di Flavia Carletti e Paolo Paronetto
La Borsa, gli indici dell’11 marzo 2022
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Settimana di recupero per i listini azionari europei, che nonostante l'elevata volatilità legata in primo luogo alla guerra in Ucraina hanno terminato la seduta di venerdì al di sopra dei livelli dell'ottava precedente. Per il Ftse Mib il bilancio parla di un rialzo del 2,57 per cento. Performance lievemente superiore a quella dello Stoxx 600 (+2,23%), mentre ancora meglio hanno fatto Francoforte (+4,07%), Parigi (+3,28%) e Madrid (+5,46%). Londra ha messo a segno un +2,41%, mentre Amsterdam si è fermata a +0,46 per cento. Per quanto riguarda i singoli titoli, Leonardo ha guidato i rialzi con un +20,83% dovuto in primo luogo alle prospettive di maggiori investimenti nella difesa a livello europeo. Tim ha guadagnato il 15,71% recuperando terreno dopo lo scivolone seguito alla presentazione del nuovo piano industriale, mentre Tenaris (+11,9%) ha approfittato della corsa del prezzo del petrolio nonché delle volontà di indipendenza energetica dalla Russia, che non potranno che portare alla realizzazione di nuove infrastrutture. In rosso invece il bilancio settimanale di Nexi (-4,01%), di Interpump (-3,63%) e del settore auto, con Stellantis a -2,36% e Ferrari a -2,82 per cento.
Chiusura in rialzo per Borse europee anche se sotto i massimi di giornata. Gli indici del Vecchio Continente hanno trovato parziale sostegno dalle parole del presidente russo, Vladimir Putin, secondo il quale nei colloqui tra Russia e Ucraina sono stati fatti «alcuni progressi» e «alcuni cambiamenti positivi sono stati raggiunti». Con gli indici di Wall Street contrastati dopo un avvio positivo – New York ha poi chiuso con il Dow Jones a -0,70%, il Nasdaq a -2,18% e lo S&P 500 a -1,31% –, tuttavia, la corsa dei listini ha rallentato. A Piazza Affari il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni in progresso dello 0,67%, a Parigi il Cac40 dello 0,85%, a Londra il Ftse100 dello 0,72%, a Francoforte il Dax40 dell'1,38 per cento. Intanto, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato che il G7 revoca lo status di «nazione più favorita» negli scambi commerciali alla Russia. Il presidente ha detto che la revoca dello status «renderà più difficile per la Russia fare affari con gli Stati Uniti». Biden ha aggiunto che «farlo all'unisono con altre nazioni che costituiscono metà dell'economia globale sarà un altro duro colpo per l'economia russa che sta già soffrendo molto per le nostre sanzioni».
I «progressi» evocati dal presidente russo Vladimir Putin nei colloqui con l'Ucraina hanno spinto al rialzo le Borse europee, anche se la guerra al momento continua e i bombardamenti di Mosca si estendono alle regioni occidentali del paese invaso. Gli investitori hanno quindi preferito mantenere un atteggiamento prudente, preoccupati anche dall'impatto delle sanzioni economiche imposte alla Russia e dalle prospettive di stretta della politica monetaria da parte delle banche centrali.
Tra le blue chip milanesi gli ordini di acquisto hanno premiato in primo luogo Leonardo (+11,53%), galvanizzata dai conti 2021 e soprattutto da una guidance 2022 apprezzata dagli analisti e dal mercato. Leonardo per il 2022 prevede flussi di cassa a circa 500 milioni, ricavi tra 14,5 e 15 miliardi ed ebita tra 1,18 e 1,22 miliardi. Il gruppo continua inoltre ad approfittare delle prospettive di aumento delle spese militari in Europa: proprio oggi i leader Ue riuniti a Versailles si sono impegnati a «investire risolutamente nella capacità di difesa e nelle tecnologie innovative». Bene anche Tim (+4,83%), tra l'avanzare del dossier della rete unica, il cda di domenica su Kkr e le valutazione degli advisor sulla potenziale valorizzazione della società con il riassetto industriale proposto dal management. In chiaroscuro le banche, con UniCredit a -1,09%, male Saipem, scivolata del 2,79%. Nel resto del listino Tesmec è salita del 5,04% dopo la pubblicazione dei conti 2021, anno che ha visto la società tornare in utile dopo il rosso del 2020. In evidenza Mondo Tv France (+12,03%), Websolute (+9,65%) e Tecma Solutions (+9,18%), mentre le vendite hanno colpito Somec (-5,63%), Powersoft (-6,22%) e Gequity (-7,14%).
Sul mercato dell'energia torna a salire il prezzo del petrolio: il contratto sul Brent del Mare del Nord consegna Maggio sale del 2,31% a 111,86 dollari al barile, mentre quello sul Wti scadenza aprile guadagna il 2,89% a 109,08 dollari. Sul fronte valutario, infine, è sotto quota 1,10 il cambio euro/dollaro, che si attesta a 1,0940 (da 1,1008 ieri in chiusura). Dollaro/yen ai massimi dal 2017 a 117,11 (da 116,14), euro/yen a 128,12 (da 127,68).
Chiusura in calo per lo spread tra BTp e Bund. Dopo l'effetto delle comunicazioni della Bce di ieri e l'ampliamento del differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco, oggi lo spread ha parzialmente recuperato terreno ed ha terminato la seduta a quota 157 punti base dai 162 punti segnati ieri in chiusura. In lieve calo anche il rendimento del BTp decennale benchmark, che ha segnato un'ultima posizione all'1,87% dall'1,92% dell'ultimo closing.
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Flavia Carletti
Redattore Radiocor
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