Blocco dei licenziamenti, cosa succede dal primo luglio
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Da giovedì 1° luglio cade il divieto di licenziare per motivi economici per industria e costruzioni. Rimane invece per tessile-abbigliamento-pelletteria. I datori di lavoro di questi comparti infatti (codici Ateco2007 13, 14 e 15) nel periodo che intercorre dal 1° luglio al 31 ottobre 2021 potranno fruire di altre 17 settimane di Cig gratuita (non sono dovuti i contributi addizionali).
Le nuove regole sono previste dal decreto legge su lavoro e fisco, approvato dal Consiglio dei ministri il 30 giugno. A poche ore dal via libera, il Governo ha depositato nella commissione Bilancio della Camera un emendamento al Dl sostegni bis che contiene il testo del provvedimento. Entro le 18 di venerdì 2 luglio vanno presentati i subemendamenti all’emendamento dell’Esecutivo.
Le aziende del tessile, che ancora oggi sono in forte difficoltà, entrano così di fatto nella normativa prevista per le piccole imprese e per quelle del terziario (che rientrano nel campo d'azione di cig in deroga e Fis).
La conseguenza è che fino al 31 ottobre anche loro manterranno un divieto generalizzato di licenziamento per motivi economici (tranne le eccezioni, già previste dalle regole vigenti: cessazione definitiva dell'attività, accordo collettivo aziendale di incentivo all'esodo, fallimento).
Per i settori nei quali è superato – a partire da oggi – il divieto di licenziamento, il decreto stabilisce che le imprese, che non possano più fruire della Cassa integrazione guadagni straordinaria, possano farlo in deroga per 13 settimane fino al 31 dicembre 2021 senza contributo addizionale e, qualora se ne avvalgano, con conseguente divieto di licenziare.
Sullo sfondo l’intesa raggiunta il 29 giugno da governo, sindacati confederali e associazioni datoriali. A seguito dell’accordo le parti sociali si sono impegnate, alla luce della soluzione proposta dal governo sul superamento del blocco dei licenziamenti, «a raccomandare l'utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente e il decreto legge in approvazione (il provvedimento è stato poi approvato dal Consiglio dei ministri il 30 giugno, ndr) prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro».
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