di Giancarlo Calzetta
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HPM è una startup innovativa già pienamente operativa nata a Milano dall'esperienza decennale maturata da Luca Temperini e Stefano Maldifassi nello sport praticato e della medicina sportiva. La sua missione è quella di portare la preparazione atletica e la riabilitazione oltre i normali protocolli, con l'ausilio dei dati raccolti durante l'esperienza in ambito sportivo e delle macchine appositamente progettate per stimolare o recuperare muscoli, tendini e ossa che versano in condizioni problematiche.
«Il cuore di HPM - dice Luca Temperini, coach, atleta combattente e motivatore – è il suo laboratorio dove 12 postazioni di raccolta dati riescono a ricostruire un profilo estremamente preciso della persona su cui stiamo lavorando. Si va dall'analisi della postura fino alla misurazione dell'esplosività muscolare, passando per la registrazione di una serie di parametri anatomici come l'allineamento e la posizione relativa di ossa e articolazioni».
Dal quadro complessivo si riesce a risalire ai veri problemi che impediscono agli atleti di crescere e ai pazienti in fisioterapia di migliorare. «Per fare un esempio tipico, – continua Temperini – quando in un paziente si riscontra che una gamba è leggermente più corta dell'altra, il protocollo impone l'uso di un plantare per ristabilire l'equilibrio, ma non sempre questo non basta. Il paziente, infatti, potrebbe esser riuscito a compensare quella situazione autonomamente mentre la vera causa dei suoi problemi potrebbe restare nascosta in una rotazione del bacino, in un muscolo troppo corto e così via. Con l'analisi di tutti i parametri all'inizio del percorso, ogni possibilità viene analizzata già da subito, risparmiando tempo e andando subito ad agire dove è necessario».
Questo approccio è applicabile sia alla preparazione atletica sia alla riabilitazione, dove si ottengono risultati molto importanti. “Abbiamo casi di persone che si sono rivolte a noi arrivando in sedia a rotelle e adesso camminano con le stampelle oppure altri di persone arrivate con le stampelle e che adesso camminano con il solo ausilio di un bastone.”
Non si fanno miracoli, però: “Il punto è che noi riusciamo ad andare oltre i classici protocolli medici. Quando un ospedale dà il codice verde a un paziente, loro lo vedono come guarito, ma la situazione è ben lontana da quella che si aveva prima dell'evento traumatico. Lo abbiamo visto con Montolivo, per esempio. Quando militavamo nel Milan Lab, ne misuravamo le prestazioni costantemente quando stava bene. Dopo l'infortunio al ginocchio, quando l'ospedale che lo ha restituito come ‘guarito' abbiamo misurato condizioni molto diverse e siamo tornati alla struttura evidenziando quanto era rimasto da fare e lavorando con loro per portarlo davvero a una situazione di guarigione”.
E il discorso non riguarda solo gli atleti di professione. Una delle clienti/paziendi di HPM racconta che dopo un incidente di sci si è ritrovata con i legamenti delle ginocchia completamente distrutti. Dopo il percorso ospedaliero, che non prevedeva l'operazione in quanto troppo invasiva, le hanno detto di fare palestra, ma senza un protocollo da seguire. HPM ha creato questo protocollo personalizzato e il recupero è stato pieno. Non scia più per paura, ma corre e fa altri sport.
In pratica, manca un tassello nel recupero di atleti e gente normale: quello che va dalla guarigione ospedaliera al recupero delle funzionalità. In altre parole, l'ospedale ripara il danno fisico alla base, ma non può fare molto altro perché al momento della dimissione taglia i ponti con i pazienti, che devono trovare da soli il proprio percorso di recupero, perdendo molto tempo che si aggiunge a quello trascorso durante le cure. “Quando una persona subisce un trauma muscolare o osseo importante,” – dice Temperini – “resta per settimane se non mesi inattivo, con un danno che il corpo cerca di compensare in qualche modo e la parte lesa che perde l'abitudine a lavorare correttamente. Noi abbiamo sviluppato protocolli più efficaci perché abbiamo alle spalle decenni di dati di ottima qualità raccolti con continuità su atleti che avevamo a disposizione sia da sani sia mentre recuperavano. Potevamo monitorare la loro risposta alle cure e raffinare i protocolli continuamente. Tutto questo è ora a disposizione di chiunque.”
Per questo sono state anche sviluppate insieme a partner estremamente competenti delle macchine uniche al mondo che permettono di simulare percorsi accidentati sui quali camminare o correre. Può sembrare poca cosa, ma la funzione dell'abitudine muscolare è importantissima e se un normale tapis roulant può far recuperare il tono muscolare, un tapis roulant basculante ha un'azione molto più completa perché ristabilisce l'abitudine del paziente ad aggiustare il modo in cui appoggia il piede a seconda dell'asperità che sta affrontando.
Ancora una volta, quindi, possiamo vedere come l'utilizzo di dati di qualità faccia davvero la differenza nell'approccio alle varie discipline. L'analisi dei dati è in grado di cambiare radicalmente l'approccio a moltissimi problemi, trovando soluzioni che sono a portata di mano solo se si sa come trarre vantaggio da quello che l'esperienza di anni può dare.
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