di Domenico Palmiotti
(Imagoeconomica)
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Acciaierie d'Italia, ex Ilva, continuerà a ricevere almeno sino a fine mese le forniture di gas necessarie alla sua attività che in quest'ultimo periodo sono state assicurate da Snam attraverso il servizio di default. Snam ha infatti sospeso le operazioni di “discatura” inizialmente programmate tra il 14 e il 15 dicembre. La “discatura” consiste nel posizionare dei particolari “dischi” che interrompono il flusso del gas. Per una serie di motivi, tra cui anche quelli tecnici relativi all'impiego in queste date delle squadre che avrebbero dovuto materialmente effettuare l'operazione, Snam ha rinviato tutto a fine anno. Ma si attende un eventuale provvedimento dell'Arera, l'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, o del ministero delle Imprese (ex Mise), che potrebbe concedere una proroga di altri 30 giorni.
In vista dello stop alla fornitura del gas, Acciaierie d'Italia ha impugnato al Tribunale amministrativo regionale della Lombardia la delibera Arera numero 440 di settembre 2022. Gli avvocati del gruppo siderurgico hanno chiesto ai giudici la sospensiva del provvedimento Arera, sospensiva che peró non è stata concessa visto che lo stesso Tar aveva calendarizzato come imminente l'esame del caso. E in udienza i legali Snam hanno dichiarato che la società non avrebbe più effettuato la preannunciata operazione di “discatura”.
L'ex Ilva si è riparata sotto l'ombrello del servizio di default di Snam (che peraltro è a tempo) in quanto prima dell'autunno ha cessato il contratto che aveva con Eni. Nè ha trovato un nuovo fornitore per un altro contratto. Di qui il passaggio al servizio di default, il cui fondo il Governo, con l'ultima legge di Bilancio, ha rifinanziato per 650 milioni essendo evidentemente molte le aziende che sono nella stessa condizione dell'ex Ilva, anche se quest'ultima, energivora per eccellenza, ha un primato. Risulterebbe cioè tra i maggiori beneficiari del servizio di default. Che siano tante le aziende in sofferenza sarebbe anche dimostrato dal fatto che oltre 200 imprese avrebbero fatto ricorso contro l'Arera. Per l'ex Ilva la spia rossa del gas (e del suo pesante impatto sui conti aziendali) si era accesa già in autunno, quando è venuto fuori che aveva uno scoperto di 300 milioni nei confronti dell'Eni per forniture non pagate. Attualmente, in base a nuove valutazioni, la bolletta energetica di Acciaierie d'Italia sarebbe salita a circa 600 milioni.
La mini proroga sino a fine mese decisa da Snam e poi l'attesa di un eventuale, nuovo provvedimento di Arera o del Mimit, consente di prendere un pò di tempo e di ridurre la tensione su uno dei fronti più critici per Acciaierie d'Italia. Per la quale, infine, l'assemblea dei soci è di nuovo convocata per il 16 dicembre. Il socio privato Mittal (maggioranza) e quello pubblico Invitalia (minoranza) sono chiamati a trovare un accordo sulla ricapitalizzazione e sul riequilibrio della governance societaria. Ricapitalizzazione che il Governo, con Invitalia, è disposto a fare sino ad un miliardo ma chiede che anche Mittal assicuri il suo impegno.
P.I. 00777910159 Dati societari
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