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La transizione verso l’elettrico spinge il mercato dell’autonoleggio (+9,5%)

di Filomena Greco

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(js-photo - stock.adobe.com)

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Un’auto su tre lo scorso anno è stata immatricolata dalle società di noleggio. La normativa sugli ecobonus ha prodotto effetti positivi sulle immatricolazioni

31 gennaio 2023
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3' di lettura

Tra gli effetti “secondari” della transizione verso l’elettrico nel mondo dell’auto c’è la crescita del mercato del noleggio. Lo rivela lo studio annuale di Aniasa – Associazione nazionale dell’industria dell’autonoleggio – sul mercato dell’auto nel 2022: l’anno scorso le immatricolazioni di auto in capo alle società è cresciuto del 9,5% – a fronte di un mercato sceso del 9,7% – trainato dal noleggio a lungo termine che ha registrato incrementi pari al 19% rispetto all’anno prima. Di fatto, un’auto su tre, l’anno scorso è stata immatricolata dalle società di noleggio, per un totale di 365mila unità. Inoltre il comparto ha fatto da acceleratore per la stessa transizione elettrica visto che ha assorbito una quota pari al 30% delle auto full electric e pari al 56% delle ibride plug-in.

Risale poi a novembre scorso la possibilità anche per le imprese di chiedere gli incentivi, dopo la decisione del Governo di ricomprendere le vetture a noleggio nella platea dei beneficiari degli Ecobonus. Nell’ultima parte dell’anno dunque gli operatori del renting, che nel primo semestre avevano accusato un rallentamento delle immatricolazioni, hanno ripreso la marcia.

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Il mercato

A imporsi sul mercato è stato soprattutto il noleggio a lungo termine che ha chiuso il 2022 con 302.116 auto immatricolate, a conferma del fatto che questa formula sta conquistando nuove fasce di clientela, soprattutto tra i privati. Proprio la soluzione del noleggio a lungo termine, che comincia a consolidarsi anche nel settore dei veicoli commerciali, si sta dimostrando efficace per assorbire i maggiori costi legati all’acquisto di una vettura elettrica. «Si tratta di un trend molto evidente – spiega Alberto Viano presidente di Aniasa – se si guarda ad esempio al dato delle auto plug in, modelli costosi che il consumatore sceglie di acquistare con la formula del noleggio, anche per i vantaggi fiscali che porta. Questa formula che di fatto rende più accessibile una categoria di auto a basse emissioni e accelera la transizione».

In forte difficoltà invece il comparto del noleggio a breve termine, segmento alle prese con la scarsità di prodotto sul mercato, indotta dalla crisi dei semiconduttori e dei componenti elettronici. In questo settore hanno pesato anche le scelte della Case automobilistiche, che hanno privilegiato altri canali di vendita. Da qui la scelta degli operatori di allargare la rete di fornitura e di guardare ai produttori cinesi, finora di fatto tagliati fuori dal mercato europeo. «Già oggi è possibile – spiega Viano – trovare nelle flotte di vetture per il noleggio a breve termine auto prodotte in Cina come quelle a marchio MG. Si tratta di una penetrazione di mercato abbastanza naturale».

Gli incentivi

L’attuale normativa relativa agli Ecobonus ha aperto alla possibilità di riconoscere gli aiuti anche alle società, oltre che ai privati, ma soltanto per l’autonoleggio. Il piano incentivi in particolare vale 650 milioni all’anno, fino al 2024. Sul piatto ci sono 23 milioni di euro, metà destinati al car sharing, l’altra metà al noleggio, escluso invece il mondo del Leasing. La normativa prevede che alle società sia riservata la metà degli aiuti – fino a un massimo di 2.500 euro rispetto a 5mila – concessi ai privati. Superato il limite dello stanziamento – ad oggi resta un terzo dell’ammontare totale, circa 8 milioni – si accede automaticamente ai fondi previsti per i modelli elettrici e ibridi. L’auspicio, per il 2023, «è che si possa allargare il più possibile le maglie degli aiuti includendo tutte le società, anche quelle che fanno leasing, e che si possa equiparare al 100% il sostegno degli incentivi per chi noleggia una vettura elettrica, al pari di chi l’acquista» evidenzia il presidente Viano.

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