di Silvia Pieraccini
L'azienda maremmana. Hitachi, Baker Hughes, Azimut-Benetti, alcuni dei clienti .
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Tra pochi giorni a Buffalo, nello Stato di New York, a poca distanza dalle cascate del Niagara, partirà la produzione in serie dei quadri elettrici per 39 treni della metropolitana di Baltimora. A realizzarli nel proprio stabilimento americano sarà un’azienda tricolore di automazione industriale, la Elettromar di Follonica (Grosseto), che ha dribblato da tempo gli svantaggi legati al fatto di avere la sede - e 260 dipendenti, di cui 30 ingegneri - in una cittadina della Maremma, dunque fuori dai grandi centri produttivi e dai collegamenti logistici, e si è “abituata” a lavorare per multinazionali e grandi gruppi ferroviari, energetici, navali, cartari e siderurgici. Hitachi, Baker Hughes, Azimut-Benetti, Toscotec, Acciaierie d’Italia sono alcuni dei nomi per cui l’azienda maremmana progetta l’ingegneria meccanica e elettrica e i software che gestiscono gli impianti.
La commessa per la metro di Baltimora, da completare entro il 2024, vale più di sette milioni di euro e un biglietto per il decollo. «Per anni il nostro fatturato è rimasto vicino ai 20 milioni di euro – spiega Andrea Fratoni, amministratore e azionista di riferimento di Elettromar insieme con le famiglie Turini e Bastianelli (i tre soci hanno il 25% a testa) – arrivando a 23,5 milioni nel 2019, confermati anche nell’anno più duro del Covid, il 2020. Ma nel 2021 siamo riusciti a fare il salto dimensionale, crescendo del 30% e superando i 31 milioni di ricavi, a cui si aggiungono 1,2 milioni di euro della società americana Elettromar Inc. E ora siamo decisi a spingere sullo sviluppo e sulla presenza internazionale». Nessuna strada è preclusa: «Vogliamo crescere e per farlo bisogna essere reattivi e servono investimenti: per questo valutiamo anche l'ipotesi di far entrare un partner» sottolinea Fratoni.
Durante la pandemia Elettromar ha piazzato tasselli strategici nella direzione della crescita: ha aperto uno stabilimento produttivo a Pistoia e un polo logistico a Camaiore (Lucca) e ha iniziato la sperimentazione di robot prodotti in proprio per la sanificazione delle metropolitane attraverso lampade a raggi Uv, che ora vorrebbe sviluppare con alcune università americane.
Nel 2021 l’export è salito a tre milioni di euro (pari al 9% del fatturato), anche se il valore appare per difetto perché molte commesse sono arrivate da filiali italiane di multinazionali o hanno riguardato produzioni made in Italy dirette a clienti stranieri, come i maxi yacht. Proprio di recente Elettromar ha acquisito una commessa da 6,5 milioni di euro da un cantiere navale di Viareggio per la progettazione, l’ingegneria hardware e software, la costruzione e l’installazione di quadri elettrici per cinque yacht di lunghezza compresa tra 50 e 60 metri, ordinati da armatori esteri.
Adesso l’obiettivo, spiega Fratoni, è aprire una società nel Regno Unito, dove l’azienda ha già diverse commesse, per stare vicino ai clienti e replicare quanto fatto in Usa, dove negli ultimi dieci anni Elettromar ha lavorato alle metropolitane di Atlanta, Los Angeles, San Francisco, Miami e Honolulu, conquistando prestigio e affidabilità. «Il principale motivo per cui gli americani si rivolgono a una società italiana – spiega Fratoni – è la versatilità: abbiamo competenze specialistiche che permettono quasi sempre di risolvere i problemi, grazie all'ingegno e alla creatività». Un ingegno che è stato apprezzato anche dalla console degli Stati Uniti a Firenze, Ragini Gupta, che ha visitato il quartier generale di Elettromar nei giorni scorsi.
La versatilità di Elettromar si declina pure nei settori più concentrati sull’operatività, il cui peso cambia a seconda della congiuntura: quando la siderurgia è in crisi, ad esempio, l’azienda si concentra sul ferroviario e sul cartario come sta accadendo in questo momento.
Nel 2021 il 31% del fatturato è stato assorbito dal settore ferroviario, il 25% dal settore energia, il 18% dal navale e il 14% dal cartario, mentre il siderurgico è sceso dal 27 al 10%. Per quest’anno le commesse in portafoglio fanno prevedere un altro passo avanti- il budget ha come obiettivo 35 milioni di fatturato - nonostante le tensioni sui prezzi di forniture, logistica, energia, che fino a pochi mesi fa l’azienda è riuscita a schivare. «Avevamo fatto scorta di materiali, soprattutto componentistica elettromeccanica, e dunque abbiamo potuto aumentare la produzione» sottolinea Fratoni. Quelle tensioni legate all’inflazione ora potrebbero condizionare.
La prospettiva comunque è di un ampliamento di organico: «Nei prossimi mesi assumeremo 15-20 persone» dice Fratoni. La difficoltà, come sempre, sarà trovare le figure adatte, tanto più in un territorio che non ha forte vocazione industriale. Per questo Elettromar da più di vent’anni ha avviato un’opera di informazione e educazione nelle scuole, a partire addirittura dalle elementari, per spiegare cosa fa l'azienda e quali figure servono. E ha realizzato un’Academy interna per formare il personale che serve, guidandolo nell’apprendimento.
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