di Gianluigi Rossini
Donald Glover, creatore della serie, in cui interpreta anche il ruolo di Earn
2' di lettura
Apparsa senza grandi annunci nel catalogo di Disney+ il 28 dicembre, la quarta stagione di Atlanta conclude una delle migliori serie tv di sempre, tanto geniale quanto poco conosciuta in Italia e non abbastanza premiata negli USA.
Dopo il tour europeo che aveva occupato la stagione precedente, i quattro protagonisti sono tornati a casa ad Atlanta, e il primo episodio è uno dei pochi che li riunisce tutti e quattro. Nei successivi nove, come già nella terza stagione, le linee narrative sono più individuali: Earn (Donald Glover), ormai affermato come manager e PR, è alla ricerca di stabilità emotiva; Alfred (Brian Tyree Henry) inizia a vedere la fase discendente della propria carriera e deve pensare a cosa fare dopo; Darius naviga tra le sue assurde imprese. Anche Vanessa ha un episodio interamente dedicato e una presenza consistente sullo schermo, ma come in passato il suo arco di sviluppo è poco definito al di fuori del ruolo di madre e compagna per Earn.
C’è un unico episodio autonomo, di quelli ambientati in realtà alternative, in cui non figura nessun membro del cast, che invece avevano abbondato nella terza stagione. È uno solo ma è tra i punti più alti e folli di tutta la serie: un finto documentario su un disegnatore nero che nel 1992 diventa CEO della Disney e investe tutto nella produzione di un film su Pippo. Mostrando numerosi spezzoni di In viaggio con Pippo, film Disney realmente esistente, il documentario argomenta come il miglior amico di Topolino rappresenti in realtà gli afroamericani, e come il film che lo vede protagonista sia un’altissima espressione della black culture. Il tutto in una serie che va su FX, quindi di proprietà della Disney!
Fedele al suo impegno a rappresentare la black experience, Atlanta termina il suo percorso senza aver mai perso inventiva, e consegna al futuro un’opera di enorme valore che spazia tra il surreale, il grottesco, il comico e il drammatico con infinita grazia. Uno spettatore italiano può avvertire una certa distanza culturale, che non sempre rende immediatamente percepibile la genialità della serie, ma armandosi di google e di un po’ di curiosità, vale davvero la pena di entrare in questo pazzo mondo di rapper, isteria familiare e leggende metropolitane diventate realtà.
Atlanta 4, Donald Glover, Disney+
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