di Patrizia Maciocchi
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La Corte di Cassazione ha annullato il sequestro da 141 milioni di euro a carico di Lanfranco Cirillo, noto come “l’architetto di Putin” per la sua vicinanza al leader russo. Il maxi sequestro preventivo nei confronti di Cirillo, che ha lavorato e vissuto in Russia per oltre 20 anni, era scattato il 3 agosto 2022 per le accuse di reati tributari, contrabbando e dichiarazione infedele, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.
La decisione della Suprema corte rinviata al Tribunale del riesame, arriva a meno di una settimana dall’inizio del processo a Brescia a carico di Cirillo: la prima udienza è, infatti, fissata per il 23 febbraio. Il professionista é indagato per il fumus del reato di omessa dichiarazione dei redditi per decine di milioni di euro dal 2013 al 2019. E questo, secondo gli inquirenti «pur mantenendo in Italia il centro dei propri interessi familiari, affettivi ed economico-patrimoniali».
Nel mirino della Guardia di Finanza di Brescia erano finite abitazioni di lusso, conti correnti, denaro contante, gioielli, opere d’arte moderna e contemporanea di autori famosi come Picasso, Cezanne, Kandinsky, De Chirico e Fontana, oltre ad un elicottero. Beni sottoposti alla misura preventiva per un valore di 141 milioni di euro. Proprietà espressione di una ricchezza, ad avviso degli inquirenti, del tutto sproporzionata, rispetto ai redditi dichiarati.
Ora la Cassazione annulla, con motivazioni che dovranno essere depositate, il sequestro preventivo e rinvia al Tribunale del riesame di Brescia, che si esprimerà con un nuovo giudizio muovendosi sulla linea tracciata dalla Suprema corte. Le attività di indagine della Guardia di finanza avevano riguardato altri 44 oligarchi russi, con il successivo congelamento dei beni.
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