di Giorgio dell'Orefice
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Nuovo attacco al sistema Ue dei marchi di qualità agroalimentare Dop e Igp. Dopo le richieste di Croazia e Slovenia che vogliono utilizzare come menzione aggiuntiva i nomi “Prosek” e “Balsamico” è ora la volta delle nuove norme sulle Indicazioni geografiche artigianali che rischiano di estendere l'utilizzo del marchio Ue delle Ig su prodotti (non agroalimentari) che non rispettano la medesima disciplina produttiva. Ovvero produzioni che siano realizzate sulla base di una semplice “autodichiarazione” e non, come le etichette Dop e Igp, secondo un disciplinare di produzione e con un processo produttivo certificato dai controlli di un ente terzo.
Il nuovo allarme è stato lanciato questa mattina da Origin Italia, l'associazione dei consorzi di tutela dei prodotti Dop e Igp made in Italy secondo cui le nuove norme rischiano di creare confusione sul mercato e penalizzare i prodotti italiani. Origin Italia ha infatti riunito oggi il Comitato Strategico ed il Consiglio Direttivo per deliberare una posizione di netta contrarietà all’utilizzo del medesimo logo Igp dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli anche per i prodotti artigianali non alimentari, come previsto art. 44 del nuovo Regolamento sulle IG “non Agri” proposto dalla Commissione Europea.
«La nuova normativa – spiegano a Origin Italia - consentirebbe l’utilizzo del logo delle Igp dedicato ai prodotti agroalimentari anche alle Ig artigianali e industriali non alimentari, il cui sistema di controllo sarebbe basato solo da autodichiarazione degli stessi produttori. Pertanto, entrerebbe in contrasto con le procedure previste dal Regolamento dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli che obbligano le Igp ad avere un rigido sistema di controllo basato sui disciplinari, attuato attraverso dettagliati piani di controllo, garantito da un ente di certificazione indipendente e vigilato dai relativi Consorzi di Tutela di concerto con l’Ispettorato controllo qualità e repressione delle frodi (ICQRF)».
«Pur essendo favorevoli alla nascita di un sistema delle Ig artigianali non alimentari – ha commentato il presidente di Origin Italia, Cesare Baldrighi - questa nuova disposizione creerebbe una grande distorsione non solo perché con lo stesso logo si indicano categorie merceologiche molto differenti, ma soprattutto perché i livelli di garanzia di un prodotto agroalimentare e vitivinicolo sono alti e già noti al consumatore. E’ assurdo che la Commissione Europea possa proporre soluzioni di questo genere che invece di semplificare la vita alle imprese e ai cittadini rendono tutto sempre più complicato. Soprattutto rischiano di indebolire un sistema che funziona da oltre 30 anni».
La Commissione Europea – ricordano a Origin Italia - ha avviato nel 2020 un’iniziativa legislativa per creare un sistema di protezione per le Indicazioni Geografiche dei prodotti artigianali e industriali (”non Agri”), anche per favorire le azioni di contrasto ai prodotti contraffatti.
La proposta di regolamento, presentata ad aprile 2022, consentirebbe una registrazione delle IG fondata su due fasi, la prima a livello nazionale e la seconda, finalizzata alla valutazione e all’approvazione della richiesta di registrazione, gestita dall’EUIPO (ovvero l'organismo europeo che tutela la proprietà intellettuale). Inoltre, stabilisce che i produttori dovranno presentare soltanto un’autodichiarazione di conformità dei prodotti ai relativi disciplinari di produzione, permettendo così l’utilizzo del logo IGP senza una vera e propria verifica.
Nei prossimi giorni Origin Italia si attiverà di concerto con Origin EU coinvolgendo tutti i parlamentari europei, ma soprattutto il Governo italiano attraverso il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, sensibile a questi temi, per correggere tale errore strategico dell’Unione Europea che rischia di far perdere valore ad un sistema collaudato come quello delle DOP IGP agroalimentari e vitivinicole.
Giorgio dell’Orefice
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