di Sara Monaci
Milano-Cortina: demolizione "sostenibile" per la pista di bob
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È ancora in stallo la decisione sulla collocazione del villaggio olimpico di Cortina, destinato ad ospitare 1.200 atleti per i Giochi invernali di Milano Cortina del 2026, per un investimento preventivato di 42,8 milioni (anche se l’idea di una struttura totalmente permanente dovrebbe ridurre sensibilmente questa cifra). I nodi dovrebbero trovare una soluzione durante la prossima cabina di regia delle Olimpiadi invernali, fissata per 12 aprile a Roma. Sarà in quella sede che la Società per le infrastrutture olimpiche, guidata da Luigivalerio Sant’Andrea, porterà sul tavolo cinque soluzioni possibili, di cui però due sono quelle più probabili - e che tuttavia sono fonte di conflitto tra parte della cittadinanza locale, rappresentata dai comitati ambientalisti, e le istituzioni. Alla fine proprio la Cabina di regia prenderà una decisione.
Le aree di Cortina finora immaginate sono: Campo (area Sud), Fiames (area Nord, alle porte del centro), Cimabanche (area Nord), Socol (area Sud, all’entrata di Cortina) e Borca (area Sud, nel Cadore). Ma Campo e Fiames saranno, salvo sorprese, le vere finaliste.
Il problema è che il luogo che potrebbe soddisfare sia la società che realizza le infrastrutture che la cittadinanza, Fiames, è “vittima” di un effetto domino: qui dovrebbero aprire anche i cantieri per la realizzazione di uno dei lotti della variante di Cortina - che sebbene non sarà pronta totalmente per i Giochi verrà comunque avviata -, pertanto è difficile immaginare un secondo cantiere in contemporanea per il villaggio. Troppo complicato e troppo oneroso. I ritardi della variante di Cortina creano quindi a cascata dei ripensamenti anche sul posizionamento del villaggio.
Per questo è nata la seconda opzione, quella di Campo. Ma proprio in difesa di quest’area è nato il “Comitato di Campo”, che ne sottolinea le criticità. Secondo il loro pool di esperti l’ipotesi non risulterebbe realizzabile per via della struttura territoriale, in particolare per i suoi corsi d’acqua (torrente Boite e rio Costeana) che, secondo gli ultimi studi, sarebbero a rischio esondabilità; l’area naturalistica dovrebbe rimanere intatta, visto che annovera specie animali di interesse prioritario europeo; l’area è costituita da terreni perlopiù privati, con circa un centinaio di proprietari e 120 particelle fondiarie; la posizione a livello logistico la rende inadatta all’evento (strade strette e in forte pendenza, con passaggio per la circonvallazione e per il centro abitato). Il Comitato inoltre accusa la Società per le infrastrutture di scarsa trasparenza.
Questi malumori potrebbero alla fine spingere la Cabina di regia a tornare alla prima ipotesi, quella di Fiames, che peraltro era già indicata nel dossier di candidatura per i Giochi. In tal caso si dovrà studiare un modo per rinviare o fermare momentaneamente i lavori per il tunnel della variante, che comunque non verrà completato per l’evento.
«Nella prossima Cabina di regia verrà analizzato un report dettagliato su tutte le possibili soluzioni. La decisione sarà la meno impattante e la più sostenibile dal punto di vista ambientale e economico», queste le parole di Luigivalerio Sant’Andrea dopo l’ultimo incontro con il Comitato, qualche giorno fa. Da parte del Comitato è stato «ribadito il no alla costruzione a Campo. Ci auguriamo rivalutazioni che tengano in considerazioni i nostri punti». Tra due settimane il braccio di ferro finirà e la decisione verrà presa.
Sara Monaci
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