Italia
Pubblicità

Italia

Spese militari, scontro Draghi-Conte. Il premier sale al Quirinale

Governo, Conte: “Confido di vedere Draghi nelle prossime ore”

Il premier vede il leader M5S: rispetto degli impegni Nato o viene meno il patto maggioranza. Verso la fiducia sul decreto Ucraina

29 marzo 2022
Pubblicità

3' di lettura

Il tema delle spese per la difesa fa alzare la temperatura dentro la maggioranza. Tanto che a fine giornata il premier Mario Draghi sale al Quirinale per aggiornare il capo dello Stato Sergio Mattarella da cui ottiente il sostegno ad andare avanti sulla linea tracciata sull’aumento delle spese militari al 2% del Pil nel rispetto degli impergni Nato.

La giornata: dall’odg alla salita al Colle

Pubblicità

In mattinata il governo aveva accolto un ordine del giorno di Fratelli d’Italia legato al decreto Ucraina che lo impegna a raggiungere la soglia del 2% sulle spese militari senza richiesta di voto. Nel pomeriggio Giuseppe Conte è stato ricevuto a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio e all’uscita ha confermato la contrarietà del Movimento 5 Stelle all’adeguamento delle spesa per la difesa. «I senatori del Movimento 5 Stelle hanno chiesto di votarlo perché sarebbe stato respinto» ha detto l’ex premier. Il premier ha però chiarito nell’incontro che il Governo intende rispettare e ribadire con decisione gli impegni Nato sull’aumento delle spese militari. L’alternativa è la fine del patto di maggioranza, fanno sapere da Palazzo Chigi.

Decreto Ucraina, verso la fiducia del governo

Il decreto Ucraina arriverà in Aula al Senato mercoledì 30 marzo alle 18 per essere approvato il giorno successivo. Il governo è pronto a porre la questione di fiducia. Intanto l’Esecutivo ha accolto in commissione Esteri e Difesa l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia che lo impegna a raggiungere la soglia del 2 per cento sulle spese militari. Senza richiesta di voto. «A norma di regolamento - ha spiegato la senatrice di Fdi, Isabella Rauti - l’accoglimento senza riformulazione permette al proponente di non insistere nella richiesta di votazione. Siccome per Fdi l’obiettivo politico era stato raggiunto, a conferma del fatto che non era un dispettuccio per mettere in crisi la maggioranza ma la riaffermazione di un principio, abbiamo ritenuto di non richiedere la messa ai voti». Rauti ha riferito che la richiesta di voto «paradossalmente è venuta da alcuni esponenti della maggioranza, M5s e Leu».

Conte: aumento spesa militare sarebbe improvvido

Nel pomeriggio Conte ha incontrato Draghi a Palazzo Chigi. All’uscita il leader del Movimento 5 Stelle tiene il punto sulla contrarità all’aumento della spesa per la difesa: «In questo momento, a nostro pare, sarebbe improvvido, ma con il presidente Draghi siamo rimasti che continueremo a discutere». E precisa: «C’è stato oggi un Odg presentato da Fratelli d’Italia che evocava questo impegno» di aumentare le spese militari fino al 2% del Pil, «i senatori del Movimento 5 Stelle hanno chiesto di votarlo perché sarebbe stato respinto». E ancora: «Ragionevolmente nel Def non ci sarà scritto» l'aumento delle spese militari ma «è una prospettiva da affrontare sul piano politico e delle strategie e delle priorità politiche». Uno scoglio al momento allontanato in quanto il Documento di economia e finanza, inizialmente previsto in Consiglio dei ministri per giovedì, arriverà sul tavolo di Palazzo Chigi solo il 5 o il 6 aprile dopo la messa a punto del Mef e della ragioineria.

Conte, però, rassicura sulla prospettiva di una crisi e dopo la salita del premier al Quirinale dice parlando a Di Martedì su La7: «Come si può parlare di crisi di governo? Draghi avrà pure il diritto di informare il Presidente ma io non ho sollevato alcuna crisi di governo: dico solo che se dobbiamo programmare una spesa militare un partito di maggioranza può discutere i termini anche temporali per rispettare questo impegno». E spiega: un conto è la spesa che si intende sostenere, «un altro conto è se questo impegno va rispettato nel 2024, un altro entro il il 2028, un altro ancora è rispettarlo entro il 2030. Con Draghi ci siamo lasciati dicendoci che ne discuteremo e che approfondiremo».

Draghi: rispetto impegni Nato o cade patto maggioranza

Dal fronte Palazzo Chigi, però, la posizione è chiara: Draghi ha detto a Conte che il Governo intende rispettare e ribadire con decisione gli impegni Nato sull’aumento delle spese militari al 2% del Pil. «Non possono essere messi in discussione gli impegni assunti, in un momento così delicato alle porte dell’Europa. Se ciò avvenisse verrebbe meno il patto che tiene in piedi la maggioranza», il commento che filtra da Palazzo Chigi.

«Con Conte da 2018 a 2021 +17% spese difesa»

Fonti di Palazzo Chigi hanno fatto notare che «i piani concordati nel 2014, e seguiti dai vari governi che si sono succeduti, prevedono entro il 2024 un continuo progressivo aumento degli investimenti. Il bilancio della difesa nel 2018 era sostanzialmente uguale al 2008. Nel 2018 si registravano circa 21 miliardi, nel 2021 24,6 miliardi (un aumento del 17%). Questi sono i dati del Ministero della difesa nei governi Conte. Tra il 2021 e il 2022 il bilancio della difesa sale invece a 26 miliardi: un aumento del 5,6%».

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy