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Panzeri firma «patto» con la Procura: confessione e un anno di carcere

Qatargate, Eva Kaili confessa: "Sapevo delle valigie piene di soldi"

L’ex eurodeputato del Pd ha firmato un accordo con il procuratore federale belga in cui si impegna ad informare gli inquirenti sui reati oggetto dell’inchiesta sulla corruzione in cui è coinvolto. Confermati versamenti a Tarabella «per 120-140mila euro»

17 gennaio 2023
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2' di lettura

L’ex eurodeputato del Pd prima e di Articolo Uno poi Pierantonio Panzeri si è pentito e ha accettato di collaborare con la giustizia belga nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura federale belga per sospetta frode all’interno del Parlamento Europeo.

Oggi, informa la Procura, si è verificata una «importante evoluzione» nelle indagini. Panzeri, uno dei «protagonisti importanti» del dossier, accompagnato dai suoi avvocati, ha firmato un memorandum con il procuratore federale, in base ad alcuni articoli del codice di procedura penale belga che riguardano i «pentiti».

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L’accordo firmato tra l’ex eurodeputato e il procuratore federale belga prevede un anno di reclusione effettivo.

Il «patto» con la procura

Panzeri, accusato di «aver partecipato ad una organizzazione criminale in qualità di dirigente, di riciclaggio di denaro e di corruzione pubblica, attiva e passiva», si impegna nel memorandum firmato oggi «ad informare la giustizia e gli inquirenti in particolare sul modus operandi, gli accordi finanziari con Stati terzi, le architetture finanziarie messe in atto, i beneficiari delle strutture messe in atto e i vantaggi proposti, l’implicazione delle persone conosciute e di quelle ancora non conosciute nel dossier, ivi inclusa l’identità delle persone che ammette di aver corrotto».

La confessione: a Tarabella 120-140 mila euro

L’ex eurodeputato in carcere per il Qatargate, avrebbe inoltre confessato alla giustizia belga di aver versato a rate una somma tra i 120mila e i 140mila euro al collega socialista Marc Tarabella, eurodeputato belga di origine italiana.

È quanto riportano fonti giornalistiche, indicando che l’ammissione sarebbe stata messa a verbale dall’ex eurodeputato di Articolo 1 lo scorso 10 dicembre. Panzeri avrebbe anche invitato a verificare la posizione dell’europarlamentare dem Andrea Cozzolino, senza però indicare versamento di denaro.

Denaro versato «in contanti e in luoghi diversi»

«L’iniziativa portava avanti in Parlamento era un’iniziativa di lobbying e ovviamente cercavamo dei parlamentari che fossero disponibili ad appoggiare certe posizioni in favore del Qatar. In questo quadro alcuni parlamentari hanno appoggiato tali posizioni per semplice convinzione e io e Giorgi, a volte io da solo, qualche volta Giorgi, li abbiamo invitati ad una riflessione su queste posizioni». È quanto si legge nell’interrogatorio degli inquirenti belgi ad Antonio Panzeri che si è svolto il 10 dicembre scorso, del quale alcuni stralci sono stati allegati alla richiesta di revoca di immunità per Marc Tarabella e Andrea Cozzolino.

Si legge ancora nell’interrogatorio dell’ex eurodeputato socialista: «Li consigliamo, diciamo loro che ’sarebbe utile...’ ma non tutti sono d’accordo. In un caso, vale a dire quello di Marc Tarabella, è stato ricompensato più volte per un importo totale, a memoria, di 120-140mila euro».

Panzeri racconta di aver dato «più volte il denaro in contanti» a Tarabella. «Talvolta ero accompagnato da Giorgi Francesco. Consegnavo il denaro a Tarabella in luoghi diversi. Il denaro si trovava in sacchi di carta. È cominciato due anni fa», spiega poi Panzeri secondo quanto si legge nella documentazione.

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