di Nicoletta Cottone
Coronavirus, Rt nazionale in calo a 0.85: Sardegna a 1.38, Trento a 0.69
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L’indice Rt medio nazionale scende a 0.85. Si registra, dunque, un ulteriore calo, visto che la scorsa settimana era a 0.92. Il dato si apprende dalla Cabina di regia, ed è contenuto nel report dell’Istituto superiore di sanità-Ministero della salute sui dati dell’emergenza Covid-19, riunita questa mattina.
Cala l’incidenza settimanale dei contagi, che scende a 160,5 per 100mila abitanti nella settimana fra il 5 e l’11 aprile, contro i 210,8 per 100mila abitanti della settimana dal 29 marzo al 4 aprile. Resta comunque elevata l’indicenza, ancora lontana da livelli (50 per 100mila abitanti ) che, ricorda il monitoraggio, « permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionaledell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti».
In calo il livello generale del rischio: solo una regione, la Calabria, ha un livello dirischio alto. Sedici fra regioni e province autonome hanno una classificazione di rischio moderato (di cui quattro ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e tre Regioni (Abruzzo, Campania, Veneto) e una Provincia Autonoma (Bolzano) che hanno una classificazione di rischio basso. Cinque fra regioni e province autonome, contro gli otto della settimana precedente, hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, una regione, la Sardegna, ha una trasmissibilità compatibile conuno scenario di tipo 3. Due Regioni - la Sicilia e la Valle d'Aosta - hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni e province autonome hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo uno. La Campania da zona rossa a zona arancione alla luce dei dati del monitoraggio settimanale. Puglia, Sardegna (entrata la scorsa settimana nella fascia di rischio più alta) e Valle d'Aosta rimarrebbero rosse.
Le riaperture vanno fatte con grande cautela e richiedono grande responsabilità perchè bisogna rispettare le regole di prevenzione. L'altra partita è quella di continuare il monitoraggio per vedere e contrastare inversioni di tendenza», ha detto il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa sull'analisi del monitoraggio settimanale della Cabina di regia. «Con l'inizio delle vaccinazioni c’è stata una inversione e i casi stanno decrescendo tra over-80, ma anche tra 60-69enni, così come per l'età scolare», ha detto il presidente dell'Iss. E ha sottolineato che l’età mediana dei contagiati «sta lentamente scendendo. In tutte le fasce di età c'è una decrescita di nuovi casi», ma la mortalità decresce molto lentamente. In calo l’età dei contagiati per effetto delle vaccinazioni.
«La variante inglese, che ha una trasmissibilità maggiore del 50%, ha ormai soppiantato i ceppi precedenti del virus», ha affermato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. «Bisogna ancora tenere comportamenti prudenti. L'incidenza - ha spiegato - scende così lentamente perchè la variabile Gb ha una alta trasmisssibilità. L'antidoto è solo la vaccinazione di massa». Nel report si legge che «l’ampia diffusione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità richiede l'applicazione delle misure utili al contenimento del contagio». E si sottolinea come l’incidenza sia in lenta diminuzione, «ma ancora molto elevata per consentire sull'intero territorio nazionale una gestione basata sul contenimento ovvero sull'identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti. Di conseguenza, è necessario ridurre rapidamente il numero di casi anche con misure di mitigazione volte a ridurre la possibilità di aggregazione interpersonale».
Rimane alto, il numero di regioni e province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e aree mediche sopra la soglia critica (14 contro le 15 della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sopra la soglia critica (39%), anche se il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.743 del 6 aprile a 3.526 del 13 aprile. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è anche sopra la soglia critica (41%) ma in diminuzione. Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 29.337 del 6 aprile a 26.952 del 13 aprile.
Il report registra una forte diminuzione dei nuovi casi non associati a catene di trasmissione (32.921 contro 46.302 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti è in aumento: 37,0% contro 34,9% della scorsa settimana. In lieve diminuzione il numero di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (38,1% contro 39,6%). Infine, il 24,9% è stato diagnosticato attraverso attività di screening.
Nicoletta Cottone
Caporedattore
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