sulla cosiddetta lista rossa: «Così non c'è necessità di coinvolgere la polizia, che ha questioni più urgenti di cui occuparsi, invece di scortare i diplomatici per il mondo». Ma ci sono anche altre tipologie di clienti, per esempio i dipendenti delle compagnie petrolifere che lavorano in zone pericolose e i reporter di guerra. «Alcuni giornalisti all'inizio lo trovano irritante», aggiunge la fonte. «Ma si abituano presto, perché capiscono che è fondamentale».

Immagine non disponibile

Bella Hadid e Gigi Hadid alla Milano Fashion Week (2018). ©SplashNews.com

Quando è andato in pensione dopo aver prestato servizio nelle Falkland e in Irlanda del Nord, il tenente colonnello Tim Spicer ha fondato, nel 1994, la Sandline International, una compagnia militare privata. Poi, nel 2002, ha creato la Aegis Defence Services, un'agenzia di servizi di sicurezza che il governo degli Stati Uniti ha ingaggiato per missioni in Iraq e in Afghanistan. «La definizione di guardia del corpo è desueta - spiega – noi preferiamo CPO, Close Protection Officer, agenti responsabili della protezione. Mi piacerebbe aggiungere che il ricorso a questo genere di aiuto sia solo uno status symbol, ma non è così: il pericolo è reale». Parte della responsabilità è imputabile alla pubblicazione delle classifiche sui personaggi più ricchi dell'anno: «Per i criminali valgono come una lista della spesa», dice Spicer. In seconda istanza ci sono i social media, che hanno reso i soggetti più visibili, e quindi più vulnerabili. «La prima domanda a un potenziale cliente dovrebbe sempre essere: qual è il tuo profilo online? Le celebrities svelano troppe cose di sé. Poi se ne rendono conto e chiedono protezione. Eppure, basterebbe seguire le giuste procedure - innanzitutto, limitare al minimo le proprie apparizioni - per non aver bisogno di un angelo custode».

Immagine non disponibile

Naomi Campbell alla Paris Fashion Week (2022). ©Christian Vierig/Getty Images

Avere a disposizione un CPO con esperienza costa almeno 900 euro al giorno, oppure una cifra intorno ai 90mila euro all'anno. Per due addetti alla sicurezza domestica, che si fermino la notte, bisogna calcolare tra i 170mila e i 565mila euro. «I criminali sono diventati più intrepidi: anzi, amano sfidare il pericolo», dice Will Geddes, fondatore di International Corporate Protection (ICP). «A loro piace fare irruzione quando c'è qualcuno in casa: per farsi aprire la cassaforte e per appropriarsi di qualunque bene, orologi o gioielli, che si abbia addosso in quel momento». Per una videosorveglianza della residenza, con il plus dei droni, il conto può superare agevolmente il milione di euro l'anno. Una volta reclutati, i CPO hanno incarichi complessi. «Devono tenere ogni spazio e ogni persona sotto controllo - le perquisizioni sono all'ordine del giorno - compiere sopralluoghi prima dell'arrivo del cliente, raccogliere informazioni su ogni persona con cui il loro protégé potrebbe venire in contatto». In più, devono conoscere bene le tecniche di guida per sfuggire a eventuali inseguitori: brusche inversioni di marcia e curve ad alta velocità sono la base. Se disarmato - ogni Paese ha le proprie leggi - il CPO ha come dotazione uno spray al peperoncino, un manganello allungabile, un taser e un giubbotto antiproiettile. La domanda ovvia è: si prenderà un proiettile pur di salvare la vita del cliente? La risposta è implicita: sì. «Che difesa sarebbe, altrimenti?», commenta

Geddes.

Lui recluta il personale tra gli uomini addestrati nei reparti speciali, nelle élite militari, nei corpi per la protezione dei reali e dei capi di Stato, nei corpi speciali di polizia. Di quanto personale c'è bisogno per considerarsi tranquilli? Dipende. Il team dell'International Corporate Protection valuta il rischio in base alle informazioni fornite, al luogo di residenza, a come è formata la famiglia da sorvegliare. Se basta la solo formation, una formazione con un uomo solo, significa che il pericolo è relativamente basso: «Spesso, in quei casi, la persona viene assunta soprattutto per poterla esibire, come un trofeo», sostiene Spicer (l'ultima tendenza nell'industria musicale è farsi seguire da amici-buttafuori, i cosiddetti “buddy-guard”, dalla mole importante e dall'aspetto minaccioso, ma sovente senza un adeguato addestramento, ndr). Come in tutti i campi, anche l'offerta di difesa personale propone pacchetti scalabili: la deuce formation, che prevede due persone, rende sicuri uscita e ingressi dai luoghi chiusi; la triangle formation è indicata per i luoghi affollati; la quartet formation è usata da dittatori e criminali. Lo scudo totale è offerto dai cinque membri della star of Texas e dai sei della star of David: significa che il CPO rimane a una distanza da uno a tre metri, come richiesto da sovrani e presidenti di una nazione.

Immagine non disponibile

Re Carlo con il suo scudiero, il maggiore Johnny Thompson (2022). ©Henry Nicholls/POOL/AFP/Getty Images

Talvolta, ammettono gli addetti ai lavori, la scorta viene usata in modo improprio: è il caso della figlia di un milionario che voleva allontanare dallo yacht di famiglia gli amici che le erano venuti a noia. Altre volte, la scorta diventa parte del personale domestico: «È per il nostro bene, non abbiamo scelta», racconta la moglie di un personaggio che, per il suo alto profilo, costringe anche i figli a una sorveglianza continua. Per la famiglia lavorano otto persone dentro casa e quattro all'esterno. Gli amici della donna scherzano: con chi di loro finirà per avere una relazione? «Capisco, perché a volte può succedere, specie quando sei sempre sola con qualcuno che è responsabile della tua sicurezza», ironizza lei. Un giorno sua figlia è andata in un negozio vintage: un uomo della scorta si è messo a rovistare in una fila di tutù. L'intento era passare inosservato, il risultato è stato l'opposto. Ma la familiarità con il datore di lavoro è tale che il benessere dei bodyguard può diventare una priorità: «Ci assistono in maniera intima. Quando non avremo più bisogno di loro, sarà dura per tutti», prosegue la donna.

Immagine non disponibile

Hailey Bieber (2022). ©SplashNews.com

Un tema sul quale fare attenzione è però l'eccesso di presenza. «L'addetto alla sicurezza troppo protagonista, che si fa fotografare con la celebrity mostrando la propria prestanza, manca di serietà professionale, e spesso di un addestramento adeguato», riprende Will Geddes. «Ci sono personaggi molto famosi che scelgono e cambiano le proprie guardie in base all'aspetto, perché ne fanno sfoggio». Diversamente, Geddes cerca di abbinare clienti a scorte per somiglianza dei tratti fisici, così da passare più inosservati. «Cito sempre una battuta di Whitney Houston a Kevin Costner in The Bodyguard. Lei dice: “Non sembri una guardia del corpo”. Lui risponde: “Infatti, questo è il mio travestimento”. Quando si capisce la differenza tra un uomo tutto muscoli e un guardaspalle invisibile, non si torna più indietro. Un mio cliente ha sintetizzato il concetto dicendo che è stato come passare dalla guida di una Ford Fiesta a quella di una Porsche 911». Il consiglio di Spicer e Geddes è di rivolgersi a un'agenzia accreditata (nel Regno Unito è obbligo di legge avere la licenza di Security Industry Authority, in Italia invece la figura del Close Protection Officer non è ancora riconosciuta, ndr). «Quando cerchi la tranquillità, è bene non far passare un cavallo di Troia», spiega Spicer. «Perché rischi di ritrovare il nemico in casa: che sia proprio il bodyguard ad aprire la porta ai tuoi rapinatori».

Immagine non disponibile

Roman Abramovich (2011). ©Leon Neal/AFP/Getty Images

Professione prevalentemente maschile, si sta allargando progressivamente alle donne. Kate Middleton è seguita da 12 anni dal sergente Emma Probert, esperta in arti marziali e sempre armata di una pistola Glock 9 mm e di un taser. «Ne avessi bisogno, sceglierei una squadra al femminile, perché le donne hanno una mente strategica», confida la spia consultata all'inizio di questo racconto. Mi parla di un'agenzia di private security in California formata per due terzi da donne. «Se ti trovi in spazi ristretti, come in un bagno o su un pullman, appartenere allo stesso gender aiuta». Non sempre il lieto fine è assicurato: nel caso di Anna Loginova, modella che dirigeva una squadra di bodyguard addestrate da ex membri del KGB, opporsi al ladro che le stava rubando la Porsche Cayenne ha significato restare uccisa. I milionari russi che confidavano nella sua bravura la rimpiangono ancora.

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy