di Andrea Fontana
(REUTERS)
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le azioni Telecom Italia ancora sotto i riflettori a Piazza Affari mentre si avvicina il momento della verità per l'offerta targata Palazzo Chigi/Cassa Depositi e Prestiti sulla infrastruttura di rete. Le quotazioni delle ordinarie hanno anche riagganciato temporaneamente gli 0,3 euro.
Secondo quanto riportato nel week end da Il Sole 24 Ore, un vertice avvenuto nei giorni scorsi nelle stanze del governo ha tracciato due strade per il riassetto della rete: una offerta guidata da Cdp con partner finanziari, a cominciare da Macquarie che affianca già la cassa in Open Fiber, oppure una soluzione di concerto con il fondo Kkr in modo da dividersi l'infrastruttura e gli investimenti. Quest'ultima soluzione potrebbe anche accordarsi con lo schema proposto dal fondo americano nella sua offerta non vincolante già recapitata al cda del gruppo delle telecomunicazioni: Kkr potrebbe acquistare la maggioranza della rete (confluita nella newco NetCo) mentre il 49% restante finirebbe in parte al governo (20% circa) - in modo da evitare problemi antitrust a Cdp che già controlla Open Fiber - e in parte alla stessa Tim. Questo scenario consentirebbe da un lato a Tim di ridurre il debito, visto che perderebbe il controllo di NetCo, dall'altro di mantenere un presidio pubblico nella rete definendo anche il successivo percorso di disinvestimento del fondo, ad esempio attraverso la quotazione in Borsa dell'asset.
Gli analisti di Akros sottolineano come i rumors confermino l'impegno del governo italiano a trovare una soluzione pubblica per la rete che auspicabilmente sia anche market-friendly. Secondo Intermonte se la strada scelta fosse quella della offerta da Cdp e Macquarie è probabile che questa proposta contenga già una serie di impegni volontari e concessioni da negoziare con antitrust europeo: «Come possibili rimedi, ipotizziamo la cessione di asset in eccesso (partendo da quelli in sovrapposizione tra la rete di Tim e quelli di Open Fiber nelle aree nere) a potenziali compratori già identificati come Fastweb o operatori FTTH regionali, come Unidata o Intred». D'altro canto, si fa notare, Cdp e Macquarie sono anche alla ricerca di un piano alternativo per Open Fiber visto che la società della rete, come riportato da Repubblica, è in ritardo sui piani di sviluppo e potrebbe procedere a una ricapitalizzazione da 400 milioni per far fronte agli impegni con le banche e agli investimenti programmati.
Andrea Fontana
Redattore Radiocor
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