di Marika Gervasio
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Gli Stati Uniti sono i primi importatori di bellezza made in Italy: secondo Cosmetica Italia, grazie all’indebolimento dell’euro nei confronti del dollaro nel primo semestre del 2022 con un valore di 330 milioni in aumento del 44,1% , hanno scalzato dalla prima posizione la Francia, mercato storico per la produzione delle nostre aziende cosmetiche, passato in seconda posizione con 297 milioni (+13,6%).
Al terzo posto la Germania (231 milioni) che, però, ha ceduto lo 0,6%, seguita da Spagna (162 milioni, +26,2%), Paesi Bassi (143 milioni, +26,6%), Regno Unito (141 milioni, +16,3%), Polonia (115 milioni, +32,6%).
Più alto di tutti il recupero della Cina, salita dell’85,9% con 80 milioni, posizionandosi al decimo posto della classifica dei Paesi importatori di bellezza made in Italy, seguito dal +54,6% degli Emirati Arabi, ottavi con 113 milioni. In netto calo (-30,4%), invece, Hong Kong, nono con 108 milioni e penalizzato da effetti pandemici protratti.
Stati Uniti e vecchio continente a parte, le destinazioni strategiche del futuro saranno quelle extra-europee che stanno acquistando sempre più peso sull’export cosmetico italiano totale nel mondo: nell’arco di venti anni hanno guadagnato quasi dieci punti percentuali e sono passate dal 30% nel 2001 a oltre il 39% nei primi sei mesi del 2022.
Tra gli sbocchi più interessanti ci sono i mercati del Sud Est asiatico e l’India: quest’ultima è il sesto Paese per consumo di cosmetici a livello mondiale con un valore di quasi 12 miliardi di euro e negli ultimi dieci anni la crescita degli acquisti è più che raddoppiata. Mentre all’interno della cosiddetta area Asean, Singapore si attesta come principale destinazione seguita da Vietnam e Malesia. Interessanti dinamiche si registrano anche in Indonesia e Tailandia.
Marika Gervasio
redattore
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