(ANSA)
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«Su 7 del Corriere lancio la proposta di dote per i diciottenni. Per la generazione più in crisi un aiuto concreto per studi, lavoro, casa. Per essere seri va finanziata non a debito (lo ripagherebbero loro) ma chiedendo all'1% più ricco del paese di pagarla con la tassa di successione». Così il leader Pd Enrico Letta su twitter, spiegando che si tratta di «una dotazione di 10.000 € per garantire alla generazione che più ha pagato il Covid un'opportunità di formazione, l'impegno in attività economiche, la possibilità di andare a vivere per conto proprio».
La proposta è stata però bocciata di fatto dal premier Mario Draghi, che in conferenza stampa sul decreto sostegni bis ha chiosato: «Non ne abbiamo mai parlato, non l'abbiamo mai guardata, ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini ma di darli».
Immediata anche la chiusura di Forza Italia. «Tassa di successione per finanziare una dote ai diciottenni? Fintanto che al governo ci saranno Fi e il centrodestra, Letta si scordi qualsiasi irricevibile aumento di tasse. Il segretario dem vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani? Lo dica ai cittadini in campagna elettorale e proponga al Paese un esecutivo di sinistra con al primo punto l'aumento della pressione fiscale. Per quanto ci riguarda quella di Letta è un'idea non percorribile da questo governo di unità nazionale che ha come obiettivi il superamento dell'emergenza sanitaria ed economica». Così Roberto Occhiuto, capogruppo di Fi alla Camera.
Il segretario Pd è intervenuto in giornata anche sulla strategia Ue di contrasto al Covid. «Più in fretta si fa sulle regole comuni - ha detto - in tutti paesi europeo sui certificati vaccinali, meglio è per la ripresa dell'attività economica. Quindi mi sento di fare qui da Bruxelles un appello perché tutte le istituzioni lavorino il più rapidamente possibile per arrivare alla soluzione». E ha aggiunto: «Questa soluzione è necessaria per la ripresa del turismo»
Sulla questione israelo-palestinese «dobbiamo far si che vi sia soddisfazione pacifica e di coesistenza pacifica per due ragioni, motivo per il quale i due Stati rimangono la soluzione. Motivo per il quale adesso con grande forza credo che l'Europa possa far sentire la sua voce per fermare la over reaction israeliana e arrivare ad una soluzione: il cessate il fuoco immediato e poi i negoziati per una soluzione pacifica».
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