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Privacy Sanbox arriva su Android. Aspettando la fine dei cookies ecco cosa cambia

di Luca Tremolada

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(BillionPhotos.com - Fotolia)

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A partire da oggi, le proposte saranno disponibili sul sito per sviluppatori Android. Google manterrà le funzionalità della piattaforma pubblicitaria esistente per almeno due anni.

16 febbraio 2022
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3' di lettura

Google ha annunciato l'estensione di Privacy Sandbox su Android, con l’obiettivo di introdurre nuove soluzioni per la pubblicità. L’obiettivo è quello di garantire una maggior privacy per gli utenti. L’idea di Google è quella di sostituire il vecchio e invasivo sistema di tracking dei cookies con un monitoraggio basato sul browser dell'utente, on un ambiente personalizzato e sicuro per la privacy che ridurrà al minimo i dati degli utenti condivisi con i siti web, lasciando sul dispositivo locale la maggior parte delle informazioni personali. Secondo Google, questo è solo uno dei modi per superare la logica dei ’cookie’, ovvero l’impronta di navigazione che un utente lascia in rete e che viene sempre più aggirata con la navigazione in anonimo o l’uso di ad-blocker, per nascondere gli annunci sui siti. Google calcola che quando i cookie di terze parti sono disabilitati, i publisher ricevono in media il 52% in meno delle entrate pubblicitarie previste

Cosa cambia.

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A partire da oggi, le proposte saranno disponibili sul sito per sviluppatori Android, dove gli sviluppatori potranno inoltre lasciare i loro commenti. Nel corso dell'anno verranno condivise le successive anteprime, compresa una versione beta prevista entro la fine del 2022. Privacy Sandbox su Android, si legge nel blog ufficiale, è un progetto di lungo periodo e Google manterrà le funzionalità della piattaforma pubblicitaria esistente per almeno due anni, offrendo un ampio preavviso prima di eventuali modifiche.

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L’addio ai cookies e la scadenza del 2023.

Il passaggio non è di poco conto perché all’orizzonte c’è la cancellazione dei cookies da Chrome, che vuole dire ridisegnare il modo attraverso cui gli inserzionisti pubblicitari investono nel web. L’idea, come detto è quella di inglobarli nella Privacy Sandbox. Ma non è ancora chiaro in che modo e quali vantaggi ci saranno per i cittadini digitali (cioè tutti noi) e per chi vive di pubblicità sul web (cioè buona parte delle imprese). A fine di gennaio Google ha annunciato di aver archiviato anche il progetto sperimentale FLoC (Federated Learning of Cohorts). A fine gennaio è stata presentato Topics che è una delle soluzioni che Google sta testando nell’ambito di Privacy Sandbox per Android. Altre soluzioni in fase di test sono Attribution Reporting e FLEDGE, anche queste API già proposte come parte di Privacy Sandbox per il Web

Come funziona Topics?

 Verrà assegnato a ciascun utente che usa Google Chrome quando naviga una serie di categorie pubblicitarie, come viaggi o fitness, in base ai siti che visitano. Quando la persona visita un sito con annunci, tre di questi argomenti verranno condivisi con gli inserzionisti sul sito, consentendo loro di mostrare un annuncio pertinente. Questi Topics sono conservati per tre settimane, non vengono incrociati con altri dati e sono selezionati interamente sul tuo dispositivo senza coinvolgere alcun server esterno, compresi i server di Google

La partita della privacy e la sostenibilità del web

Ridimensionare la sua capacità di conoscere i propri utenti evidentemente è diventata un prezzo da pagare accettabile per venire incontro alla crescenti preoccupazione degli utenti sulla privacy. E anche per anticipare le richieste dell’Europa che con il Digital Services Act intende riscrivere nei prossimi due anni i rapporti con le grandi piattaforme digitali. Tuttavia, questo nuovo sistema rischia di se non scontentare non fare felice nessuno. Chi pretende una navigazione assolutamente anonima, come le associazioni per la difesa della privacy ma anche gli inserzionisti. Per loro l’utente sarà rappresentato dai tre interessi rilevanti di quel periodo, uno per ciascuna delle tre settimane precedenti di navigazione. L’effetto positivo è che, a differenza dei cookie di terze parti, sarà molto più difficile identificare un utente in base ai siti che naviga. L’altra notizia positiva è che non si terrà conto nel tracciamento di dati come il sesso e la razza e sarà molto più facile avere il controllo delle informazioni che gli inserzionisti vedono sugli utenti. In ogni caso c'è ancora tempo. Google non eliminerà i cookie di terze parti prima del 2023.


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