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Fca ha chiuso il primo semestre del 2018 con un utile netto di 1,775 miliardi di euro, in calo dell'1% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. L'utile netto adjusted, invece, risulta pari a 2,019 miliardi, in crescita del 15%. I ricavi netti sono saliti dell'1% a 56,02 miliardi di euro, con le consegne complessive salite del 6% a 2,5 milioni di unità e quelle consolidate aumentate dell'8% a 2,4 milioni di unità. L'ebit adjusted al 30 giugno 2018 è pari a 3,266 miliardi di euro, in calo del 4% su anno.
Guardando al secondo trimestre dell'anno in corso, l'utile netto è di 754 milioni di euro, in calo del 35% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. L'utile netto adjusted trimestrale è di 981 milioni, in calo del 9%.
I ricavi netti risultano in crescita del 4% a 28,99 miliardi di euro, l'ebit adjusted è sceso dell'11% a 1,655 miliardi di euro. Le consegne complessive nel trimestre sono state di 1,3 milioni di vetture (+6%), quelle consolidate di 1,25 milioni (+10%).
«Il secondo trimestre è stato “duro” per Fca». Queste le prime parole delnuovo amministratore delegato del gruppo, Mike Manley, durante la conference call. «Anche Sergio Marchionne - ha detto Manley ricordando il suo predecessore scomparso oggi all’età di 66 anni - aveva anticipato che sarebbe stato un trimestre duro ed è stato così». Il nuovo numero uno ha tuttavia sottolineato anche alcuni elementi «positivi». La società ha rivisto al ribasso le stime per la fine dell'anno relative a ricavi netti ed ebitda adjusted, confermando quelle sull'utile netto adjusted. Il gruppo automobilistico per il 2018 si aspetta ricavi netti tra 115 e 118 miliardi di euro, un ebit adjusted tra 7,4 e 8 miliardi di euro, con un utile netto adjusted confermato pari a circa 5 miliardi di euro. Da segnalare anche il calo dell'utile netto nel secondo trimestre del 35%. «Confermiamo tutti gli obiettivi che ci siamo posti nel piano industriale al 2022», ha comunque assicurato Manley.
Ora per Fca è prioritario rafforzare lo stato di salute delle attività in Cina: «La Cina è una priorità», ha detto Manley. «Le sfide maggiori con cui dobbiamo fare i conti e che francamente continueremo a dovere affrontare sono tutte concentrate sulla Cina», ha aggiunto, spiegando che il gruppo dovrà pensare a come riorganizzare e rafforzare le attività nel Paese asiatico.
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