di Massimo Mambretti
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Il nome Cielo dice tutto dell’ultima scoperta della Maserati, versione che si affianca alla Mc20 Coupé. La Mc20 Cielo riporta Maserati nella fascia più esclusiva del club delle scoperte quella delle hypercar con motore posteriore-centrale, dove si colloca con le connotazioni di un modello targa come la Mc12 del passato, poiché è priva del tetto fisso solo sopra la testa dei passeggeri. Ed è proprio il tetto che caratterizza fortemente la personalità della Mc20 Cielo. Infatti, non solo è retrattile ma è anche in vetro elettrocromatico. La soluzione trasforma in 12” la Cielo da scoperta in coupé anche in movimento sino a 50 all’ora, sfruttando una specifica schermata dell’infotainment, e permette ai passeggeri anche di scegliere se viaggiare isolati o in contatto con l'esterno. Infatti, grazie alla tecnologia Pdlc (Polymer Dispersed Liquid Crystal) il vetro può passare in un istante con un input elettrico da trasparente a completamente opaco.
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Il padiglione a trasparenza variabile si integra nella silhouette della Cielo senza allontanarla da quella della Coupé. Tuttavia, anche se così non sembra al primo colpo d’occhio le due Mc20 non sono copie conformi, anche se la lunghezza di 4,67 metri, la larghezza di 1,97 metri e l’altezza di 1,22 della Cielo sono quasi sovrapponibili a quelle della consanguinea. La Cielo ha un lato B specifico, che s’inserisce nei lineamenti Mc20 rispettando l’incontro tra forma e funzione per premiare l’efficienza aerodinamica e la gestione dei flussi termici. Ma non è tutto, perché è diverso anche il disegno della cover del motore in cui svettano le pinne che sagomano il profilo della vettura sulla falsariga di quello della Coupé e sono dei rollbar di sicurezza. Fra le pinne c’è un cristallo discendente: a vettura aperta diventa un wind-stop regolabile elettricamente che protegge l’abitacolo dai vortici d’aria, mentre quando il tetto è sollevato funge da lunotto ed eventualmente da terzo finestrino, in quanto può essere parzialmente abbassato. Il cofano della Cielo è privo della “finestra” che sulla Coupé mette in bella vista il motore, perché cela l’alloggiamento del tetto.
Invece, la presentazione dell’interno ricalca quella della Coupé. La dotazione hi-tech poggia sui display da 10,25” della strumentazione e quello dell’infotainment sempre connesso basato su Android Automotive, con cui si interagisce anche con una app o da casa utilizzando l’assistente personale Amazon Alexa & Google Assist.
La monoscocca in carbonio e materiali compositi sviluppata per tutte le varianti della Mc20 nel caso della Cielo è realizzata con una specifica distribuzione delle fibre e dei layers di carbonio, per garantire alla struttura la rigidezza torsionale “sottratta” dall’assenza del tetto fisso. Sotto le vesti si ritrovano il V6 biturbo di 3 litri della serie Nettuno con 630 cavalli e 730 Nm di coppia abbinato al cambio a doppia frizione a otto marce della Mc20 Coupé che proietta la vettura a 323 all’ora, a 100 orari in 2”9 e a 200 in 9”2. Grazie alla monoscocca e alla carrozzeria in carbonio e a dispetto dei 65 kg di peso aggiunti dai servomeccanismi del tetto elettrico la massa della Cielo è di poco superiore a quella della Coupé: 1.540 kg. Valore che origina un rapporto peso/potenza di 2,44 kg/cv. La Mc20 Cielo offre cinque modalità di guida evidenziate nella strumentazione da uno specifico colore: verde per la Wet, blu per la Gt, rosso per la Sport, giallo per la Corsa e arancione per la Esc off. Tuttavia, con la Cielo debutta un comando di selezione rotante digitale touch sulla consolle fra i sedili destinato anche alla Mc20 Coupé. Si può utilizzare anche con uno swipe per innestare con alcune modalità differenti tarature delle sospensioni adattive. Così, con la Gt e la Sport le sospensioni possono essere Soft o Mid, mentre con la Corsa si può scegliere tra Mid e Hard.
Nell’arena delle hypercar la Mc20 Cielo si colloca con determinazione anche con il dinamismo ineccepibile, all’altezza della situazione in ogni frangente sino al punto da rendere la guidabilità sempre confidenziale su ogni tipo di percorso. La calibratura specifica dell’assetto che tiene conto anche del bilanciamento a seconda del fatto che il tetto sia alzato o abbassato, un’architettura con un layout identico a quello della Coupé ma ulteriormente irrigidita dalla distribuzione e disposizione delle fibre e dei layers di carbonio sono i principali fattori che sintonizzano il comportamento con il rendimento del V6 biturbo. Che, ovviamente, è straripante quando lo si spreme sino a 8.000 giri sotto spinte che incollano al sedile, ma che è anche capace di assecondare con la stessa sorprendente naturalezza la fluidità di marcia alle andature normali. Ovviamente, grazie anche all’immediatezza del cambio a doppia frizione, alla regia delle configurazioni vettura che settano la meccanica opportunamente e non facendo mai mancare l’appagante colonna sonora che utilizzando la modalità Sport e Corsa, che si può dire persino superflua sulle strade aperte, è integrata dai sibili emessi dai turbocompressori. Sensazioni che sono ben avvertibili sia quando la Cielo fa la scoperta con il vento tra i capelli sia quando fa la Coupé, configurazioni che non modificano la guidabilità istintiva e coinvolgente specie tra le curve, dove la Mc20 sfodera un’agilità impressionante.
Le consegne della nuova scoperta della Maserati partiranno all’inizio del prossimo anno con i 100 esemplari della Launch Edition PrimaSerie, già soldo out venduti a 360.000 euro. Poco dopo arriveranno quelli della Mc20 Cielo per così dire normale che costa 270.000 euro, cifra che comprende tre anni di manutenzione. Il presso, però, è destinato a crescere in fretta anche senza il ricorso ad accessori caratterizzanti o ai programmi di personalizzazione così ambiti da chi si rivolge al mondo del lusso, si tratta del Corsa e del Futura nonché dell’ancora più estremo Sartoria, perché a richiesta ci sono dispositivi a cui un’hypercar non può rinunciare. Per esempio, i freni carboceramici, il differenziale elettronico a slittamento limitato, il sistema di sollevamento dell’assale anteriore per evitare, per esempio, di rimanere agganciati allo scalino delle rampe dei garage.
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