di Paola Dezza
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Hotel, negozi, qualche ufficio. È il portafoglio immobiliare della Bacamul, la cassaforte della famiglia Babini che custodisce tra gli asset anche il palazzo di via Montenapoleone affittato a Lvmh. Un portafoglio dal quale oggi - Il Sole 24 Ore può anticiparlo in esclusiva - nasce una collezione di hotel, che prende il via dalle tre strutture di proprietà con l’obiettivo di espandersi qualora se ne presenterà l’occasione. Si tratta di Borgo dei Conti, in ristrutturazione, che vanta tra i clienti Jeff Bezos e Mark Zuckenberg, del Londra Palace Venezia e dell’edificio che ospita The Place Firenze.
Il neonato brand si chiamerà The hospitality experience. «La nostra filosofia è improntata al desiderio di creare una collezione di alberghi diversi tra loro, capaci di mantenere la loro unicità e valorizzare il territorio - dice Carlo Babini, 45 anni, ceo e owner del gruppo -. Molti dei nostri asset sono in portafoglio da 50 anni e più». L’ultima operazione del gruppo è la ristrutturazione di Borgo dei Conti, complesso attorno al castello dei conti Rossi Scotti acquistato una decina di anni fa vicino a Perugia. Operazione che prevede anche l’acquisto di un agriturismo per realizzare appartamenti per il personale.
Ma la lunga storia di famiglia inizia da una conceria e passa negli anni per il gruppo Ricordi. Oggi è focalizzata sul real estate a reddito, tra cui oltre al già citato palazzo di Montenapoleone (oggi in fase di completa ristrutturazione) ci sono l’edificio storico che ospita il ristorante Temakinho e gli stessi uffici della società a Milano in via Boccaccio, neggozi a Cagliari, Genova, Palermo.
Da poco è partito un progetto di filantropia 4.0, un tema caro alla famiglia che con questo sguardo di fondo gestisce il proprio patrimonio e gli alberghi. Uno sguardo attento al patrimonio italiano, alla tradizione e alle persone. La Fondazione di famiglia “The Place of Wonders”, parte della collezione, sta creando infatti un importante legame con l’artigianalità del territorio per salvaguardare il patrimonio italiano e innescare percorsi virtuosi per giovani che vogliono dedicarsi ad arte e mestieri. «Grazie ai primi partner a Firenze - racconta Michela Babini, moglie di Carlo e direttrice della Fondazione - tre ragazzi possono apprendere l’arte orafa e restare sul territorio con un percorso di studi triennale. Stiamo cercando anche a Venezia realtà che ci possano affiancare in questo progetto per non perdere le eccellenze dell’artigianalità».
Paola Dezza
Caposervizio Responsabile Real Estate
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