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Nel selvaggio e pauroso West

di Gianluigi Rossini

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Isabel May intepreta il ruolo di Elsa Dutton, figlia del protagonista  James Dutton

Isabel May intepreta il ruolo di Elsa Dutton, figlia del protagonista James Dutton

La serie racconta la saga del bisnonno del protagonista di «Yellowstone», che intraprende un viaggio dal Texas all’Oregon nella speranza di trovare la terra promessa: un western apocalittico, con imprecisioni storiche, ma appassionante

3 ottobre 2022
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2' di lettura

Con l’arrivo di Paramount+ in Italia è possiamo finalmente vedere anche 1883, prequel di Yellowstone e primo tassello di un universo narrativo destinato a espandersi: il secondo prequel 1923 e il sequel 6666 si aggiungeranno alle quattro (presto cinque) stagioni della serie principale. Tutta opera dell’infaticabile Taylor Sheridan che, nel frattempo, ha scritto e diretto anche Mayor of Kingstown e ha in preparazione Tulsa King (entrambe su Paramount+).

Se Yellowstone è un neo-western di ambientazione contemporanea, 1883 torna invece alle origini: il 1883 è l’anno in cui James Dutton (Tim McGraw), bisnonno del protagonista di Yellowstone, John Dutton (interpretato da Kevin Kostner), e sognatore americano, intraprende un pericoloso viaggio dal Texas all’Oregon, spinto dal desiderio di costruire un angolo di paradiso per sé e la sua famiglia. I rapporti con la serie madre, in sostanza, si esauriscono qui: James, uomo duro e pieno di risorse, si unisce a una carovana di immigrati tedeschi con la sua stessa destinazione, scortati da Shea Brennan (Sam Elliott), ex soldato anche lui e adesso impiegato dalla famosa Pinkerton Agency.

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Uno degli artifici che fa funzionare la serie è una fusione tra il western e il postapocalittico: da un lato, abbiamo i carri dei coloni che attraversano la natura selvaggia, tra uomini di legge e banditi, indiani e cowboy; dall’altro, l’avventura è in secondo piano rispetto alla durezza della vita fuori dalla civilizzazione: paura, dolore, morte e disperazione sono presenti ogni minuto. La voce narrante di Elsa Dutton (Isabel May), che punteggia di pensosi monologhi tutti gli episodi, insiste spesso sul contrasto tra meraviglia e orrore, tra la promessa di libertà e lo scontro con insostenibili sofferenze, contrasto che la serie, meritoriamente, non cerca di risolvere.

L’epica western funziona ancora se affidata alle mani giuste, e 1883 appassiona nonostante i problemi ci siano: la retorica della natura selvaggia da civilizzare (non esistono terre di nessuno, diceva Raoul Peck nella serie Exterminate all the brutes); le tante imprecisioni storiche e geografiche; i coloni rappresentati come degli inetti, incapaci di pensare con la propria testa perché non hanno conosciuto la libertà. Eppure, per noi spettatori come per i protagonisti è impensabile abbandonare questo viaggio.

1883
Taylor Sheridan
Paramount+

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