di Natascia Ronchetti
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La pandemia non ha fermato le imprese dell'Emilia-Romagna. «In alcuni casi i dati sono entusiasmanti – dice Pietro Ferrari, presidente degli industriali della regione –. Anche nel 2020 oltre l’87% delle aziende ha realizzato investimenti. E nel 2021 la percentuale è simile. Il 58% ha investito nella formazione, il 49% in ricerca e sviluppo. Inoltre, in dieci anni le imprese hanno raddoppiato gli investimenti nella sostenibilità». Ferrari ha aperto la terza tappa di Innovation Days, il roadshow del Sole 24 Ore e di Confindustria nato per raccontare l’economia italiana. Tappa seguita a quelle di Lombardia e Piemonte e dedicata al sistema produttivo emiliano romagnolo.
Sistema che è un modello di eccellenza a fortissima vocazione manifatturiera. Brilla in Italia, con una spesa in R&S sul Pil pari al 2%, come rileva Andrea Chiesi, presidente di Confindustria Emilia Romagna Ricerca. Anche se all’interno del contesto europeo si trova in posizione intermedia. «Abbiamo ancora spazi di miglioramento – dice, per questo, Chiesi –. Dobbiamo migliorare la nostra capacità di collaborazione e recuperare anche sul numero dei laureati».
Come quello di contribuire alla spesa nazionale in R&S per il 13,1%. E che, al contrario, tracciano la strada che porta ad innovazione, sostenibilità, formazione. Vale a dire, «i tre pilastri sui cui il sistema produttivo regionale sta investendo», dice Ferrari. Che le aziende continuino a investire lo dimostrano anche i risultati di una indagine di Banca Ifis. Il 45% delle imprese ha continuato a investire nel biennio della crisi pandemica, percentuale destinata a salire al 49% nel 2023. «Anche nei settori che più hanno sofferto – dice Raffaele Zingone, responsabile direzione centrale Affari dell’istituto di credito – abbiamo scoperto pulsioni all’investimento. Le aziende continuano a puntare sulla formazione e su R&S, dove abbiamo registrato un incremento. E il finanziamento bancario ha ancora un peso rilevante nel supporto degli investimenti».
Dalla provincia di Rimini a quella di Piacenza svettano, in Emilia-Romagna, aziende che hanno fatto da apripista per l’innovazione digitale. È il caso del gruppo Bonfiglioli (Bologna, riduttori) che con il progetto Evo ha digitalizzato tutti i processi produttivi. Costruendo anche, come spiega Sonia Bonfiglioli, presidente e Ceo dell’azienda, «un nuovo modo di lavorare: abbiamo formato tutti i dipendenti tre anni fa e abbiamo realizzato una Academy per una formazione a 360 gradi».
È il caso, anche, dello stabilimento Mercedes-Benz Italia, nella motor valley che si estende tra Modena e Bologna. E che ha una idea chiara del percorso di sviluppo. «Responsabilità sociale, etica e sostenibilità sono i fattori chiave per vincere nel futuro», dice il presidente e amministratore delegato della casa automobilistica Radek Jelinek, per il quale l’automotive è un settore che «da sempre genera valore diffuso attraverso l’innovazione, la leadership tecnologica, l’impegno verso la sostenibilità ambientale e l’occupazione». Molti gli interventi alla tappa emiliana del roadshow, ospitato dal Competence Center di Bologna Bi-Rex, uno degli otto voluti a livello nazionale dal Mise per il trasferimento tecnologico alle imprese.
«Oggi siamo un faro nazionale per i big data», dice il presidente di Bi-Rex Domenico Bambi. «Se c’è una difficoltà – prosegue Bambi – è quella di far coincidere gli interessi diversi tra pubblico e privato e tra privato e privato. Si vince con la collaborazione». Molte le testimonianze. Come quella di Alberto Vacchi, presidente e ad del gruppo Ima (packaging, Bologna). Per il quale uno dei segreti della crescita e del successo è dato dal rapporto con le istituzioni e le organizzazioni sindacali: «una chiave di volta che ha fatto dell’Emilia-Romagna una realtà competitiva», dice Vacchi. A sua volta l’assessore regionale alle Attività produttive Vincenzo Colla rimarca l’importanza del patto per il lavoro e per il clima siglato con le parti sociali. «È necessario governare la transizione green ma dobbiamo anche creare lavoro – dice Colla –. Il riconoscimento reciproco di tutti i soggetti coinvolti fa della regione un territorio affidabile per gli investimenti».
Qui del resto ha scelto di insediarsi Philip Morris Italia, con un investimento di un miliardo, per la produzione a Crespellano del nuovo stick di tabacco a riscaldamento e non a combustione. E qui farà sorgere il nuovo centro di servizi per l’innovazione e la ricerca e sviluppo. «Sarà il più grande al mondo di Philip Morris – spiega il presidente e ad Marco Hannappel – per l’innovazione di processo, l’ingegnerizzazione, la sostenibilità». Sul fronte della sostenibilità spinge anche il gruppo Unipol, quartiere generale a Bologna. «Gli eventi atmosferici sono una liability per la quale attualmente non c’è mercato. Ma se i valori dell’indice europeo (European Extreme Events Climate Index) diventassero indicatori per i prezzi, allora diventerebbe possibile costruire un mercato liquido in cui gli scambi sono valutati in base a valori certi». A fianco delle aziende sul fronte della sostenibilità anche Enel. «Siamo uno dei principali protagonisti della transizione energetica – dice Marco Frattini, responsabile macro area Nord Est, mercato Italia –. E intendiamo esserlo anche attraverso le competenze che quotidianamente mettiamo al servizio del Paese e delle sue imprese».
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