di Redazione Scuola
(ANSA)
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Più della metà dell’Università italiane ha aderito al “Manifesto dell’Università Inclusiva”, lanciato nel 2019 dall’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, per favorire l’accesso dei rifugiati all’istruzione universitaria e promuovere l’integrazione sociale e la partecipazione attiva alla vita accademica. Nel 2020, infatti, altre dieci università hanno sottoscritto il documento: sono così complessivamente 53 gli atenei di casa nostra che hanno adottato e fatto proprio tale accordo.
Secondo le stime dell’Unhcr, «soltanto il 5% dei rifugiati a livello ha accesso all’istruzione superiore a fronte di una media pari al 38% a livello globale».
«L’inclusione dei rifugiati nell’istruzione superiore - spiega Chiara Cardoletti, Rappresentante Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino - ha un ruolo fondamentale nella loro integrazione, fornendo loro competenze per realizzare le loro aspirazioni ed essere indipendenti, a vantaggio anche delle comunità che li ospitano. Le università italiane aderendo con entusiasmo al ’Manifesto dell’Università Inclusiva’ hanno risposto con rinnovata sensibilita».
Da qui il suo augurio «che il lavoro che abbiamo intrapreso insieme prosegua e si rafforzi per dare risposte sempre più concrete ai rifugiati in Italia».
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